Necessaria valvola di sfogo

La Pedemontana adesso corre «Lo Stato non c'è, facciamo da soli»

La Pedemontana adesso corre «Lo Stato non c'è, facciamo da soli»
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A metà ottobre la Pedemontana lombarda si è rimessa in corsa: è stata aperta una consultazione di mercato, pubblicata anche sul Financial Times per capire quali grandi soggetti sono interessati a partecipare alla costruzione del secondo lotto, quello che più interessa gli automobilisti bergamaschi e che va da Lentate sino all’innesto con l'A4. Sono cinquanta chilometri che completerebbero una delle infrastrutture di cui la Lombardia ha più bisogno, per alleggerire la pressione su Milano e agevolare i movimenti est-ovest e viceversa. Oggi il passaggio da Como e Varese a Bergamo e Brescia è stretto dall’imbuto dell’A4 che fa anche da tangenziale per Milano: è quasi completato l’allargamento a quattro corsie, ma è un tratto che buona parte della giornata si percorre in coda, passando oltretutto nei centri abitati da Cormano a Sesto San Giovanni. Il passaggio a Nord con la Pedemontana sarebbe quindi una indispensabile valvola di sfogo.

 

 

Entro il 30 novembre dovrebbero arrivare le offerte delle imprese che possono presentarsi anche in forma consorziata. Per far capire che questa volta la Regione è intenzionata a fare sul serio, lunedì 12 novembre il governatore Attilio Fontana ha assicurato di essersi già mosso nella caccia alle risorse economiche: «Ho già avuto contatti con tre fondi di investimento, due italiani e uno straniero, a riprova che non siamo solo noi a pensare che quest’opera sia un investimento importante. Se lo Stato non ci garantisce le risorse ci penseremo da soli».

 

 

Il nodo aperto è quello che riguarda proprio gli investitori privati: saranno chiamati a costruirlo e gestirlo per i prossimi trent'anni o entreranno nella proprietà? Attualmente Pedemontana è controllata dalla società Serravalle, controllata all’80 per cento dalla Regione Lombardia. Ma il tratto costruito di circa venti chilometri senza il completamento mancante, verso la Tangenziale Est a Vimercate e poi sino alla confluenza nell’A4 a Osio Sotto è una struttura monca che non serve alle sue funzioni: il traffico che esce dalla A8 e A9 (autostrade dei laghi) finisce nella Milano Meda e da qui torna a ingolfare la metropoli. Il primo traguardo sarebbe quello di arrivare almeno a Vimercate, incrociando la Tangenziale Est nella parte alta e quindi saltando il nodo milanese.

Per tutte le forze politiche l’urgenza è chiara. Lo stesso Matteo Salvini è stato chiaro: «La Pedemontana va finita», ha detto sfidando anche in questo caso gli alleati di governo Cinque Stelle, contrari all’opera come a quasi tutte le grandi opere.

Potrà forse convincerli il fatto che la Pedemontana è l’autostrada più moderna costruita in Italia, tutta in trincea, e liberata dall’invasività degli svincoli, in quanto è la prima a non avere caselli e ad aver adottato il sistema di esazione Free Flow, cioè automatico attraverso Telepass o con pagamento via internet da fare entro i quindici giorni dal passaggio. L’assenza dei vecchi caselli ha purtroppo favorito il malcostume di coloro che omettono il pagamento del pedaggio - e quindi i mancati pagamenti - di gran lunga superiore a quella normalmente registrata dalle altre concessionarie.

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