Il ruggito degli abitanti di Boccaleone: fermate il treno per Orio, devasta il quartiere
«Nessuno ci ha avvisati, l’abbiamo saputo dalla Tv»; «Le barriere fonoassorbenti sono alte il doppio del Muro di Berlino». Chiude il passaggio a livello
di Paolo Aresi
«Il quartiere è già spezzato dalla ferrovia, ma in qualche modo ce la caviamo grazie al passaggio a livello di via Rovelli. Se chiudono anche questo come faremo? Questo progetto della ferrovia per Orio al Serio non va bene per come è stato concepito, se si vuole portare il treno a Orio va bene, ma almeno che sia un progetto decente, che non penalizzi il territorio, che non spacchi ancora di più il quartiere, che non faccia erigere muri alti sei metri e più per assorbire il rumore, che non vada a tagliare questo ultimo bellissimo lembo di campagna coltivata. No. Che si faccia un progetto degno di questo nome e che sia una struttura nuova che promuova il territorio, non che lo mortifichi».
Danila Maida parla in maniera chiara. Il Comitato di quartiere di Boccaleone è contrario a questo progetto di bretella ferroviaria che parte nel cuore del quartiere, sulla linea Bergamo-Brescia, e si dirama verso sud per raggiungere l’aeroporto di Orio.
Antonella Gamba fa pure parte del Comitato di quartiere, dice: «È importante che, se proprio si vuole mandare il treno a Orio, si faccia un bel progetto. Allora noi pensiamo che l’ideale sarebbe far passare il treno in trincea e poi coprirla: sarebbe una spesa più alta di quella prevista, ma almeno sarebbe una cosa fatta bene. Attualmente si prevede una spesa di 170 milioni di euro per fare cinque chilometri di ferrovia. Non sono un’esperta, ma ci siamo informati e sembra che il prezzo sia piuttosto alto: sono ben 34 milioni di euro al chilometro. Allora viene spontaneo chiedersi: ma è necessario questo treno per Orio? Non era meglio collegare l’aeroporto alla città mediante una tranvia, con un impatto ambientale molto più lieve e un investimento ridotto?».
Si alzano le barricate
Quelli del Comitato sono sul piede di guerra. Boccaleone è un quartiere che si è sudato la sua integrazione, la sua dimensione di comunità reale. Non accetta che il progetto arrivi improvvisamente, calato dall’alto. Dice Franco Ravasio, ingegnere, esperto di mobilità: «Che il treno a Orio porti un beneficio reale, sarebbe tutto da discutere. A me sembra che il servizio di autobus e di taxi sia adeguato, per quanto riguarda il collegamento con Bergamo, non mi pare di notare un’esigenza ineludibile. Forse i 170 milioni di euro sarebbero stati spesi meglio per allungare la tranvia T1 da Albino a Colzate o per portare la T2 a Zogno. Ma non sono queste le valutazioni che ci riguardano. Però non vogliamo che il quartiere venga penalizzato da questa infrastruttura progettata da Rfi, Rete ferroviaria italiana, senza conoscere bene il territorio».
In Boccaleone sono arrabbiati. Anche perché del progetto non sapevano nulla fino a metà novembre. Continua Ravasio: «Uno di noi del Comitato di quartiere una sera stava guardando il Tg di Bergamo Tv quando ha sentito che mancava solamente un mese alla scadenza per presentare osservazioni sul progetto. Ma quale progetto? Proprio quella sera si riuniva il Comitato, così ne parlammo. Nessuno di noi ne sapeva niente. Non si fa così».
La partecipazione è una di quelle parole che suonano molto bene e i politici amano ripeterla. Poi, nei fatti, la pratica è un poco più ardua. Dice Danila Madia: «Da quando è nato l’insediamento della Clementina, il nostro quartiere è raddoppiato e sdoppiato. Abbiamo servizi di qua e di là della ferrovia. Il centro anziani e una scuola sono dalla parte della Clementina, ma la parrocchia e l’oratorio sono al di qua, cioè nella Boccaleone storica. La biblioteca è di qua, nella vecchia Boccaleone, il supermercato è di là, alla Clementina... Abbiamo solo due percorsi: il passaggio a livello e il sovrappasso, a un centinaio di metri l’uno dall’altro. Tutti e due sono un disastro, ma con questo progetto la situazione peggiora ulteriormente».