Tutto in mano ai giudici

Il pasticcio dell’eredità della Hack contesa da badante e… animali

Il pasticcio dell’eredità della Hack contesa da badante e… animali
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Chissà cosa starà pensando, da lassù, Margherita Hack in questo momento. Chissà cosa starà pensando nel vedere amici, badanti e le amate associazioni animali azzuffarsi dietro al testamento suo e di suo marito Aldo De Rosa. Anche se, stando a quanto lei stessa diceva, «dopo la morte non vi è che il nulla». Ma a noi piace pensare (o forse sperare) che la stia prendendo con la sua solita, arguta e sagace ironia. Perché una donna come lei difficilmente si sarebbe persa dietro a quisquilie burocratiche e di danaro come queste. Ma, purtroppo, noi non siamo lei e ci tocca prendere atto del fatto che i giudici si troveranno innanzi a una vicenda veramente ingarbugliata. Ma andiamo con ordine.

 

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[Margherita Hack e Aldo De Rosa]

 

Il testamento di Margherita. L’astrofisica fiorentina, perfettamente descritta da Giordano Tedoldi su Libero come una «vegetariana, razionalista, atea, donna d'acciaio che aveva raggiunto la popolarità studiando la cosa più bella che ci sia, il cielo stellato sopra di noi», ci ha salutato tutti nel giugno 2013, affidando a poche righe di un testamento le sue ultime volontà. Tutto quel che aveva (la casa triestina e 500mila euro depositati in banca) lo ha lasciato ai suoi affetti più cari, ovvero il marito Aldo De Rosa e gli animali. In gergo legale la Hack aveva lasciato un fedecommesso alla sua dolce metà. Si tratta di una disposizione testamentaria attraverso la quale il testatore istituisce erede un soggetto determinato con l'obbligo di conservare i beni ricevuti, che alla sua morte andranno automaticamente ad un soggetto diverso indicato dal testatore stesso. Nel caso di specie, la Hack aveva nominato erede il marito Aldo, con l’obbligo di custodire i 500mila euro depositati in banca e, alla sua morte, destinarli a tre diverse associazioni animaliste: l’Enpa, la Astad e Il Gattile.

 

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[Eda Gjergo e Margherita Hack alla presentazione del loro libro]

 

Il testamento di Aldo. Tutto molto semplice dunque. Se non fosse che, nel novembre 2014, anche Aldo De Rosa saluta questo mondo e lascia un testamento che dice tutt’altro rispetto a quello della moglie. Invece che destinare i soldi depositati in banca alle tre associazioni, De Rosa nomina come erede universale Tatjana Gjergo, badante albanese sua e di sua moglie, a cui la coppia era molto affezionata. Difficile pensare che ci si trovi innanzi al classico caso di una donna opportunista che non ci ha pensato due volte ad approfittarsene di un povero uomo anziano, perché Tatjana era molto legata sia ad Aldo che a Margherita. Per loro era più di una semplice badante, tanto che con Eda, figlia di Tatjana, la Hack aveva anche scritto un libro di successo, intitolato Così parlano le stelle: il cosmo spiegato ai ragazzi. Ma l’affetto per la donna non cambia la situazione: con il suo testamento, De Rosa ha contravvenuto al fedecommesso lasciatogli della Hack.

 

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Il pasticcio. Tutto è venuto a galla nel momento in cui la signora Gjergo s’è recata allo sportello per riscuotere i 500mila depositati: lì le hanno detto che qualcosa non tornava e che per poter avere il via libera al prelievo del denaro avrebbe dovuto esibire una sentenza del Tribunale che definisse una volta per tutte la questione dei testamenti contraddittori. Tutto quindi passa in mano ai giudici, che, come sempre in questi casi, si trovano a doversi destreggiare tra chi tira le loro giacchette (anzi, le toghe) da una parte e dall’altra. C’è chi afferma, ad esempio, che il testamento della astrofisica fosse viziato in origine e che dunque non poteva vincolare il marito a lasciare tutto alle associazioni animaliste; c’è chi, invece, punta il dito contro le associazioni animaliste, accusandole di aver fatto pressioni sulla Hack negli ultimi anni della sua vita, sperando di strapparle denaro facendo leva sul suo amore per gli animali. C’è chi, infine, sostiene che De Rosa, negli ultimi mesi di vita, fosse malato di Alzheimer, dunque non pienamente in possesso delle sue facoltà mentali. E, sempre secondo questa versione, la badante avrebbe quindi deciso bene di sfruttare la situazione a proprio vantaggio.

E nonostante la nostra speranza sia che, da lassù, la Hack la prenda con filosofia, come solo lei avrebbe saputo fare, è brutto sapere che il destino di quel che rimane di una donna che ha donato la propria intera esistenza alla scienza verrà ora deciso da qualcosa di così imperfetto come il volere degli uomini, sebbene si stia parlando di giudici.

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