lotta al coronavirus

In meno di un mese più di mille visite domiciliari ai pazienti gravi sul territorio

Massimo Giupponi, direttore generale di Ats Bergamo: «Circa il 90 per cento dei pazienti è stato curato a casa dalle Usca, con evidenti benefici anche sulla situazione degli ospedali»

In meno di un mese più di mille visite domiciliari ai pazienti gravi sul territorio
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Sono già 1035 le visite effettuate al domicilio dei pazienti gravi, positivi al Covid-19, dalle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca). L’Ats di Bergamo è stata la prima a livello regionale ad attivare il 19 marzo scorso, su richiesta di Regione Lombardia, questa tipologia di servizio, che vede coinvolti dodici medici dislocati ad Albino, Bergamo, Dalmine, Zogno, Grumello e Treviglio presso le sedi della Continuità assistenziale operative dalle 8 alle 20, dal lunedì alla domenica.

Le visite a domicilio da parte dei sanitari, dotati dei dispositivi di protezione individuale necessari a visitare questa tipologia di pazienti, vengono attivate dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. «La visita domiciliare consente di dare un feedback al medico o al pediatra e di valutare se proseguire con la cura a casa, o di scegliere invece il ricovero – spiega il direttore generale Massimo Giupponi -. Dai dati in nostro possesso risulta che circa il 90 per cento dei pazienti è rimasto al domicilio ed è stato curato a casa con evidenti benefici anche sulla situazione dei pronti soccorso e dei posti letto nei nostri ospedali. Oltre ai dispositivi di protezione individuale, le Usca di Bergamo sono dotate di concentratori di ossigeno e di farmaci come la clorochina per assicurare la miglior terapia possibile. Il servizio è stato molto apprezzato dalla popolazione e per questo lo manterremo attivo finché sarà necessario».

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