Caso Fiera

Inchiesta Promoberg, rinviati a giudizio Cristini, Trigona e gli altri due indagati

Lo ha disposto il giudice, con l'accusa di peculato: le difese avevano chiesto prima il proscioglimento, poi la riqualificazione in appropriazione indebita

Inchiesta Promoberg, rinviati a giudizio Cristini, Trigona e gli altri due indagati
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Il caso Fiera diventerà processo, con quattro indagati rinviati a giudizio per il reato di peculato, come loro contestato dal pm Silvia Marchina. A disporlo è stato il giudice Massimiliano Magliacani durante l'udienza preliminare tenutasi ieri (10 febbraio). Le difese avevano chiesto, in prima battuta, il proscioglimento e poi la riqualificazione del reato in appropriazione indebita.

Come riporta Corriere Bergamo, il 5 dicembre torneranno a processo Stefano Cristini, 57 anni, ex direttore di Promoberg Ente Fiera, l’allora segretario generale Luigi Trigona, di 80 anni, Diego Locatelli, 49 anni di Seriate e addetto alla cassa e (per favoreggiamento) Mauro Bagini, 84 anni, ex presidente del collegio sindacale di Promoberg. La Camera di Commercio sarà parte civile con l'avvocato Emilio Gueli, mentre Promoberg sarà rappresentata dall'avvocato Marco Zambelli.

I novecentomila euro spariti

I presunti reati ai danni di Promoberg risalirebbero al periodo tra il 2006 e il 2019, durante il quale dalle casse della società sarebbero spariti un totale di novecentomila euro, di cui circa 239 mila in rimborsi compilati da Cristini a nome di undici dipendenti (che però non ne sapevano nulla). Coinvolti anche il cassiere, che avrebbe prelevato i soldi, e Trigona, che avrebbe invece autorizzato l'operazione illecita.

Nell'udienza preliminare, sono state anche presentate altre due accuse di truffa contro Cristini, che nel 2019 è finito ai domiciliari. Truffe in cui sarebbero coinvolti altri due imprenditori (già imputati di peculato). Si tratta di Marco Lanfranchini, 55enne e amministratore della Area P.V. Eventi di Lallio, condannato a due anni e sei mesi, e un 73enne la cui posizione è stata però stralciata per motivi di salute: per lui è stata disposta una perizia, con l'obiettivo di verificarne la capacità di stare in giudizio.

La difesa di Cristini (l'avvocato Nicolò Velati) sostiene che il denaro prelevato fosse in realtà provento dei parcheggi, ovvero un'attività privata, e che l'accusa di appropriazione indebita (la pena va dai due ai cinque anni) sia più appropriata rispetto al peculato (dai cinque ai dieci anni). Tuttavia, per il pm, l'ente è considerato di pubblica utilità e non esiste alcuna distinzione tra denaro pubblico e privato. L'avvocato Andrea Pezzotta, che rappresenta Trigona, sostiene invece che il suo assistito non abbia mai intascato alcun importo contestato.

Le posizioni degli altri imputati

Le posizioni degli altri imputati verranno anch'esse esaminate durante il processo, con le loro difese che sollevano questioni di natura temporale. Per Locatelli, la difesa (avvocato Cinzia Pezzotta) sostiene che la gestione della cassa gli fosse stata affidata soltanto nel 2015 e che lui eseguisse solamente le direttive ricevute.

Per quanto riguarda la posizione di Bagini, che per la Procura «aggiustò i conti», i suoi avvocati Filippo Dinacci e Mauro Anganaro sostengono che si tratti, in realtà, di un «equivoco processuale, che verrà chiarito». Bagini era stato coinvolto nell'indagine per via di alcune intercettazioni, che la difesa ritiene però inutilizzabili nel caso di favoreggiamento.

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