il giallo

Imprenditore ucciso a Grumello: le indagini e le urla al telefono il giorno prima del delitto

Un vicino di casa avrebbe sentito la vittima, Anselmo Campa, discutere e gridare al telefono lunedì sera

Imprenditore ucciso a Grumello: le indagini e le urla al telefono il giorno prima del delitto
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Ha salutato gli amici del bar Circolino, a Grumello del Monte, dicendo che li avrebbe raggiunti in serata per vedere con loro la semifinale di Coppa Italia tra Inter e Milan (giocata il 19 aprile). Poi è tornato a casa e non ha più risposto al telefono. Il giorno seguente è stato trovato riverso a terra con il cranio sfondato in una pozza di sangue.

Queste le fasi, al momento note, dell’omicidio dell’imprenditore Anselmo Campa, 56 anni. Ma gli inquirenti starebbero indagando anche su un altro evento, avvenuto lunedì. Un vicino di casa, il giorno precedente all’omicidio, avrebbe sentito la vittima discutere e gridare al telefono; un fatto strano, visto che il vicino non aveva mai sentito il cinquantaseienne urlare in quel modo.

Al momento un collegamento tra i due fatti resta una suggestione, gli inquirenti non hanno escluso alcuna pista investigativa, tuttavia questo ulteriore aspetto potrebbe essere utile per chiarire il movente alla base della morte dell’uomo. Si è trattato di un furto in casa finito in tragedia, di un’aggressione dal tragico epilogo, oppure qualcuno voleva uccidere Campa?

La procura ha aperto un fascicolo per omicidio aggravato; al momento non risultano esserci indagati. I carabinieri hanno ascoltato le testimonianze di amici e parenti, della figlia Federica (la maggiore, di 21 anni), che da qualche tempo si trovava in Egitto per lavoro, del suo ex fidanzato e del compagno dell’ex moglie della vittima.

L’appartamento in via Nembrini in cui viveva Anselmo Campa era stato messo a soqquadro e la porta di casa, serrata, non era stata chiusa a chiave. Tuttavia, la vittima aveva ancora addosso portafogli e telefonino e pare che in casa non mancasse nulla.

L’uomo si era ritirato dalla gestione diretta dell’azienda di famiglia, fondata dal padre, la “T.T.G. srl” di Cologne (Brescia) specializzata in finiture metalliche. Deteneva la maggioranza delle quote societarie e venerdì, secondo quanto riporta L’Eco di Bergamo, si sarebbe dovuto presentare dal notaio per formalizzarne la vendita (il resto delle quote è in mano della sorella e del marito di lei). Una cessione dalla quale avrebbe guadagnato un piccolo tesoretto di 600 mila euro, di cui ne aveva già ricevuti 100 mila come acconto.

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