Esodati, tante inutili polemiche Sono solo 1.645 (e non 50mila)

Grazie ad un censimento effettuato dalla Commissione Lavoro del Senato, sono emersi alcuni numeri a proposito della quantità di esodati presenti in Italia. Cifre davvero sorprendenti: questi ultimi, infatti, sarebbero complessivamente 1.645, di cui solo 1.177 al di fuori dei sei provvedimenti di tutela stabili dalla discussa legge Fornero. Cifre che hanno davvero dell’incredibile, considerando che i numeri che circolano da mesi in tema di esodati hanno sempre parlato di valori prossimi alle 50mila unità.
Esodati e tutele. Prima di entrare nel merito del censimento, occorre fare un attimo di chiarezza sul tema. Quella degli esodati è una figura prepotentemente entrata nel dibattito sul lavoro in Italia in seguito alla riforma Fornero di fine 2011, la quale oltre a dirottare il sistema previdenziale da retributivo a contributivo (la pensione non è più calcolata sulla base dello stipendio degli ultimi 5 anni di carriera ma sui contributi versati nell’arco dell’intera vita professionale) elevò l’età della pensione, tarata proprio sugli anni di contributi versati. Una delle principali problematiche emerse in seguito alla riforma è quella riguardante appunto gli esodati, cioè i lavoratori che avevano sottoscritto accordi aziendali o di categoria che prevedevano il pensionamento di vecchiaia anticipato rispetto ai requisiti richiesti in precedenza. Complice l'innalzamento dell'età del pensionamento, questi sono rimasti senza più stipendio e senza ancora pensione, anche per diverso tempo. È dunque un sottoinsieme di disoccupati, per lo più over 50. La riforma Fornero prevede comunque alcune forme di tutela per gli esodati, proprio per tentare di riequilibrare la situazione di coloro che sono rimasti senza lavoro e senza pensione.
Il censimento del Senato. Dall’introduzione della riforma ad oggi, non è mai stato chiaro quanti effettivamente fossero gli esodati in Italia: all’epoca, la Fornero parlava di circa 65mila unità, ma contestualmente il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua saliva addirittura a 400mila. Gli ultimi dati, comunque privi di alcuna rilevazione certa, parlavano di 50mila persone. Per dare finalmente chiarezza, il senatore e giuslavorista del Pd Pietro Ichino ha indetto, in collaborazione con la Rete degli esodati, un censimento degli esodati. E i numeri emersi, come detto, sono sorprendenti: 1.645 il totale, 1.177 gli esclusi dalle tutele. Più nello specifico, il 41 percento ha un età compresa fra 55 e i 59 anni, il 57 percento fra i 60 e i 64, il restante 2 percento varia. Il numero complessivo è perfettamente diviso a metà fra coloro che sono stati licenziati e coloro che si sono dimessi volontariamente, mentre il 51,6 percento ha persino ricevuto degli incentivi al momento della cessazione del rapporto di lavoro, spesso nella forma di una liquidazione, mentre in un caso su 6 è stato successivamente assunto un figlio nella medesima impresa.
Esodati e disoccupati ultracinquantenni. Pietro Ichino ha personalmente commentato i dati emersi, i quali sono stati definiti non credibili dalla stessa Rete degli esodati. Secondo Ichino, «i casi sono due: o si tratta di persone con cui l’organizzazione stessa è in contatto, e allora si deve supporre che esse siano state informate dell’iniziativa del Senato; oppure no, e allora non è chiaro su quale base l’organizzazione sostiene che si tratterebbe di 50mila persone». Comunque, prosegue Ichino, anche qualora non fossero stati raggiunti con il censimento tutti gli esodati del Paese, si tratterebbe di poche centinaia di persone in più; di certo si è lontanissimi dalle cifre circolate in questi anni. «La verità è che molti di coloro che si definiscono esodati sono semplicemente disoccupati ultracinquantenni». Una fattispecie molto diversa, naturalmente, da affrontare con gli strumenti del diritto del lavoro, e non con una riforma del sistema previdenziale.
Ichino chiosa con un giudizio sulle pesanti polemiche, appannaggio politicamente parlando soprattutto di Lega Nord e M5S, che da anni impazzano nei confronti della riforma Fornero: «Se tutto questo è vero, deve convenirsi che la battaglia in corso condotta sotto le bandiere degli esodati ha un contenuto effettivo ben diverso da quello apparente: chi la conduce, in Parlamento e fuori, si propone in realtà di smontare la legge Fornero. E di tornare proprio a quella prassi del prepensionamento sistematico degli ultracinquantacinquenni, a spese delle generazioni dei ventenni e trentenni di oggi, ma anche delle altre che verranno. Una prassi rispetto alla quale la legge Fornero ha fortunatamente voltato pagina».