caso yara

La Cassazione apre ai legali di Bossetti la possibilità di visionare i reperti

La Suprema Corte ha accolto i ricorsi di Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avvocati difensori dell'uomo condannato per l'omicidio della tredicenne, contro i provvedimenti della Corte d’Assise di Bergamo che negavano la possibilità di esaminare i reperti raccolti nelle indagini

La Cassazione apre ai legali di Bossetti la possibilità di visionare i reperti
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Il 12 gennaio la Suprema Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi presentati da Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avvocati difensori di Massimo Bossetti, contro i provvedimenti della Corte d’Assise di Bergamo che negavano la possibilità di esaminare i reperti raccolti durante le indagini. I ricorsi degli avvocati, come riporta Corriere Bergamo, sono stati ritenuti fondati e, di conseguenza, i provvedimenti impugnati devono essere annullati.

A questo punto la Corte d’Assise dovrà stabilire se la difesa può visionare i reperti, ai quali non ha mai avuto accesso durante le fasi processuali, e in particolare i campioni di dna prelevati dal corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra uccisa il 26 novembre del 2010.

La richiesta degli avvocati difensori era stata dichiarata inammissibile dal presidente della Corte, ritenendo che una volta confiscati i reperti la difesa non avesse più voce in capitolo. La Cassazione ha stabilito che però non doveva essere il presidente a decidere, bensì la Corte d’Assise, competente anche dopo la confisca dei campioni.

Massimo Bossetti, muratore di Mapello detenuto nel carcere di Bollate, è stato condannato in via definitiva nel 2018 per l’omicidio della ragazzina, trovata in un campo di Chignolo d’Isola a tre mesi dalla scomparsa. Accedendo ai reperti la difesa spera di trovare nuovi elementi per chiedere una revisione del processo.

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