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La denuncia del giornalista Nicoletti Autistici come fantasmi a 18 anni

La denuncia del giornalista Nicoletti Autistici come fantasmi a 18 anni
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Tommy è un ragazzo di diciassette anni, quasi diciotto, per la precisione. Suo padre, il giornalista Gianluca Nicoletti (speaker di Radio24 ed editorialista de La Stampa), teme il momento in cui diventerà maggiorenne, perché allora sarà un “fantasma” per la società (ci ha scritto anche un bel libro, Alla fine qualcosa ci inventeremo). Tommy, Tommaso, è affetto da autismo e finora per lui ci sono stati insegnanti di sostegno, sedute presso medici specializzati e via dicendo. La sua diversità, insomma, è stata riconosciuta dalle istituzioni pubbliche con cui ha avuto a che fare. La legge italiana, tuttavia, non contempla il caso di persone autistiche adulte. Come se, insieme alla maggiore età, l’autismo scomparisse. Per correggere la gravissima mancanza, perciò, si deve fare riconoscere alle autorità competenti l’esistenza della patologia autistica “adulta”, affinché la legge 104 possa valere anche per i genitori di figli maggiorenni e autistici. Un’assurdità colossale, certo, ma resa necessaria da una situazione ancora più assurda.

 

 

L’unica novità legislativa, per quanto riguarda il futuro degli adulti autistici, è stata introdotta dalla Legge n. 114/2014, secondo cui il minorenne titolare dell’indennità di accompagnamento, cioè il ragazzo affetto da autismo, non è più tenuto a presentare la domanda all’INPS per il rinnovo del sussidio, al compimento della maggiore età. Fino a poco tempo fa, infatti, il giovane adulto non riceveva in automatico alcuna prestazione economica e, per continuare a percepire l’indennità di accompagnamento o altre provvidenze economiche previste per i maggiorenni, doveva presentare domanda all’INPS. Grazie alla riforma, dunque, alla maggiore età le prestazioni economiche erogabili agli invalidi maggiorenni continueranno ad essere offerte senza ulteriori accertamenti sanitari e senza bisogno di presentare una nuova domanda. Una magra, magrissima consolazione.

Il progetto di Gianluca Nicoletti. «Tommy compie 18 anni il 26 febbraio e a tutti gli effetti non sarà più considerato un autistico. Entra nel limbo dei fantasmi, di quelli che qualche psicanalista d'antàn ha chiamato i “post autistici”. C'è da mettersi le mani nei capelli: io per casa ho ancora a tutti gli effetti un bambino da sorvegliare come se avesse tre anni, anche se è alto due palmi più di me e pesa 90 chili. Al Caf poi mi hanno ricordato l'aspetto più ridicolo: non è più autistico quindi dovrò nuovamente rifare tutta la trafila per la [legge] 104 che scade. Spero davvero che non sia così, c'è da spararsi», scrive Nicoletti sul suo sito ufficiale. Dove dichiara di voler reagire all’assurdità della legge italiana con una provocazione: «Il primo atto sarà festeggiare il compleanno di Tommy non più autistico, in una location che stiamo cercando. Quelle del compleanno saranno anche le prime scene di un docufilm sull'autismo che stiamo girando. Il mio vuole essere un pungolo soprattutto alle famiglie, bisogna inventarsi qualcosa. Penso ad esempio all'idea che alcune possano consociarsi in piccoli gruppi, mettendo insieme contributi pubblici e beni da dare ai figli per offrire un futuro dignitoso nel “dopo di noi”».

 

https://youtu.be/W_3t7ozz4MM

 

La fondazione Autismo Insieme. La situazione tragicomica denunciata dal giornalista sta a cuore alla fondazione Autismo Insieme,  creata da Tilde Amore, insegnante di sostegno e madre di un figlio autistico adulto. La signora Amore ha raccontato la difficoltà di chi, come lei, cerca di ottenere un aiuto dallo Stato: «Gli adulti con autismo vivono nella terra di nessuno: le diagnosi di autismo dopo i 18 anni di età subiscono un crollo. Gli autistici in età adulta non vanno a scuola, non lavorano e sono orfani di sanità. Non possono farsi sentire e nessuno se ne accorge. Per loro mancano i riferimenti sanitari: non hanno più l’età per essere seguiti dai neuropsichiatri infantili e neppure gli psichiatri possono fare molto perché la loro è una diversa disabilità. Tutto questo vuoto produce un carico esorbitante che ricade sulle famiglie». E aggiunge: «Tenerli in casa significa dover smontare i rubinetti, potrebbero aprirli e non essere in grado di chiuderli. Le porte non possono avere maniglie né chiavi, il rischio è che si chiudano dentro. Le maniglie dalle finestre vanno smontate, potrebbero affacciarsi e farsi male. Detersivi, candeggina e oggetti pericolosi vanno nascosti, rappresentano un rischio per loro».

 

https://youtu.be/Gef9EElfxiA

 

L’accoglienza della Primula. In previsione del “dopo di noi”, la fondazione sta così ultimando la casa alloggio La Primula nel Parco delle Colombare, a Verona: «La Primula è il nostro sogno, una struttura specifica gestita da personale qualificato che nasce nel rispetto della tipologia dell’autismo e delle sue espressioni, una vera e propria residenza che accoglierà circa 10 pazienti adulti. La casa sarà dotata di un centro occupazionale e offrirà varie proposte abilitative-educative. Sarà anche un polo culturale e di aggiornamento sull’autismo in cui troveranno spazio una biblioteca, un’emeroteca, una sala convegni e saranno organizzati corsi di formazione, incontri e approfondimenti per i genitori e per tutti gli interessati».

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