La Francia ci batte ogni giorno (parliamo del numero dei figli)

Dice il contatore di Italiaora.org che alle dieci di questa mattina eravamo esattamente 62.482.690 italiani. Ma dalla mezzanotte i nati sono stati 616 mentre i morti 624. A fine giornata il saldo sarà inevitabilmente ancora più negativo: dall’inizio dell’anno infatti i nati sono stati 363.591 mentre le morti sono a quota 368.065. La popolazione italiana è dunque in continua diminuzione. L’ultimo allarme in ordine di tempo lo ha lanciato Eurostat l’ufficio statistiche dell’Unione Europea che ha guardato in prospettiva: in Italia ci sarà un crollo verticale della popolazione da qui al 2050 e ancor più al 2080. Secondo gli analisti di Bruxelles, se escludiamo infatti dalla contabilità demografica la variabile migratoria, nel 2050 gli italiani si ridurrebbero dai 60,6 milioni del 2015 ai 51,5 del 2050, per toccare il minimo a 39,4 milioni nel 2080. Le nascite dalle 519 mila dell’anno scorso scenderebbero a 375 mila nel 2050 e a 308 mila nel 2080. Sul lato opposto nel 2015 si è toccato il picco più alto di decessi dal secondo dopoguerra: i morti, secondo gli indicatori dell’Istat, sono stati 653 mila, 54 mila in più dell’anno precedente (+9,1 percento).
Riguardo ai numeri alla fine c’è una variabile che ci fa essere più ottimisti: è quella dei flussi migratori. Secondo Eurostat con i numeri dei nuovi arrivi da Paesi extracomunitari, la popolazione sul territorio italiano salirebbe a 67 milioni nel 2050 per assestarsi a 65 milioni nel 2080. Con un significativo miglioramento anche del trend delle nascite: 572 mila nel 2050 e quasi 571 mila nel 2080.
È un destino che riguarda anche l’Europa, di storia e ormai di fatto “vecchio” continente, visto che la popolazione dell’Unione europea è destinata a scendere dai 507 milioni del 2015 ai 466 del 2050. Fino a precipitare a 399 milioni nel 2080. Quanto alle nascite nel 2015 sono state 5,1 milioni, nel 2050 saranno 4,1 e infine nel 2080 scenderanno a 3,6 milioni. Anche in questo caso, per fortuna, al netto dei flussi migratori, che invece garantiranno una sostanziale stabilità alle nascite.
Naturalmente non per tutti è così. Perché ci sono Paesi la cui popolazione “autoctona” non è affatto in calo: sono Francia e Gran Bretagna. E allora dobbiamo domandarci perché due Paesi sostanzialmente non molto diversi dall’Italia siano riusciti a convincere i propri giovani a fare figli. Oltretutto sono Paesi in cui la tradizione della famiglia è meno radicata che in Italia. La risposta è molto semplice: Francia e Gran Bretagna hanno varato da anni misure sostanziali e vere di sostegno alle famiglie, in particolare alle famiglie con tre figli e più. I tre figli infatti rappresentano l’asticella che permette alla popolazione di un Paese di non diminuire: due figli pareggiano contabilmente i genitori, il terzo va a sostenere la media “abbassata” da chi non si sposa o da chi di figli ne ha fatto uno solo. Non sono misure che si improvvisano, ma sono decisioni di lungo periodo, che in particolare la Francia ha adottato sin dagli anni 80. Il risultato è che i cugini transalpini ci distanziano giorno dopo giorno. Oggi sono già oltre 66milioni e nel 2015 le nascite da coppie in cui almeno uno dei due genitori sia francese, sono state poco sopra le 800mila.