stato d'agitazione

Kidiliz Group, futuro incerto per i lavoratori: 15 posti di lavoro a rischio a Bergamo

L’azienda in Francia è entrata in una procedura di amministrazione controllata, che ha coinvolto anche la filiale italiana: riguarda i negozi per bambini "Z"

Kidiliz Group, futuro incerto per i lavoratori: 15 posti di lavoro a rischio a Bergamo
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È allarme per 600 lavoratori italiani del gruppo Kidiliz, attivo nel commercio di abbigliamento per bambini e proprietario dei marchi Absorba, Catimini e “Z”. L’azienda in Francia è entrata in una procedura di amministrazione controllata, che ha coinvolto anche la filiale italiana. A rischio, in provincia di Bergamo, ci sono una quindicina di lavoratori operanti nei punti vendita di Orio al Serio, Seriate, Stezzano e Treviglio.

«Non ci sono informazioni chiare sul destino dell’azienda e dei dipendenti dei circa 150 negozi sparsi in tutto il Paese, principalmente a marchio “Z” – spiega Mauro Rossi della Filcams-Cgil di Bergamo -. La continuità operativa dell’azienda è già ora in dubbio e le lavoratrici si vedono sospesa parte delle retribuzioni e degli istituti contrattuali».

Nel 2018 l’azienda era passata al gruppo cinese Semir, che avrebbe dovuto avviare una stagione di rilancio; invece la situazione è precipitata. Oggi, giovedì 15 ottobre, si concluderà la raccolta delle offerte di acquisto prevista dalla procedura francese. «Non vi è alcuna garanzia che possano esserci investitori interessati al ramo italiano del gruppo - aggiunge Rossi - anche perché non è stata data adeguata comunicazione del bando in Italia, né tantomeno sono stati coinvolti i livelli istituzionali del nostro Paese. Con la mancanza di informazioni e la gestione della procedura svolta interamente Oltralpe, si rischia che un attore importante del settore sparisca nel silenzio, facendo perdere centinaia di posti di lavoro».

Per questa ragione la Filcams-Cgil, insieme a Fisascat e Uiltucs, ha avviato uno stato di agitazione in tutto il territorio nazionale, per sollecitare le istituzioni ad attivarsi tempestivamente prima che le conseguenze della procedura in corso si tramutino in licenziamenti collettivi.

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