Anche Israele alza la guardia

La minaccia dell'Isis sull'Egitto dopo la strage di militari nel Sinai

La minaccia dell'Isis sull'Egitto dopo la strage di militari nel Sinai
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Adesso è la volta del Sinai, colpito con il più grave attacco dal 1973. L’Isis, per voce di un suo gruppo affiliato nella regione, ha rivendicato gli attacchi coordinati che hanno scosso la penisola egiziana la mattina del 1 luglio. Il tragico bilancio, difficile da stilare, è stato di 72 soldati uccisi e almeno 39 terroristi. I feriti sarebbero centinaia. Almeno stando ai numeri forniti da fonti mediche sul posto. Le autorità forniscono dati più mitigati: 36 morti tra soldati e civili e 38 jihadisti. Notizie più precise non se ne possono avere dato il blackout imposto dal governo egiziano ai media.

Chiusi i valichi con Israele e Gaza. Subito sono stati chiusi i valichi che collegano l’Egitto a Israele, quello di Nitzana e Kerem Shalom. Anche nei pressi di Rafah, valico attraverso cui si accede alla striscia di Gaza, ci sono stati violenti scontri. E solo il giorno prima l’Isis aveva diffuso un video in cui minacciava Israele e Hamas, definendolo troppo debole.

Mideast Egypt Sinai
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FILE - In this Nov. 6, 2014 file photo, an Egyptian army armored vehicle stands on the on the Egyptian side of border town of Rafah, north Sinai, Egypt. Islamic militants on Wednesday, July 1, 2015 unleashed a wave of simultaneous attacks, including suicide car bombings, on Egyptian army checkpoints in the restive northern Sinai Peninsula, killing at least tens of soldiers, security and military officials said.(AP Photo/Ahmed Abd El Latif, El Shorouk Newspaper, File) EGYPT OUT

Mideast Israel Egypt
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Smoke rises following an explosion by an airstrike in Egypt's northern Sinai Peninsula, as seen from the Israel-Egypt Border, in Kerem Shalom town, southern Israel, Wednesday, July 1, 2015. Islamic militants on Wednesday unleashed a wave of simultaneous attacks, including suicide car bombings, on Egyptian army checkpoints in the restive northern Sinai Peninsula, killing tens of soldiers, security and military officials said. (AP Photo/Ariel Schalit)

Mideast Israel Egypt
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An Egyptian military post is seen in Egypt's northern Sinai Peninsula, as seen from the Israel-Egypt border, in Kerem Shalom village, southern Israel, Wednesday, July 1, 2015. Islamic militants on Wednesday unleashed a wave of simultaneous attacks, including suicide car bombings, on Egyptian army checkpoints in the restive northern Sinai Peninsula, killing tens of soldiers, security and military officials said. (AP Photo/Ariel Schalit)

Mideast Palestinians Egypt
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An Egyptian military personnel carrier patrols on the Egyptian side of the border between Egypt and Rafah in the southern Gaza Strip, Wednesday, July 1, 2015. Dozens of Islamic militants unleashed a wave of simultaneous attacks, including suicide car bombings, on Egyptian army checkpoints in the restive northern Sinai Peninsula on Wednesday, killing at least 64 soldiers, officials said. (AP Photo/Mohammed Ebaid)

Battaglia epica. Un’offensiva in grande stile, quella lanciata da un centinaio di jihadisti appartenenti alla cellula di Ansar Bayt al Maqdes, tra le più attive negli scontri con l’esercito egiziano degli ultimi mesi. I miliziani hanno attaccato posti di blocco, caserme, avamposti dell’esercito egiziano, compiendo una strage. Immediata la reazione dei militari, che hanno innescato una vera e propria battaglia proseguita per tutta la giornata. Da un lato, quello jihadista, lanci di granate, razzi, mortai, autobombe e assalti kamikaze. Dall’altro, quello dell’esercito egiziano, uno stormo di F16 e di elicotteri militari Apache, a pattugliare i cieli della zona. Fonti locali hanno riferito che la cittadina di Sheikh Zuweid è nelle mani dei jihadisti che sfilano per le strade a bordo di auto con le armi, issando le bandiere nere dell'Isis. Le vie di accesso e di fuga da e per la città sono state minate. Impossibile uscire. Israele ha già inviato i suoi uomini e carri armati al confine, oltre a far alzare i suoi droni in cielo.

Il contesto egiziano oggi. L’attacco è arrivato in un momento in cui l’Egitto si appresta a ricordare i due anni (il 3 luglio) del colpo di stato dei militari che ha portato alla deposizione dell’ex presidente Mohammed Morsi, esponente della Fratellanza Musulmana, l’unico a essere eletto dal popolo mediante libere e democratiche elezioni, e che oggi è condannato alla pena di morte dal nuovo presidente democratico e laico: il generale Abdel Fatah Al Sisi. Sono giorni delicati in Egitto. Il secondo anniversario del golpe è coinciso con un’escalation di violenze che sono culminate la scorsa settimana con l’attentato che ha ucciso il procuratore generale Hisham Barakat, che, quando al potere salì il presidente ad interim Adly Mansour, aveva ordinato diversi arresti e comminato sanzioni a numerosi membri della leadership islamista, estromettendo i Fratelli Musulmani dalla vita politica del Paese. Sebbene i tragici fatti del Sinai siano stati rivendicati dall’Isis, non è ancora chiaro se tra l’autobomba che ha ucciso il giudice Barakat e gli attentati di ieri ci sia un collegamento.

Le minacce via web. Sta di fatto che lo stesso gruppo che ha rivendicato l’attacco sul Sinai, Ansar Beyt al Maqdes, il giorno prima dell’assassinio di Barakat aveva diffuso on line un nuovo video intitolato Lo Sterminio dei Giudici, in cui compare anche una lista con i nomi di figure di spicco della magistratura coinvolte in casi controversi e minacciate di morte.

Chi sono quelli di Ansar Beyt Al Maqdes. Gli analisti li chiamano ABM, l’Egitto e gli Stati Uniti li hanno inseriti nella lista dei gruppi terroristici ad aprile 2014. Ansar Beyt al Maqdes ha ufficializzato per la prima volta la sua formazione il 25 maggio 2012 proprio con un attacco a un gasdotto vicino alla città di Al Arish, importante nodo strategico e terminal del gas diretto in Israele. In quell’occasione vennero respinti grazie all’utilizzo di carri armati del Cairo entrati nella penisola in accordo con Israele, in deroga agli accordi di Camp David del 1978. Inizialmente si definivano qaedisti, ma poco prima dell’inverno scorso hanno giurato fedeltà al Califfo Al Baghdadi. Dall’agosto 2013, mese di inizio dell’operazione militare in Nord Sinai condotta dal nuovo governo, ABM è diventato sempre più famoso per i razzi lanciati contro la città israeliana di Eilat e gli attacchi ai check point di polizia e militari, per arrivare a macchiarsi della colpa dei due attacchi bomba agli edifici del Ministero degli Interni al Cairo e l’attentato al bus turistico di Taba del febbraio 2014.

Un duro colpo per Al Sisi. Quanto accaduto nella penisola del Sinai è uno dei colpi più duri inferti al presidente Al Sisi che della sicurezza nella regione aveva fatto un suo cavallo di battaglia. Sconvolto il premier Ibrahim Mahlab, che ha affermato: «L'Egitto è in stato di guerra». In realtà attacchi simili, avvengono nel Sinai con cadenza quasi regolare: il 2 aprile il bilancio era di 32 militari uccisi, il 30 gennaio di 30, nel novembre 2014 era di dieci e nell’ottobre di 34. Quello del 1 luglio è stato, però, l’attacco più feroce, sia per il bilancio delle vittime sia per l’accurato coordinamento delle manovre multiple dei terroristi. Citato dall’emittente tv Al Jazeera, l’esperto egiziano Hasan Nafea, docente di Scienze politiche presso l'università del Cairo, ha dichiarato che l'attacco «è stato lanciato da forze terroriste bene addestrate e dotate di armi molto sofisticate», e che a suo avviso «le politiche adottate finora contro il terrorismo nel Sinai sono state fallimentari, altrimenti non si spiega la forza di fuoco e l'organizzazione mostrate dai terroristi, nonostante da un anno l'esercito egiziano stia conducendo un'intensa attività di repressione nei loro confronti».

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