il caso

Inchiesta sull'accoglienza dei migranti: padre Zanotti patteggia quattro anni

Accusato di truffa ai danni dello Stato insieme alla presidente della cooperativa Rinnovamento Anna Maria Preceruti e Giovanni Trezzi. Anche loro hanno chiesto di patteggiare

Inchiesta sull'accoglienza dei migranti: padre Zanotti patteggia quattro anni
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Padre Antonio Zanotti, il frate ritenuto essere dalla Procura il vertice di una rete costruita per truffare lo Stato sfruttando i richiedenti asilo, ha chiesto di patteggiare 4 anni. A darne notizia è Corriere Bergamo. Il padre, 73 anni, si trova dal 16 giugno scorso agli arresti domiciliari a Sovere e oggi (martedì 12 gennaio) comparirà davanti al gup Maria Luisa Mazzola.

Insieme a padre Antonio Zanotti, fondatore della cooperativa Terra Promessa a cui è strettamente legata la coop Rinnovamento di Antegnate, compariranno in aula anche la presidente della cooperativa Anna Maria Preceruti e Giovanni Trezzi, ritenuto essere l’economo che gestiva la contabilità; anche loro erano entrambi finiti agli arresti domiciliari e hanno chiesto di patteggiare. I tre sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, avendo percepito oltre 126 mila euro di rimborsi per spese non del tutto sostenute dalla cooperativa.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, gli imputati falsificavano le fatture dei centri di accoglienza, facendo la cresta sui 35 euro a richiedente pagati dallo Stato. Un’indagine complessa (a incastrare gli arrestati, ci sarebbero intercettazioni telefoniche e ambientali), che ha scosso nelle sue fondamenta Bergamo e la rete sociale di accoglienza dei richiedenti asilo, avviata nel 2017 quando alla cascina Fenatica di Fontanella, un ventenne della Sierra Leone tentò di violentare un’operatrice ventiseienne prima di essere fermato da altri ospiti e arrestato dalle forze dell’ordine.

Le indagini avviate sulle cooperative Terra Promessa e Rinnovamento, un fascicolo aperto dal pm Davide Palmieri ereditato dal collega Fabrizio Gaverini, rappresentano soltanto un filone della maxi inchiesta condotta sul sistema di accoglienza dei profughi in provincia. Le indagini, nel tempo, si erano allargate in un filone a parte anche ad altre cooperative più note, Ruah e Diakonia della Caritas.

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