Suggestivo incontro Pirlo-Ancelotti

Arriva il Real: Juve, niente paura (Per dire che l'Italia c'è ancora)

Arriva il Real: Juve, niente paura (Per dire che l'Italia c'è ancora)
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Dal ciuffo di monello fin giù a quella linguaccia lunga, Alvaro Morata l’ha confessato senza timori: «Quest’anno vogliamo vincere la Champions». Ha ragione l’attaccante della Juventus: o ci provi o sei fesso. E visto che alla Juve sono tutti dei gran volponi, è lecito pensare che già stasera, nella partita d’andata allo Juventus Stadium, i bianconeri proveranno a conquistare l’accesso alla finale della competizione europea per eccellenza. C’è da battere il Real Madrid, la squadra che la coppa l’ha vinta un anno fa e che schiera Cristiano Ronaldo, il pallone d’oro. «Noi giocheremo senza paura», ha assicurato Andrea Barzagli, un altro con il ciuffo sparato in aria. D’altra parte, i bianconeri non possono fare diversamente. Certo è che tornare a disputare una semifinale dopo dodici anni impone una responsabilità: dimostrare che il calcio italiano non è ancora finito.

 

 

Quel gol di Mijatovic, nel '98. Quando Juve e Real si incontrano, tutti si ricordano sempre di quella finalissima giocata nel ’98, ad Amstedam, con la luna e le stelle nel cielo. Quella volta la squadra di Madrid aveva vinto per un gol di Mijatovic a metà tra un gollonzo e un tocco felpato, la Juventus dopo non era più riuscita a recuperare e il trofeo con le grandi orecchie l’avevano alzato gli avversari. La prima volta si erano invece incontrate nel ’62, erano i quarti di finale. Dopo le rispettive vittorie esterne per 1-0, la squadra spagnola aveva vinto 3-1 lo spareggio al Parco dei Principi. Ma non ha vinto sempre il Real. Certo il club madridista vanta otto vittorie contro le sette della Juventus, ma i bianconeri hanno segnato più degli avversari (18 gol contro 16 degli avversari). Numeri, sì, che però rendono piuttosto bene l’idea di quanto equilibrio generi questo tipo partita. Altrimenti non sarebbero dei titani.

 

https://youtu.be/ja-HRCJSvsc

 

L'incrocio Pirlo-Ancelotti. Poi la differenza la faranno come sempre gli interpreti. Uno è Carlo Ancelotti, che la Juventus l’ha allenata dal 1999 al 2001 e da due stagioni guida il Real Madrid. «Siamo convinti di poter realizzare il nostro sogno, quello di raggiungere nuovamente la finale dopo esserci riusciti lo scorso anno», ha detto. Ai tempi della Juventus Carlo era ancora una allenatore incapace di vincere. In tre anni aveva conquistato due volte il secondo posto in campionato, niente coppe, nient’altro. Infatti ha dichiarato: «La Juve? Un club che non ho mai amato». Poi andò al Milan, incontrò Pirlo e lo mise a fare il play-maker. Vinse la Champions due volte: nel 2003 proprio contro la Juventus, ai rigori, e nel 2007. Carletto domani ritroverà Pirlo, questa volta da avversario. «Per me è come un padre - ha detto il centrocampista bianconero -: abbiamo fatto tanti anni insieme, lui mi ha fatto giocare nel grande calcio e mi ha cambiato ruolo. Abbiamo vinto tanto, e con lui ho vissuto momenti indimenticabili». Nel bene o nel male, sarà ancora così.

 

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