La nuova fobia dei millenial Usa spaventati dal trillo del campanello

L’hanno ribattezzata doorbell phobia. Door come porta, bell come campanello, phobia come paura. L’ha raccontata il Wall Street Journal ieri in prima pagina, rivelando come tra i millennial americani serpeggi questo terrore: il suono del campanello di casa. Un trillo che viene associato immediatamente a qualcosa di inquietante e che manda subito il battito del cuore alle stelle. Il campanello del citofono che squilla è solo foriero di intrusi o di cattive notizie. Non c’è nessuna ricerca che lo attesti, ma è bastato un sondaggio via Twitter per lasciare pochi dubbi: su 11mila risposte il 54 per cento ha definito il campanello “spaventosamente strano”. Stiamo parlando del pubblico americano, naturalmente, che su questi fenomeni fa un po’ storia a sé. Un pubblico di nativi negli Anni Novanta.
I motivi della fobia. Le spiegazioni che si possono dare sono le più ovvie: con il terrorismo e le tante forme di follia a mano armata che contrassegnano le cronache americane, il livello di allerta nei confronti di qualunque presenza sconosciuta è al livello massimo. E il campanello è un suono che annuncia un qualcuno di cui non conosciamo né vediamo il volto. È un’imprevista fragilità che si apre nella psicologia di una generazione ipertecnologizzata e che il vecchio Clint Eastwood ha liquidato con disprezzo in questo modo: «Sono tutti dei fighetti». Se il suono del telefono fisso è stato sostanzialmente eliminato dalla progressiva sparizione degli apparecchi, per i citofoni non sono state trovate ancora soluzioni alternative. Si potrebbe lavorare ad addolcire i suoni, ma pare non sia sufficiente, perché è ciò che il citofono annuncia ad inquietare. E il suono fa sobbalzare comunque, a prescindere dalla melodia. C’è da dire che il fenomeno è molto americano e che i giovani italiani sembrano per ora immuni da questa fobia. Per loro la “paura” è semmai a un livello diverso: indagando su internet si scopre che è associata soprattutto al ritorno anticipato dei genitori mentre si è usata la casa per stare con la propria ragazza. Se suona il campanello, c’è da vestirsi in fretta e studiare al volo una strategia credibile.
E gli ecommerce si adeguano. Ma in America le cose vanno diversamente. Al punto che i maggiori corrieri come Ups e i siti di vendite online si sono trovati costretti a studiare nuove strategie. Arrivare con il pacco, per altro atteso, a casa di un millennial e suonare il campanello è una pratica che disaffeziona i clienti. E sono clienti da tener ben da conto visto che hanno molti anni di vita, e quindi di spese, davanti a loro. Del resto si moltiplicano le richieste da parte degli utenti di essere avvertiti solo via sms o via mail del prossimo arrivo del pacco a destinazione. Quindi una buona strategia di consumer satisfaction prevede di tenere ben in conto segnali come questi. Del resto la copertura degli smartphone negli Usa tra i millennial è pressoché totale. Il 92 per cento dei ragazzi tra i 18 e 29 anni ne possiede uno; per fare un paragone, tra gli americani oltre i 65 anni è solo del 42 per cento. Quindi si può ipotizzare che con il prossimo ricambio generazionale, i citofoni potranno andare comodamente in pensione...