La Lega chiede a Gori, "amico degli imprenditori", di parlare coi pm della mancata zona rossa
L'interrogazione chiede al primo cittadino se ha ricevuto pressioni dal mondo imprenditoriale, dati anche gli «importanti contributi di finanziamento» da lui ricevuti durante la sua campagna per le regionali
Terminate le audizioni dei magistrati bergamaschi a Palazzo Chigi nella giornata di venerdì 12 giugno, in merito alla mancata zona rossa in Val Seriana, il gruppo consiliare della Lega chiede spiegazioni al sindaco Giorgio Gori.
I consiglieri comunali del Carroccio hanno presentato un’interrogazione urgente a risposta orale in cui domandano al primo cittadino se «all’inizio del mese di marzo abbia ricevuto richieste o pressioni da singoli imprenditori, o associazioni di categoria perché intercedesse nei confronti del Governo, o dei parlamentari del suo schieramento politico, per dissuadere l’istituzione della zona rossa ad Alzano e a Nembro». L’interpellanza chiede inoltre, in caso affermativo, «se abbia poi trasmesso tale messaggio e chi avrebbe sollecitato e se ritenga o meno di voler chiedere agli organi inquirenti di essere sentito sui fatti in questione».
Il gruppo della Lega evidenzia come da più parti siano state fatte ipotesi su possibili pressioni che il mondo imprenditoriale orobico, o una parte di esso, avrebbe esercitato sugli organi politici nelle prime fasi dell’emergenza sanitaria per evitare il lockdown. E non solo: «La campagna elettorale di Giorgio Gori, come candidato alla presidenza della Lombardia, aveva visto nel 2018 numerosi grandi imprenditori versare importanti contributi di finanziamento – proseguono i consiglieri leghisti -. Il sindaco, ha promosso la campagna #Bergamononsiferma al fine di spingere la gente a recarsi in città e a frequentare bar e ristoranti, riprendendo il messaggio di Confindustria Bergamo e diventando il principale testimonial delle richieste di una parte del mondo imprenditoriale bergamasco».