Sembra un delitto perfetto

Il punto sull'omicidio di Seriate tra filmati e uomini incappucciati

Il punto sull'omicidio di Seriate tra filmati e uomini incappucciati
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Anche nel giorno del dolore gli inquirenti hanno continuato ad indagare. Mentre Seriate si stringeva attorno ai cari di Gianna Del Gaudio, l'ex insegnante di 63 anni brutalmente uccisa la notte tra il 26 e il 27 agosto nella sua villetta a schiera di piazza Madonna delle Nevi 4, la procura continuava a scandagliare indizi. Perché di prove, al momento, non ce ne sono. Il mistero sulla morte della donna, sgozzata con un solo, netto, colpo di coltello alla gola, resta fittissimo. Manca l'arma del delitto, ad esempio. L'autopsia ha accertato trattarsi di un'arma con una lama di circa 30 centimetri, molto affilata, ma tutte le ricerche nella casa e nei dintorni dell'abitazione sono risultate vane. Manca anche un sospettato vero e proprio. Al momento l'unico iscritto al registro degli indagati è il marito della donna, Antonio Tizzani, ex ferroviere 68enne, che alle 24.43 circa di quella terribile notte chiamò il 118 per chiedere aiuto dopo aver trovato la moglie a terra senza vita e aver visto un uomo incappucciato fuggire dal retro. Un atto dovuto, spiegano dalla Procura, anche perché contro di lui non ci sarebbero prove, soltanto dubbi visto che la sua ricostruzione dei fatti non convince affatto. E, infine, manca anche un movente: la vita di Gianna, infatti, era quella tranquilla di una qualsiasi 63enne in pensione.

 

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[Gianna Del Gaudio con il marito Antonio Tizzani]

 

Un filmato e il misterioso stalker. Lentamente, però, si fanno piccoli passi avanti. Nel riserbo più assoluto, data la delicatezza dell'indagine, gli inquirenti stanno ricostruendo quanto avvenuto nel buco temporale di circa 40 minuti nel quale è avvenuta la tragedia. A mezzanotte circa, infatti, si è conclusa la cena in famiglia tra i coniugi Tizzani, il figlio Mario e la compagna di quest'ultimo, Alessandra. Poi, alle 24.43, la chiamata dell'ex ferroviere al 118 per annunciare la morte della moglie. Stando al racconto del 68enne, unico indagato al momento (un atto dovuto, continuano a precisare dalla procura), lui si trovava in giardino ad innaffiare i fiori mentre Gianna era in cucina, dall'altra parte della casa, a lavare i piatti. Quando è rientrato s'è trovato di fronte un uomo incappucciato che frugava nella borsa della moglie e che si è dato alla fuga non appena ha visto Tizzani. Che lo ha rincorso, fino a quando non ha visto a terra il corpo della moglie. Si è bloccato, è andato in tilt spiega. E ha avvisato i figli e il 118, disperato. Il 6 settembre sia L'Eco di Bergamo che il Corriere della Sera Bergamo riportavano di una misteriosa telefonata, ricevuta da Gianna Del Gaudio alle 24.08, 35 minuti prima della scoperta del suo cadavere. Ora lo stesso Corriere mette in dubbio questa versione, spiegando che l'analisi del cellulare della donna ha messo in luce come, a quell'ora, il dispositivo abbia ricevuto soltanto un messaggino e non una chiamata. Gli inquirenti tacciono: ogni informazione, in un caso così complesso, può essere fondamentale per la risoluzione del giallo.

Un altro mistero è legato al presunto litigio che, in quei 40 minuti dopo la mezzanotte, sarebbe avvenuto tra Tizzani e la vittima. Sono stati alcuni testimoni a raccontarlo agli investigatori. Avrebbero sentito le grida di lui. Ma il 68enne nega e anche il figlio Mario racconta che, durante la cena, non ci sono state tensioni. Eppure la voce baritonale sentita da alcuni vicini di casa sembrava essere proprio quella dell'ex ferroviere. Una risposta al riguardo, forse, potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Stando a quanto riportato dal Corriere, infatti, i Carabinieri sarebbero riusciti a trovare delle registrazioni di un sistema di telecamere private nelle quali è visibile l'abitazione in via Madonna delle Nevi dove è avvenuto il terribile delitto. Il contenuto del filmato è ancora top secret, ma certo potrebbe fornire risposte importanti, confermare o smentire il racconto di Tizzani. Le piste aperte, però, sono ancora molte. Lo dimostra quanto riportato da L'Eco di Bergamo il 7 settembre: a quanto pare, negli ultimi due mesi, un misterioso stalker si "divertiva" a suonare nel cuore della notte il campanello dell'abitazione di Paolo ed Elena Tizzani, figlio e nuora di Gianna Del Gaudio, residenti ad appena pochi metri di distanza dalla coppia di pensionati. È la stessa nuora dell'ex ferroviere a raccontare la vicenda a L'Eco: «C’era un uomo incappucciato che negli ultimi due mesi veniva a suonarmi il campanello di notte, quando mio marito era al lavoro. L’ho detto ai carabinieri». Una descrizione che si avvicina molto a quella del presunto ladro che Tizzani ha colto nella sua abitazione la sera del delitto.

 

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I rilievi dei Ris. È stato dunque questo misterioso uomo incappucciato il killer della ex insegnante? Di certo sembra il delitto perfetto. Apparentemente, infatti, l'assassino ha portato a termine il suo piano con un'azione fulminea. Si parla di piano perché gli inquirenti dubitano seriamente che si sia trattato di un ladro. Anche lo stesso Tizzani, nelle uniche parole rilasciate alla stampa dopo essere uscito dalla camera ardente in cui si trovava il cadavere della moglie, ha dichiarato: «Sembra strano anche a me, ma è quello che ho visto: mia moglie a terra e un tizio incappucciato che fregava nei cassetti. Quando mi ha visto è fuggito dal retro». Nonostante ciò, il team che lavora sotto la guida del pm Laura Cocucci pare essere molto fiducioso. La speranza è che i risultati delle analisi dei Ris di Parma intervenuti nei giorni scorsi sul luogo del delitto forniscano nuove tracce da seguire. Secondo i primi rilievi non sono state rilevate impronte digitali, ma numerose macchie di vario tipo. Alcune sono di sangue, altre di diverso materiale. Si tratterà di capire a chi appartengano le macchie di tipo ematico e quando sono state lasciate. Perché se anche dovessero essere riconducibili a un familiare della vittima, potrebbero risalire a molto tempo prima del delitto e quindi non avere niente a che fare con la morte di Gianna. I Ris sperano di trovare risposte utili anche nelle tracce miste, cioè in quelle in cui il sangue della vittima può essersi mescolato con il sangue, il sudore o altro materiale organico dell’assassino. Nel frattempo, come scrive L'Eco, Tizzani ha incaricato il genetista Giorgio Portera, lo stesso che ha lavorato per la famiglia di Yara Gambirasio durante il processo a Massimo Bossetti, di seguire gli accertamenti scientifici in corso nei laboratori del Ris.

 

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Vite al vaglio. Non resta che attendere, dunque. Ma gli investigatori non lasciano nulla al caso e mentre aspettano i risultati delle analisi della Scientifica, scandagliano la vita privata della vittima, del marito e della famiglia Tizzani in generale. I computer e i dispositivi tecnologici presenti nell'abitazione teatro del delitto sono stati sequestrati e analizzati dagli inquirenti, che stanno anche indagando sul passato della coppia. Il Corriere della Sera Bergamo, il 5 settembre, ha riportato che Tizzani, pochi giorni fa, si è presentato in banca e ha prelevato dal conto cointestato a lui e alla vittima metà della somma depositata. L'ex ferroviere ha portato via, sempre secondo il Corriere, la parte di denaro di sua proprietà, lasciando invece in banca quello che, essendo riferibile alla moglie, entrerà nell’asse ereditario e nella successione, e andrà quindi suddiviso anche fra i figli Paolo e Mario. Un’operazione legittima, soprattutto se si tiene conto del vicino funerale (e dunque delle conseguenti spese da sostenere), ma su cui gli inquirenti vogliono vederci chiaro per non lasciare nulla al caso. Del resto, al momento, le piste sono soltanto due: Tizzani e il misterioso uomo incappucciato.

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