Inchiesta Covid, slitta di un altro paio di mesi la consegna della consulenza di Crisanti
Il virologo è al lavoro per elaborare gli ultimi documenti raccolti dai magistrati. Cercherà di fare chiarezza sulla gestione della pandemia in Italia e sull'impatto che ha avuto la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana
Quali conseguenze ha avuto la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana a febbraio del 2020? E l’apertura e chiusura del pronto soccorso di Alzano? E il mancato aggiornamento del piano pandemico? Domande alle quali la Procura di Bergamo sta cercando di trovare risposte da mesi. Per fare chiarezza, a suo tempo, i magistrati si erano rivolti al virologo Andrea Crisanti, al quale era stato assegnato l’incarico di consulente.
La sua relazione, però, sarà consegnata al pool di pm che sta indagando sulla gestione italiana della pandemia non prima di altri due mesi. Anche perché a gennaio, nell’ultima trasferta a Roma, gli investigatori hanno acquisito ulteriori documenti sia al Ministero della Salute sia all’Istituto superiore di sanità.
In un servizio della trasmissione Report, in onda questa sera (12 aprile) su Rai3, il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota evidenzia come il Ministero si sia mostrato assai reticente nel collaborare alle indagini, quasi ci fosse il timore di indicare il nome di un responsabile del mancato aggiornamento del piano pandemico.
Nel merito Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Oms e fino al 2017 responsabile della prevenzione al Ministero della Salute, è indagato per aver fornito false dichiarazioni ai pubblici ministeri bergamaschi.