La denuncia di Giulia, 26 anni: «Ho girato il mondo, ma sono stata molestata sotto casa»
È una content creator molto seguita sui social. Da poco vive a Bergamo, dove è stata vittima di un fatto grave che ha denunciato in un video
di Marta Belotti
L’accoltellamento avvenuto alla stazione Autolinee di Bergamo mercoledì 13 novembre e che ha portato al ferimento (in codice giallo) di un 26enne egiziano è solo l’ennesimo degli ormai numerosi episodi di violenza che sconvolgono questa parte della città. A fine settembre erano stati gli studenti del Mascheroni, del Lussana, del Secco Suardo e del Sarpi (tramite i loro rappresentanti) a scrivere una lettera congiunta ai giornali e al Comune per denunciare la situazione. Che, evidentemente, è chiara anche a chi a Bergamo ci vive da poco tempo.
«La città mi piace tantissimo, ci sono tanti servizi e anche tante opportunità, però di certo quando cammino per strada non posso dire di sentirmi sicura, anzi. Ancora di più dopo l’episodio di giovedì (7 novembre, ndr)». A parlare è Giulia Meta, ingegnere che, dopo essersi laureata al Politecnico di Milano, ha deciso di dedicarsi alle proprie passioni - i viaggi, in particolare - diventando una content creator molto apprezzata e seguita sui social (conta quasi novantamila follower su Instagram e poco meno di quarantamila su TikTok, sempre con lo pseudonimo di @metavagante).
Originaria di Cassino (provincia di Frosinone), la 26enne si è trasferita da poco a Bergamo con il compagno. L’episodio al quale fa riferimento è quello che lei stessa, tra lacrime di paura, frustrazione e rabbia, ha raccontato alla propria community poco dopo averlo subito.
La violenza
«Ero in via David, una strada tra via Borgo Palazzo e la stazione, quindi non lontana dal centro della città. Erano le 16.05 e c’era ancora luce piena, con diverse persone per strada. Ho visto un uomo avvicinarsi e il mio istinto di viaggiatrice ha fatto scattare in me una sensazione strana. Dato che ero al telefono con una mia amica, le stavo confidando i miei sospetti quando l’uomo, che a quel punto si trovava a neanche una quindicina di metri da me, ha tirato fuori dai pantaloni quello che... doveva togliere, diciamo, e ha iniziato a masturbarsi davanti ai miei occhi».
L’indifferenza
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La prima reazione di Meta è stata quella di girarsi per scappare e trovare il supporto di qualcuno, ma, nonostante fosse presente un signore sulla sessantina, questo è passato senza fare nulla (...)
L'Articolo 1 della legge 1º aprile 1981, n. 121, stabilisce la responsabilità della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica; le attribuzioni dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza sono esercitate dal Prefetto e dal Questore. La mancanza di questa tutela mina gli sforzi di trasformare la nostra città in un luogo internazionale ed accogliente.
Mi rivolgo particolarmente a chi continua ad affermare di non aver paura del diverso!!!! lo dice solo perchè ben scortato e protetto. Provino lor signori a scendere dalle loro poltrone e "non scortati" si spostino nelle vie delle nostre città e usino i mezzi di trasporto come tutti i normali cittadini e poi vediamo se la pensano ancora così. Ci bastavano i nostri di maldestri e non avevamo necessità di importarne altri.
Il fatto è che secondo l'articolo del d. lgs. numero 8/2015, che ha depenalizzato il reato di atti osceni in luogo pubblico, masturbarsi in pubblico non è più reato. Io partirei da questo, una legge abbastanza opinabie.
Ti è andata bene potevi sparire e finire schiava in qualche "harem". Sotto casa è stato un caso.
Mi dispiace molto per ciò che è successo a Giulia. Purtroppo questi fatti gravissimi sono il risultato di una politica ASSENTE che si volta dall'altra parte continuando a vantarsi di quanto Bergamo sia internazionale,accogliente per i turisti e cose di questo genere! Per che ?come me,è nata a Bergamo e ci vive è triste dover constatare che , anche questa giunta, non fa nulla .....le molestie non vengono rivolte alle loro mogli, figlie,nipoti.....solo in quel caso farebbero qualcosa ......anche in questo caso VEDRAI CHE BERGAMO continua a suonare sempre più come una minaccia.