La Caporetto dei negozi di Bergamo I dati allarmanti delle chiusure
Il tonfo delle botteghe al dettaglio in città è confermato dai dati del Comune di Bergamo. Gli uffici dove si elaborano le statistiche confermano l’andamento in forte discesa sulla base delle “Scia”, ovvero della documentazione di apertura e chiusura dei negozi, documenti che i commercianti sono obbligati a presentare in Comune in caso di avvio o di cessazione dell’attività.
I dati della città sono drammatici e li ripetiamo prima di passare a esaminare meglio quelli dell’hinterland, dei paesi attorno alla città. Nel 2015 i negozi di vicinato erano in totale 2.946, oggi sono 2.044. Se guardiamo soltanto gli alimentari siamo passati da 531 (sempre nel 2015) a 396. Questi sono i dati confermati dal Comune di Bergamo. Le statistiche che arrivano dalla Camera di Commercio presentano invece numeri differenti, ma la ragione adesso è chiara: le cifre si riferiscono al numero di imprese. Un’impresa, per esempio, può avere anche cinque negozi e magari chiuderne quattro. L’impresa resta, i negozi no.
Una Caporetto del commercio. Il venire meno delle botteghe ha un significato sociale importante, cambia il volto dei quartieri, li impoverisce di umanità, accresce l’insicurezza. Perché più che le telecamere e i poliziotti, sono i negozi con i loro addetti che garantiscono strade in ordine, tranquillità, pulizia, talvolta anche bellezza, come succede ad esempio con le fioriere di via Pignolo.
Ma se la città deve piangere sulle ceneri dei suoi negozi e sulla politica miope dei suoi politici (da vent’anni almeno), che cosa succede nei paesi della corona, ovvero dell’hinterland? Anche qui è in atto una contrazione, ma meno grave rispetto a quella della città. Su un campione di quindici comuni (Albano, Azzano, Curno, Gorle, Grassobbio, Lallio, Mozzo, Orio al Serio, Paladina, Pedrengo, Ponteranica, Scanzo, Seriate, Torre Boldone, Treviolo, Valbrembo) nel 2010 esistevano 1.097 negozi, nel 2016 erano 1.139 mentre al 30 giugno scorso eravamo scesi a 963. In realtà il dato è falsato dal “caso Seriate” che ha modificato il...»