Il “tesoretto” di Cristini: «Quei soldi? Risparmiavo, andavo in campeggio»
Interrogato dai pm sulla cifra considerevole presente sul suo conto, l'ex direttore dell'Ente Fiera ha spiegato: investimenti ben riusciti e oculatezza
Dopo il sequestro di circa 500mila euro, Stefano Cristini, ex direttore Promoberg Ente Fiera, è stato interrogato due volte dai magistrati. Quello che gli inquirenti vogliono ora capire è come abbia fatto Cristini ad accumulare quel “tesoretto” trovato su un conto Fideuram a lui intestato (un estratto era già stato acquisito dalla Guardia di finanza durante le prime perquisizioni, a luglio del 2019): circa un milione e mezzo di euro, tenendo conto del suo tenore di vita e del fatto che sia sposato ed abbia due figli. Si è giustificato davanti al pm Emanuele Marchisio, che segue l'inchiesta, sostenendo che la somma sia il risultato di investimenti ben riusciti in operazioni immobiliari e dei risparmi di una vita. Un dettaglio curioso sarebbe l'uscita durante l'interrogatorio dell'indagato, che ha affermato di aver sempre evitato di spendere denaro nel lusso e di andare con la famiglia in campeggio.
Gli inquirenti invece ritengono che solo una parte del denaro sia riconducibile ai finti rimborsi Promoberg, con cui Cristini oltre al suo stipendio avrebbe intascato negli anni una quantità considerevole di soldi in contanti e di cui sono venuti a conoscenza con le indagini nel 2019, anche tramite pedinamenti e microspie in Fiera. Microspie che erano state scoperte a fine maggio di quell'anno dai sospettati e li aveva messi in allarme.
L'inchiesta era partita nel 2019 e assieme a Cristini erano state indagate altre cinque persone, ovvero due dipendenti Promoberg, Luigi Trigona e Diego Locatelli, due commercialisti, Gianfranco Ceruti e Pierluigi Cocco, e il presidente del collegio sindacale Mauro Bagini. Nel 2020 si sarebbero poi aggiunti Marco Lanfranchi, amministratore delegato della società Area Pv Eventi di Lallio, e Gian Franco Sibilla, pubblicitario. Il primo avrebbe offerto a Cristini le partite in casa dell'Atalanta con falsi pagamenti di fatture all'Ente Fiera, mentre il secondo avrebbe fatto da "testa di legno" all'ex direttore nell'agenzia pubblicitaria, dietro pagamento mensile di 1.800 euro.
Adesso la Procura sembrerebbe aspettare una richiesta di patteggiamento da parte degli avvocati di Cristini, ma se non dovesse arrivare potrebbe procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per peculato.