Analisi di una meraviglia sportiva

Islanda, il calcio in fiore tra i ghiacci

Islanda, il calcio in fiore tra i ghiacci
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L'Italia di Marcello Lippi debuttò con un flop. Era il 2004, stadio di Reykjavik. Tempo da lupi. Gli azzurri presero due scoppole contro l'Islanda, una squadra di dilettanti o poco più. Oggi lo sappiamo: non era un miracolo, era un presagio. Se la nazionale islandese si è qualificata agli Europei in Francia della prossima estate è perché qualcosa è cambiato. Islanda mia, Islanda in fiore. Più ghiaccio e freddo, altro che sole. Sta a novecento chilometri dalla Gran Bretagna, su su, dove i ghiacci non si sciolgono mai. Ha una popolazione di 300mila abitanti, meno della provincia di Lecco. A calcio ci possono giocare poco perché fa freddo e allora hanno dovuto costruire dei campi indoor speciale. Ah, benedetta tecnologia. Adesso il rapporto campi-abitanti è il più alto d'Europa. Ma non è nemmeno questo il segreto. E allora qual è?

I progetti. La riforma, c'è sempre qualcosa da riformare, rivoluzionare, cambiare. Niente resta uguale. Se oggi la nazionale islandese è la più piccola a partecipare a Euro 2016 è perché nel 2002 il governo ha pensato di cambiare le cose, di fare un progetto a lungo termine che permettesse ai giovani di farla finita con l'alcool e con il tabagismo (come racconta il Fatto quotidiano) e permettergli di giocare, fare sport, allenarsi anche se fuori la temperatura scende di molto sotto lo zero. Quando si sono accorti che il talento ce l'avevano in casa, gli islandesi hanno iniziato a fare sul serio. Hanno accettato di emigrare in Inghilterra, in Galles, in Scozia, pur di giocare a calcio, e qualcuno anche in Italia. Hanno fatto esperienza. E così gli allenatori. In Islanda hanno istituito un corso aperto a tutti, anche alle donne, e da 70 richieste sono schizzati a 700. Più gente hai, più possibilità crei. Più giochi e più vetrina hai: nel 2002 c'era un solo campo da calcio. Oggi ce ne sono undici, venti in sintetico, centotrenta campi da calcetto.

Netherlands Iceland Euro Soccer
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Netherlands' Wesley Sneijder, in orange, walks off the pitch while Iceland players celebrate winning with a 1-0 score after the Euro 2016 qualifying soccer match between Netherlands and Iceland, at the ArenA stadium, in Amsterdam, Netherlands, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Peter Dejong)

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Iceland players celebrate winning the match with a 1-0 score after the Euro 2016 qualifying soccer match between Netherlands and Iceland, at the ArenA stadium, in Amsterdam, Netherlands, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Peter Dejong)

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Iceland’s Gylfie Sigurdsson, left, scores his side's first goal with a penalty passing Netherlands' goalkeeper Jasper Cillesen, right, during the Euro 2016 qualifying soccer match between Netherlands and Iceland, at the ArenA stadium, in Amsterdam, Netherlands, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Peter Dejong)

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Netherlands' Memphis Depay, center, is blocked by Iceland’s Gylfie Sigurdsson, right, and Iceland’s Birkir Saeversson, left, during the Euro 2016 qualifying soccer match between Netherlands and Iceland, at the ArenA stadium, in Amsterdam, Netherlands, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Peter Dejong)

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Iceland’s Gylfie Sigurdsson, center with number 10, scores his side's first goal with a penalty passing Netherlands' goalkeeper Jasper Cillesen, right, during the Euro 2016 qualifying soccer match between Netherlands and Iceland, at the ArenA stadium, in Amsterdam, Netherlands, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Peter Dejong)

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Iceland’s goalkeeper Hannes Halldorsson celebrates as his team scores 1-0 during the Euro 2016 qualifying soccer match between Netherlands and Iceland, at the ArenA stadium, in Amsterdam, Netherlands, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Peter Dejong)

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Team Iceland with Ragnar Sigurdsson, Jon Dadi Bodvarsson, Kolbeinn Sigthorsson, Kari Arnason, Birkir Saeversson, and Gylfie Sigurdsson, rear row from left, and Johann Gudmundsson, Ari Skulason, goalkeeper Hannes Halldorsson, Birkir Bjarnason, and Aron Gunnarsson, front row from left, pose for a team photo prior to the Euro 2016 qualifying soccer match between Netherlands and Iceland, at the ArenA stadium, in Amsterdam, Netherlands, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Peter Dejong)

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Iceland players celebrate winning the match with a 1-0 score after the Euro 2016 qualifying soccer match between Netherlands and Iceland, at the ArenA stadium, in Amsterdam, Netherlands, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Peter Dejong)

Gudjohnsen gioca ancora. E poi c'è il talento. Oggi un giocatore islandese non fa più notizia, il mondo è mondo. Il più grande giocatore di tutti i tempi ha appena 37 anni e non si è mica ritirato. No, Gudjohnsen gioca ancora. In Cina, va beh, ma continua a essere la spina dorsale della squadra del suo Paese. Gli hanno fatto bene le esperienze al Barcellona e al Chelsea, è diventato un esempio da seguire, e infatti molti giovani si affidano a lui. Ci sono Sigurdsson e Sightorsson, il mitico Bjarnason che ha giocato anche nel Pescara (e oggi nel Basilea) e soprattutto Hallfredsson, centrocampista del Verona, classe infinita, uomo di ghiaccio e mente come il fulmine. C'è tutto perché la qualificazione agli Europei di Francia abbia un senso dietro la sorpresa. Nel girone sono primi, hanno battuto quasi tutto, anche l'Olanda (due volte) che adesso rischia davvero di non qualificarsi alla competizione continentale.

Nuove geografie. Cosa sta succedendo in Islanda? Meglio: cosa sta succedendo nel mondo? La geografia del potere non basta più a giustificare le vittorie (o le sconfitte) dello sport. All'Islanda si aggiungeranno forse il Galles, l'Irlanda del Nord, l'Albania. Non sono soltanto i tempi che cambiano, è la programmazione che varia. Desiderosi di emergere, questi Paesi si riformano, mutano sulla base di un'identità. In tutti gli sport. È successo nel basket, pure. All'Europeo di pallacanestro la nazionale islandese ha messo nei guai l'Italbasket, quella zeppa di giovani che giocano in Nba. Non è solo il miracolo della globalizzazione, è qualcosa di più. E voglia di emergere sfruttando il proprio potenziale.

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