il punto sui contagi

In Bergamasca curva dei contagi in calo da 4 settimane, come ricoveri e terapie intensive

Secondo l'Ats il tasso di incidenza settimanale è pari 43 casi per 100 mila abitanti, mentre il rapporto tra numero di positivi e tamponi molecolari analizzati è pari al 4,8 per cento. Una percentuale che scende al 4 per cento se si considerando anche i test rapidi

In Bergamasca curva dei contagi in calo da 4 settimane, come ricoveri e terapie intensive
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Nelle ultime quattro settimane la curva epidemiologica in Bergamasca ha mostrato un «decremento progressivo». Anche l’attività di ricoveri e di terapia intensiva è in costante diminuzione. Inoltre, il tasso di incidenza settimanale del contagio è pari 43 casi per 100 mila abitanti, mentre il rapporto tra numero di positivi e tamponi molecolari analizzati è pari al 4,8 per cento. Una percentuale che scende al 4 per cento se si considerando anche i test rapidi.

Il report di Ats Bergamo

I dati sono stati comunicati nel corso del consueto appuntamento tra l’Ats di Bergamo e i sindaci della provincia. Nel corso dell’aggiornamento odierno (venerdì 29 gennaio) è stato anche reso noto che alla data del 25 gennaio le persone attualmente positive al Covid sono 1.352 e che l’unico territorio critico è quello di Grumello, a causa di una serie di focolai intra-famigliari.

La riunione è servita anche a fare il punto sui vaccini, con particolare riferimento alla fase di vaccinazione di massa che inizierà ad aprile. Pare ormai certo un maggior coinvolgimento degli enti locali. «Si è svolto un incontro con l’assessore al Welfare Letizia Moratti sulla campagna anti-Covid - ha spiegato Marcella Messina, presidente Consiglio di rappresentanza dei sindaci -. La gestione sarà a due livelli: uno regionale, con un gruppo di lavoro per le linee guida comuni ed è stata chiesta ai Comuni una propria rappresentanza. C’è poi l’azione locale legata alla gestione operativa nella nostra provincia, con un ruolo centrale di Ats e della Conferenza dei sindaci, nonché degli Ambiti e dei Distretti».

Il calo delle somministrazioni di vaccini

Nell’ultima settimana c’è stata però un’importante riduzione delle somministrazioni delle prime dosi, dovuta ai ritardi nell’approvvigionamento da parte di Pfizer, necessaria a garantire i richiami entro 21 giorni. «L’Agenzia Europea dei Farmaci – ha sottolineato Arrigo Pacello, direttore del settore farmaceutico dell’Ats e della campagna Covid – ha specificato che la seconda somministrazione deve essere fatta al 21esimo giorno, senza alcuna flessibilità. Ieri è arrivato il programma delle consegne: le seconde somministrazioni avverranno nei tempi previsti».

I vaccini sviluppati da Moderna consentiranno la vaccinazione di nuove persone. L’Ats ha scritto alle tre Asst perché riprendano a somministrare le prime dosi, dando priorità alle Rsa e agli ospedali privati.  «Ad oggi abbiamo 20.586 somministrazioni tra prima e seconda dose su 34.030 dosi arrivate (13.000 in giacenza per la seconda dose) – continua Pacello -. Per chiudere la prima fase dobbiamo arrivare a 61 mila somministrazioni su poco più di 30 mila soggetti».

Ok al vaccino di AstraZeneca

A inizio marzo partirà la fase 1-bis, che coinvolgerà il mondo della disabilità, i liberi professionisti della sanità e le categorie appartenenti ai servizi essenziali. L’auspicio è di iniziare a vaccinare gli over 80 già a marzo. Molto dipenderà anche dalla disponibilità del vaccino AstraZeneca (che ha ottenuto oggi l’ok dall’Ema) il quale, dal punto di vista della catena del freddo, ha una gestione meno complessa. «Ma anche questo vaccino è multidose – ammonisce Arrigo Pacello -, quindi poco gestibile sulle somministrazioni domiciliari: una volta perforati i contenitori, i vaccini devono essere somministrati entro sei ore. Stiamo mappando i pazienti allettati per cercare di delineare una logistica che permetta di vaccinare nel giro di sei ore. Un problema sarà anche trovare sedi opportune per vaccinare il grosso della popolazione».

Le liste di attesa per le attività ambulatoriali e i ricoveri

Nel frattempo, entro lunedì (1 febbraio) l’Ats di Bergamo definirà il piano di governo delle liste di attesa per le attività ambulatoriali e i ricoveri negli ospedali pubblici e privati. «Su questo piano – conclude il direttore generale Massimo Giupponi - le tre Asst dovranno presentare i rispettivi piani gestionali entro fine febbraio, un lavoro che riguarda anche il privato accreditato. Abbiamo proposto a tutte le strutture di mettere a punto un piano di miglioramento che tenga conto da un lato della importante riduzione delle attività avvenuta nel 2020 (-30 per cento in media) e, dall’altro, di alcuni importanti richieste dalle associazioni degli utenti delle diverse patologie. Il documento andrà lunedì in Regione Lombardia».

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