In aiuto delle famiglie

La nuova moratoria dei mutui Tutto quello che c’è da sapere

La nuova moratoria dei mutui Tutto quello che c’è da sapere
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Inserita a fine 2014 nella Legge di Stabilità, ufficializzata il 31 marzo 2015 attraverso un accordo tra Abi (Associazione bancaria italiana) e principali associazioni dei consumatori e operativa da pochi giorni: finalmente i cittadini italiani potranno aver accesso alla misura della moratoria dei mutui prevista della normativa e valida per il triennio 2015-2017. Se n’è discusso tanto ma in concreto requisiti e modalità di accesso sono scattati solo a inizio giugno.

Di cosa stiamo parlando? La moratoria dei mutui è la misura che permette a un soggetto di ottenere dalla banca erogatrice del “prestito” la sospensione del pagamento delle rate per un periodo di tempo prefissato in seguito a determinate difficoltà economiche. In sostanza, se ricorrono i requisiti previsti dalla legge e si seguono le modalità di accesso alla misura, si potrà evitare di pagare le rate del mutuo per un determinato periodo di tempo, senza incorrere in sanzioni.

 

 

È una novità? No, in realtà quella prevista dalla Legge di Stabilità approvata nel dicembre 2014 non è altro che una misura complementare a quelle già attive ad oggi. Stiamo parlando, in particolare, di due “valvole anticrisi” approvate dai governi italiani negli ultimi anni: la prima era il cosiddetto Piano Famiglia, esauritosi nel 2013, che ha permesso a 98mila italiani di ottenere la sospensione del mutuo scegliendo tra la sospensione totale o soltanto della quota capitale (quella del valore concreto del mutuo scevro dagli interessi, che invece si poteva scegliere di continuare a pagare); la seconda, decisamente più rilevante e ancora attiva, è il Fondo di Solidarietà per l’acquisto della prima casa, finanziato dal Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e gestito da Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, a sua volta controllata al 100 percento dal Mef). Attivo dalla metà del 2013, il Fondo permette di richiedere la sospensione totale del pagamento del mutuo per 18 mesi, per un massimo di due volte, ai mutuatari con reddito Isee non superiore a 30mila euro e un importo di mutuo non superiore a 250mila euro, per l’acquisto di un’immobile non di lusso adibito ad abitazione principale. I requisiti per l’accesso erano la perdita del lavoro, la morte o un handicap. Il Mef ha riferito che, ad aprile 2015, sono state 23mila le persone che hanno avuto accesso al Fondo, per un valore complessivo di 2 miliardi di euro erogati. Non un numero elevato proprio a causa dei requisiti assai stringenti.

Differenze tra la moratoria e vecchie misure. In questo scenario, dunque, si innesta la nuova moratoria dei mutui, da poco divenuta operativa. Questa misura, infatti, è riservata a coloro che non hanno i requisiti per rientrare nel Fondo, che resta comunque preferibile per chi si trova in gravi difficoltà economiche. In altre parole, questa moratoria è uno strumento complementare alle misure già in vigore. Tant’è che ha un impatto decisamente meno rilevante rispetto al Fondo di Solidarietà. Questo per vari motivi: innanzitutto la nuova moratoria allarga la platea degli interessati, perché può essere richiesta nel caso di perdita del posto di lavoro, morte, infortunio grave, ma anche soltanto se si è verificata una sospensione o riduzione dell'orario di lavoro, a causa della crisi, per almeno 30 giorni consecutivi (cioè coloro ai quali il datore abbia chiesto l'ammissione ad ammortizzatori sociali o contratti di solidarietà). Sono ammessi anche coloro che abbiano maturato ritardi nei pagamenti delle rate del mutuo fino a un massimo di 90 giorni. La seconda differenza rispetto al Fondo (questa volta peggiorativa) è che la sospensione vale per un massimo di 12 mesi e può essere richiesta una volta soltanto.

 

 

Ma la vera principale differenza rispetto al Fondo di Solidarietà è che la moratoria in questione prevede la sospensione solamente della quota capitale del mutuo e non degli interessi. Le persone che avranno accesso alla misura, quindi, non pagheranno la quota capitale del mutuo per 12 mensilità, ma dovranno continuare a versare alla banca gli interessi, che soprattutto nei primi mesi sono circa il 50 percento della rata. Come ha spiegato Fabio Picciolini, responsabile Ufficio studi Adiconsum, a Il Fatto Quotidiano, «se, ad esempio, la rata di un mutuo acceso 7/8 anni fa ammonta a 650 euro, si dovranno continuare a pagare regolarmente ogni mese almeno 300 euro di interessi». Ciò non accade nel Fondo, perché nei 18 mesi di stop dei pagamenti lì previsti è il Fondo a pagare gli interessi alla banca. Restano comunque esclusi, anche nella nuova moratoria, i pagamenti di commissioni o di interessi di mora.

Chi resta escluso? Facendo brevemente il punto, dalla nuova moratoria dei mutui 2015-2017 restano esclusi i titolari di mutui e finanziamenti che hanno accumulato un ritardo dei pagamenti superiore ai 90 giorni; quelli che hanno già fruito di misure di sospensione per un periodo di 12 mesi o di agevolazioni pubbliche; quelli che hanno sottoscritto contratti assistiti dalla cessione del quinto dello stipendio o della pensione e quelli strutturati con carta di credito revolving o come aperture di credito.

Come richiederla? La richiesta va presentata direttamente alla banca entro il 31 dicembre 2017 (QUI potete scaricare il fac-simile della documentazione). L’istituto di credito si impegna a rispondere con un parere positivo o negativo entro 20 giorni lavorativi. Essendo una disposizione di legge, la moratoria è valida per tutti gli istituti di credito, che non possono rifiutarsi dal valutarne l’emissione volontariamente. Come spiega Il Sole 24 Ore, chi in passato ha già goduto di un periodo di sospensione (tramite fondo di garanzia o altre iniziative Abi) ha poche chance di ottenerne un altro. Può accedere a questa moratoria solo se sono trascorsi almeno 24 mesi dall'avvio dell'istruttoria precedente e soltanto fino al raggiungimento di 12 mesi complessivi di stop delle rate. Se il cliente ammesso alla moratoria è in ritardo di una, due o tre rate, queste faranno parte delle 12 totali per cui scatta la sospensione.

 

 

È utile? Certamente è uno strumento in più nelle mani delle famiglie italiane in difficoltà economiche, ma dalla forza d’impatto assai limitata. Come hanno sottolineato le voci più critiche, una sospensione di 12 mesi nei pagamenti delle rate è veramente poca cosa se paragonata alla difficoltà di trovare un posto di lavoro oggi in Italia, anche perché, la sospensione non vale anche per gli interessi, con i mutuatari che dovranno quindi comunque sborsare dei soldi ogni mese. Il Movimento 5 Stelle aveva richiesto che la misura si estendesse per 36 mesi, così che si potesse affrontare l’emergenza liquidità e lasciare più denaro nell’economia reale per favorire la ripresa di consumi e investimenti. Ma la proposta è stata immediatamente bocciata. L’accusa principale a questa misura, infatti, è che sia demagogica, un contentino per gli italiani in difficoltà e un affare per le banche, che si mostrano solidali quando in realtà ci rimettono poco o nulla. Questo sarebbe dimostrato dal fatto che, solitamente, accordi di questo genere trovano scarso appoggio da parte dell’Abi e della maggior parte degli istituti di credito, mentre nel caso della moratoria 2015-2017 oltre il 70,3 percento delle banche ha approvato l’accordo. Chiaro, dicono i più critici, visto che le banche ci rimettono poco o niente: nei 12 mesi di sospensione continueranno comunque a ricevere il pagamento degli interessi.

In riferimento ai mutui, quindi, la misura perde molta forza e potenzialità per quanto riguarda l’aiuto concreto alle famiglie. C’è un suo risvolto, però, che potrebbe essere decisamente più interessante: la moratoria in questione vale anche per il credito al consumo con durata superiore ai 24 mesi. Per credito al consumo s’intende quel finanziamento teso a sostenere i consumi o rateizzare i pagamenti di beni di consumo e che si caratterizza per il fatto di non sostenere un investimento (come invece accade nei mutui, dove l’acquisto di una casa è un investimento per chi lo compie), ma per finanziare la spesa corrente delle famiglie. Sono, detto in maniera più semplice, quei prestiti e crediti concessi per l’acquisto, ad esempio, di automobili o dispositivi tecnologici. In questi casi, se la rateazione sarà superiore ai 24 mesi, si potrà chiedere la sospensione dei pagamenti delle rate applicando la moratoria stessa. Un effetto collaterale, ma che rischia di diventare quello più concretamente applicabile e utile nella realtà.

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