Lo schianto in Valtellina

La manovra disperata del pilota dell'elicottero per salvare il ragazzo che volava con lui

Estrema virata mentre il velivolo era andato in autorotazione. Ipotesi avvalorata dal fatto che il mezzo ha colpito il suolo dal suo lato, evitando l’urto peggiore al passeggero

La manovra disperata del pilota dell'elicottero per salvare il ragazzo che volava con lui
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Ci sono ancora molti aspetti da chiarire riguardo all’incidente di Albosaggia, in Valtellina, dove nella serata di mercoledì 10 agosto, intorno alle 18,15, un elicottero turistico, un Robinson R22 che rientrava alla base di Caiolo dalla Valmalenco, si è schiantato al suolo dopo aver tranciato un cavo di guardia della linea elettrica. A morire sul colpo è stato il pilota Giovanni Murari, sessantenne residente a Capriate San Gervasio, mentre il 17enne di Abbadia Lariana che viaggiava con lui è ancora ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII dove venerdì 12 agosto è stato sentito dai carabinieri.

I militari dell’Arma non hanno fatto trapelare alcuna informazione su quanto raccontato dal giovane. Ma secondo una delle ipotesi avanzate si pensa che Murari abbia tentato all'ultimo una manovra disperata per salvare il passeggero, mentre il velivolo era andato in autorotazione. Questa ricostruzione sarebbe in parte avvalorata dal fatto che il mezzo ha colpito il suolo dal suo lato, evitando l’urto peggiore al ragazzo. E in questa direzione va anche l’opinione dell’ex moglie del pilota, Cristina Stropeni, riportata dall’Arena di Verona, giornale della terra d’origine di Murari: «Ho sentito che avrebbe tentato una manovra disperata per salvarlo, non mi riesce difficile crederlo - ha affermato la donna -. Il mio ex marito era affidabile in volo e sapeva come affrontare le situazioni difficili». Versione sostenuta anche dal noto alpinista Simone Moro, anche lui pilota d’elicottero, il quale conosceva bene la vittima: «Di sicuro Murari non era uno che faceva il macho. Tutti quelli che dovevano fare un refresh delle manovre di emergenza, se potevano si rivolgevano a Giovanni, molto calmo, una qualità rara. Era veramente una persona che cercavi».

Ma allora che cosa è accaduto in quell’ultimo, fatale viaggio? È quello che stanno cercando di scoprire gli inquirenti, che hanno aperto un fascicolo: a condurre le indagini è il sostituto procuratore Stefano Latorre, sotto il coordinamento del procuratore Piero Basilone. Nel procedimento, aperto contro ignoti, si ipotizzano i reati di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro aviatorio colposo. I rottami sono stati messi sotto sequestro e saranno analizzati dai periti, mentre è attesa per inizio settimana prossima l’autopsia sul corpo di Murari, che stabilirà se l’evento è da attribuire a un malore improvviso. In parallelo a quella della Procura, un’altra indagine è stata aperta dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo.

Giovedì scorso l’ex moglie Cristina e i due figli Matteo, di 20 anni, e Stefano, di 22, si sono recati a Sondrio da Capriate, per andare sul luogo dove è successo il fatto e visitare la salma. Una volta avuto il nulla osta del magistrato, dopo l’esame autoptico, Giovanni Murari sarà sepolto nel cimitero di Pressana, nel Veronese, dove si trova la tomba di famiglia. «Ci sembra giusto che Giovanni riposi qui - ha dichiarato Augusto Murari, uno dei fratelli della vittima -. Appena ce ne daranno la possibilità, andremo a Sondrio per poterlo vedere e portare a casa».

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