Incendio a Dalmine, l'origine sarebbe dolosa. I residenti: «Siamo in balia del degrado»
Fortunatamente, nessun ferito, solo 13 intossicati lievi. Qualcuno avrebbe appiccato il fuoco davanti alla porta di casa di un trentenne senegalese
Secondo le prime indiscrezioni, sarebbe di origine dolosa l'incendio che ha colpito una palazzina in via Verdi, a Dalmine, nella tarda serata di mercoledì 28 settembre. Fortunatamente, non c'è stato nessun ferito grave: tredici persone sono state portate in ospedale perché intossicate, ma solo una di loro - una 78enne - è stata tenuta sotto osservazione, mentre le altre sono tornate a casa.
Resta la preoccupazione per un incendio che sarebbe stato appiccato volontariamente. Stando alle informazioni raccolte, qualcuno avrebbe versato del liquido infiammabile davanti alla porta di un appartamento al primo piano, dove vive un senegalese di trent'anni. L'inquilino, quando si è accorto delle fiamme davanti alla sua casa, è fuggito saltando in strada dal balcone, fortunatamente senza farsi male.
Le fiamme hanno ben presto sciolto interruttori e lampade, causando un intenso fumo nero che si è propagato per tutta la rampa delle scale. La struttura in cartongesso ha evitato che le fiamme si propagassero rapidamente e l'intervento immediato dei Vigili del Fuoco, che hanno spento l'incendio in mezz'ora circa, ha fatto in modo che nessuna abitazione venisse eccessivamente intaccata dal rogo. Di fatto, sono tutte agibili.
La palazzina è del 2007, costruita in un piano di edilizia popolare. È il Comune a gestire le assegnazioni, tant'è che la sera dell'incendio sul posto s'è presentato anche il sindaco Francesco Bramani. I residenti, però, chiedono immediati provvedimenti: «L'episodio non ci stupisce - ha raccontato a L'Eco di Bergamo il residente caposcala -. Sono ormai anni che questo palazzo è in balia del degrado tra furti, rapine, droga, prostituzione e atti vandalici. Temiamo di diventare le nuove Torri di Zingonia».