La maxi-moschea costruita a Mosca Una cupola più grande di San Pietro

Nel giorno della festa più sacra per i musulmani, l’Eid al Adha, o festa del sacrificio, il presidente russo Vladimir Putin ha inaugurato la più grande moschea d’Europa. All’inaugurazione erano presenti tutti i principali leader del mondo arabo, dal turco Erdogan all’iraniano Rohani. E c’era anche Abu Mazen, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, che ha donato 26 milioni di dollari per la costruzione della moschea e ha avuto un colloquio bilaterale con il suo omologo russo a margine della cerimonia di inaugurazione. Al centro della discussione, le recenti recrudescenze dei fatti di Gerusalemme.
I numeri della maestosa opera. La moschea, situata nei pressi dello stadio Olimpskij alla periferia di Mosca, si estende su una superficie di 18mila metri quadrati e ha una capacità di accoglienza di oltre 10mila fedeli. Si erge in altezza come un edificio di sei piani e ha minareti alti 80 metri, oltre a una cupola dorata del diametro di 46 metri, ben 3 in più rispetto al diametro del Cupolone più famoso del mondo, San Pietro a Roma. Ha marmi turchi e graniti canadesi, bianchi e verdi. Al suo interno ci sono 7 ascensori e tutti i servizi per i fedeli, anche per quelli disabili e in alcune sale sono stati posti grandi schermi che trasmetteranno ciò che accade nella parte centrale della moschea. L’intero complesso avrà una sala conferenze, una biblioteca, un museo, una galleria d'arte, una sala stampa e camere d'albergo.

Russia New Mosque

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La precedente moschea. Il maestoso edificio, però, non è una nuova costruzione, ma sorge sulle ceneri della cosiddetta “moschea-cattedrale di Mosca”, costruita nel 1904 e passata indenne attraverso il periodo sovietico. Venne abbattuta nel 2011 perché i suoi soffitti erano pericolanti. Ma già nel 2005 era stata avviata l’opera di restauro. 10 anni di lavori, tra restauri, abbattimenti, ampliamenti e ricostruzioni, costati l’equivalente di 170 milioni di dollari, frutto di donazioni dei fedeli musulmani russi, che nel Paese sono 20 milioni di persone su un totale di 150 milioni di cittadini. I ricchi emiri del Golfo e i sauditi, invece, non hanno dato nemmeno un centesimo.
La storia gloriosa della moschea-cattedrale. La moschea originaria, quella costruita nel 1904, venne realizzata grazie al contributo dell'uomo d'affari di origini tatare Salih Erzin. Non venne mai chiusa, nemmeno nel periodo sovietico, durante il quale è stata l'unica moschea funzionante nella capitale. Prima delle Olimpiadi di Mosca del 1980, l'edificio religioso aveva rischiato di essere demolito per la sua vicinanza allo stadio Olimpiskij, ma fu salvato dai leader religiosi e dagli ambasciatori dei Paesei arabi che fecero appello a Mosca. Dal 1996 nella moschea è stata ospitata la sede del Consiglio dei muftì di Russia e l'ufficio del gran muftì Gainutdin. Nella nuova moschea troveranno posto anche l'Istituto Islamico, la madrasa e il Centro culturale.
Il contributo di Suleiman Kerimov. Accanto alle donazioni dei privati, però, nell’ampliamento di oltre venti volte della superficie della moschea si registra il fondamentale contributo del magnate Suleiman Kerimov, detto anche il re del potassio, per via dei suoi affari. Si tratta di uno degli oligarchi più potenti di Russia, del Daghestan in particolare, grande amico di Putin, azionista di Gazprom con la passione per il calcio. Sposato, tre figli, innamorato della Costa Azzurra, è stato colui che ha creato il fenomeno calcistico dell'Anzhi Makhachkala, cui ha regalato il danaroso trasferimento di Samuel Eto’o. Secondo Forbes ha un patrimonio di 7 miliardi di euro e figura tra i 150 uomini più ricchi al mondo.
La Russia contro il terrorismo, non contro l’islam. Per il leader del Cremlino l’inaugurazione in pompa magna di un tempio così importante per i musulmani, proprio nel giorno in cui ha inizio la loro festa più sacra dell’anno, è stata l’occasione per mostrare al mondo un volto nuovo della Russia, tollerante, multietnica e multiconfessionale, dove c’è spazio per tutti. Un monito non di poco conto se si considera il crescente impegno della Russia nello scacchiere mediorientale, soprattutto in chiave anti Isis. Putin, nel suo discorso inaugurale ha tenuto a ribadire che Mosca non combatte l’islam, ma il terrorismo. Inoltre, il leader russo ha voluto ringraziare i capi religiosi russi per il prezioso lavoro che stanno facendo per arginare la propaganda estremista nel Paese, e ha affermato che i terroristi del cosiddetto Stato islamico «compromettono» la grande religione dell’islam, e che la loro ideologia è basata «sulla menzogna».