Un'indagine scozzese

Insomma, i tacchi fanno male o no?

Insomma, i tacchi fanno male o no?
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Nell’ambiente femminile e alla moda è conosciuto con il nome di stiletto. Il cosiddetto tacco 12, sottile, rigorosamente a spillo. Un’arma di seduzione per la donna, anche se, a dire il vero, per tante è un vero supplizio, da indossare solo quando strettamente necessario. Tant'è che sulla questione ancora si discute, soprattutto in funzione dei rischi o benefici, più rari o assenti, per la salute. Ad occuparsi del caso stiletto, di recente, sono stati addirittura i ricercatori dell'università di Aberdeen, in Scozia, che hanno riesaminato gran parte degli studi fatti in materia, arrivando a concludere che i tacchi alti potrebbero davvero essere responsabili di alcune patologie del piede: prime fra tutte alluce valgo e traumi, come dimostrerebbero i risultati pubblicati su BMC Public Health.

 

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Seduzione contro salute. Chi la spunta tra le due? Vale la pena scegliere per una serata uno stiletto, o peggio calzarlo tutti i giorni anche nella normale quotidianità semplicemente per il bell’apparire, se il conto da pagare è la salute delle ossa e del piede in particolare? Una risposta sicura non c'è mai stata, ma ora la scienza ha condotto i suoi studi sull’uso dello stiletto. Da questi emergerebbe il legame di rischio fra tacchi alti e potenziale sviluppo di alcune patologie piuttosto comuni come callosità, alluce valgo, dolori specifici e traumi, dovute al carico che l’avampiede subisce, tanto più pesante quanto maggiore è l’altezza del tacco, mentre tranquillizzante è il fatto che lo stiletto sarebbe escluso dalla corresponsabilità nell’insorgenza di osteoartrite, o artrosi, ovvero una malattia degenerativa a danno delle articolazioni e della cartilagine articolare, una sorta di membrana dura ma elastica che ricopre le estremità delle ossa lunghe, riducendo gli attriti, aumentando la capacità di assorbire gli impatti e gli urti, migliorando così la funzionalità complessiva dell'articolazione stessa.

 

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E la circolazione? Ne potrebbe anch’essa risentire. Questo perché, spiegano gli esperti, il peso del corpo, gravando sulla parte anteriore delle estremità, potrebbe limitare e compromettere il reflusso del sangue. La colpa però del tacco 12 è solo al 50 per cento, perché la restante è in qualche modo individuale, dipendente cioè dal tempo, più o meno lungo, in cui lo si calza. Rischio che potrebbe già verificarsi con tacchi più bassi, intorno ai 6 centimetri.

Il tacco ottimale. Allora meglio ballerine o sneaker? Neppure, perché la troppa bassezza non favorisce il giusto equilibrio posturale: la schiena tende all’indietro costringendo il tendine di Achille a lavorare eccessivamente. L’ottimale sarebbe dunque un tacco che non superi di 4 centimetri, largo e robusto, per permettere un appoggio stabile e sicuro, evitando scarpe accollate se si hanno caviglie grosse e a punta se invece le dita sono lunghe. Ulteriore consiglio è quello di alternare le tipologie di scarpa così da variare l’assetto del piede, pensando soprattutto al tempo e al terreno sul quale verranno utilizzate, ad esempio indossando scarpe da ginnastica per lo sport e ‘carrarmato’ per gli sterrati, comode e classiche per tutto il giorno e tutti i giorni, stiletto solo per serate e occasioni speciali.

 

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Una proposta di legge. Per proteggere la salute del piede, e non solo, delle donne e per esimerle dall’obbligo di indossare tutti i giorni, anche in ufficio, il tacco 12, in Inghilterra si è persino fatta una proposta di legge contro l’imposizione aziendale alle dipendenti per l’uso in ufficio di scarpe sexy. Bocciata però lo scorso aprile. Ma invece accolta e approvata nella provincia canadese della British Columbia dove la legislazione è stata modificata e cosi i datori di lavoro non possono più mettere parola sulla scelta calzaturiera delle proprie dipendenti. Obbligo di tacchi alti, tutti i giorni, quindi scampato!

Conclusioni dall’alto pulpito. Gli esperti non possono esimersi dal confermare che i tacchi alti rappresentano un rischio potenziale per la salute delle gambe, della colonna e del piede in particolare, rilevando tuttavia che all’uso degli stiletti si associano molti retaggi culturali, sociali e persino sexy-relazionali non trascurabili, che rendono il tacco 12 attraente seduttivo: motivazioni che avrebbero la meglio persino sulla certezza dei rischi medici. Tutto sommato dunque la ricerca avrebbe raggiunto il suo scopo: oltre a quello di analisi clinica, anche quello di avere attivato una maggiore sensibilizzazione sul problema, informando le donne a un uso più consapevole e responsabile dello stiletto, e dall’altro invitando a riflettere sulla questione anche le istituzioni, da un punto di vista legislativo-normativo.

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