La bufala sul patron della Corona e sulla sua eredità milionaria

Il ricordo di una persona è fortemente legato alle ultime azioni che ha compiuto in vita. Per questo, forse, molti hanno voluto credere a una notizia circolata su diversi organi d'informazione pochi giorni fa. Antonio Fernández Rodríguez, presidente del Grupo Modelo, i produttori della famosissima birra Corona, avrebbe lasciato in eredità una cifra pari a 198 milioni di dollari (circa 200 milioni di euro) da devolvere ai settantasette abitanti del piccolo villaggio di Cerezales del Condado, di cui era natio. Conti alla mano, ad ogni singolo abitante sarebbero spettati circa 2 milioni e 500 mila euro. Peccato che le persone che vivono stabilmente nel paesello, anche nel periodo estivo, non siano più di una trentina, compresi gli unici due bambini. Dobbiamo quindi aspettarci un regalo di natale che superi i 6 milioni per questi fortunati abitanti? Assolutamente no.
Ciò che è realmente successo. Come accade per molte di queste storie, troppo belle per essere vere, sono spesso delle grandi bufale. A confermarlo il dietrofront del The Telegraph, fra i primi a lanciare la notizia e che, accortosi dello sbaglio, ha subito cancellato l’articolo che oramai aveva già fatto il giro del mondo. Come prontamente ha suggerito Il Post, a trarre in inganno molti potrebbe essere stato un articolo del giornale Diario de Léon (quotidiano della provincia di Léon di cui fa parte il piccolo villaggio). Nella pubblicazione comparivano riferimenti al paese d’origine dell’uomo, sempre però legati ai nipoti che continuavano a vivere lì e che andrebbero a beneficiare di questo denaro: «I famigliari della provincia sono stati benedetti da una donazione di 200 milioni di euro, a cui il fisco darà un bel pizzico», ha scritto il giornale. Ad accentuare le possibilità di errore si inserisce anche lo spirito filantropico che Fernández ha sempre dimostrato. A lui si deve la creazione delle due imprese Soltra (a Léon) e Cinia (in Messico), fondate per dare lavoro ai disabili che popolano quei luoghi. Senza dimenticare la Fundación Cerezales Antonino y Cinia, attiva nella provincia spagnola e promotrice di diversi progetti: da esposizioni di artisti al restauro di strade e chiese, fino alla creazione di un allacciamento per l’acqua corrente. A smentire definitivamente la notizia sono state, infine, le dichiarazioni della portavoce dell’associazione: «Nel testamento ha lasciato il suo denaro alla sua famiglia, non agli abitanti del villaggio». Un paese che resta in ogni caso debitore verso una persona che ha fatto veramente molto. È solo merito di Fernández, infatti, se Cerezales non è ancora stato abbandonato dai pochi che ci vivono stabilmente. Lo ricorda con affetto Maximino Sánchez, proprietario e gestore dell’unico bar del paese, che parla del patron di Modelo come di un benefattore, considerato tale da tutta la comunità.
Chi è Antonio Fernández Rodríguez? Nato il 13 dicembre del 1917 nel villaggio di Cerezales del Condado da una famiglia estremamente povera, già all’età di 14 anni lasciò la scuola perché i suoi genitori non potevano pagargliela. Ma è solo con il matrimonio con la moglie Cinia Gonzàlez Diez, avvenuto subito dopo la guerra civile, che avviene la svolta: si trasferisce in Messico per lavorare come magazziniere nella azienda fondata dallo zio della moglie, la Grupo Modelo. Con pazienza e dedizione, gradino dopo gradino, nel 1971 ne divenne amministratore delegato, dando vita alla Corona. Sono state le sue iniziative a far sì che questa birra diventasse non solo la più venduta in Messico, ma anche un prodotto di punta a livello internazionale. Fino al 1997 rivestì il ruolo di amministratore delegato del gruppo, mantenendo anche l'incarico di presidente del consiglio amministrativo fino al 2005 (passando poi lo scettro al nipote Carlos Fernández González). Dopo la sostituzione, divenne presidente onorario del gruppo. Dal 2013, il Grupo Mondelo fa parte della multinazionale Anheuser-Busch InBev. Il 21 agosto 2016, Antonio Fernández Rodríguez è morto all’età di novantanove anni, lasciando un'azienda che produce la seconda birra in bottiglia più importata negli Stati Uniti con un fatturato annuo di oltre 650 milioni di euro. Un uomo dalle mille risorse e dall'animo generoso.