La classifica di Rio vista dal basso (L'importante è partecipare, però...)

D'accordo che l'importante è partecipare e non vincere, ma arrivare in Brasile con una truppa di oltre cento atleti, forti di un Pil tra i più ricchi al mondo, e trovarsi nel medagliere a quota zero non è molto onorevole. È il caso dell'Austria, che a Rio al decimo giorno di giochi si trova ancora al palo. Ma la classifica vista dal basso, cioè partendo di chi ha vinto niente o ha vinto poco, riserva tante sorprese.
I Paesi ancor all'asciutto sono molti di più di quelli che almeno un bronzo se lo sono appesi al collo: 134 contro 63. E chi c'è a far compagnia all'Austria? Ovviamente tutta una serie lunghissima di Paesi poveri, per i quali in effetti già il fatto di esserci vien considerata una vittoria. Pensiamo al Sud Sudan arrivato per la prima volta dalla sua indipendenza con tre atleti, distinti dal Sudan. Ma al suo fianco si trovano Stati con portafogli gonfi come la Finlandia, a quota zero medaglie, o un gigante come il Messico che pur è presente con 350 atleti. Sono a zero la Serbia (che però nel basket sta mettendo paura a tutti), stracciata dal Kossovo che invece uno storico oro se l'è portato a casa nel Judo. La partita baltica per ora è nettamente vinta dalla Croazia, con due ori e un argento, sopravanzando la Slovenia, mentre anche Bosnia e Montenegro per ora sono all'asciutto. A zero anche Uruguay e Paraguay, a zero la Palestina, per la quale essere presente con i suoi dieci è già un traguardo. Non molto meglio del resto sta facendo Israele, che per ora con una truppa di 67 atleti si deve accontentare di due bronzi. Gli stessi di un'altra nazione dalla fama molto "atletica" come la Norvegia: ma è uno di quei paesi che senza neve si sentono persi... Tra i giganti non brilla molto la Turchia con un esercito di 335 atleti che per ora hanno partorito il "topolino" di due argenti.
Ma la classifica letta dal basso può anche prendere a volte una dimensione epica. Gli esempi sono tanti e certamente staranno al cuore delle future narrazioni di queste prime olimpiadi sudamericane. Prendete le Bahamas, che lunedì hanno vinto con un vero strappo al cuore l'oro prestigioso nei 400 metri femminili. Shaunae Milller per spuntarla si è letteralmente tuffata sul traguardo. Un tuffo che le ha garantito quel pugno di millesimi per la vittoria. Ma ancor più memorabile è la medaglia d'oro del Portorico, la prima nella storia del Paese, arrivata grazie alla più sorprendenti delle vittorie, quella nel torneo di tennis femminile, con la bellissima Monica Puig, numero 33 nel ranking mondiale. Il suo pianto infinito alla vittoria sulla tedesca Kerber resterà tra le immagini di questi giochi. E il suo Paese può ben essere soddisfatto del bilancio dei Giochi. In basso troviamo anche le isole Fiji che hanno sconfitto gli inglesi nel rugby a sette (strane regole dei giochi: entra il golf e ogni tipo di tiro a segno, ma il rugby "normale", il più nobile dei giochi,resta fuori...).
Naturalmente brilla della luce della libertà l'oro della squadra degli Atleti olimpici indipendenti, in sostanza i senza patria. Ha vinto per loro un atleta kuwaitiano nel tiro a segno sconfiggendo tra l'altro un italiano. Infatti il suo Paese è stato escluso dai giochi per le interferenze del governo sul locale Comitato olimpico. La squadra degli "IAO" ha preso anche un bronzo. Essendo in nove, si può dire che abbiano la migliore media tra presenza di atleti e medaglie...