Il video che spiega cos'è

Il pericolo "Skullbreaker Challenge" arriva in Provincia: ferito un ragazzo a scuola

Tre alunni denunciati. Il questore Maurizio Auriemma, il vicario Edgardo Giobbi e il medico principale della Polizia di Stato hanno organizzato una serie di incontri per sensibilizzare gli studenti

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Si chiama "Skullbreaker Challenge", ossia "sgambetto spaccatesta", ed è la nuova moda che sta spopolando sulle piattaforme social usate dagli adolescenti, in particolare Tik Tok. Nello specifico, la sfida consiste nel convincere un amico ignaro a saltare in mezzo ad altri due, ripresi da una terza persona con il telefonino. Nel momento del salto, chi sta al lato fa un sgambetto alla vittima che, perdendo l’equilibrio, rischia di cadere di schiena o, peggio, di picchiare violentemente la testa a terra, con esiti anche gravi (come mostra il video diffuso dalle forze dell'ordine).

Un episodio del genere si è verificato anche in un istituto superiore della provincia di Bergamo. Come hanno denunciato alla Questura di Bergamo una coppia di genitori, un giovane studente del primo anno, durante l’intervallo nella mattinata di lunedì 17 febbraio è stato vittima di questa pericolosa challenge, riportando un problema alla cervicale con una prognosi di 20 giorni. Il giovane è stato soccorso e i tre amici sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Brescia per lesioni e violenza privata. L’Autorità Giudiziaria valuterà i profili antigiuridici della diffusione del video.

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Per questa ragione, nella mattinata di oggi (venerdì 21 febbraio) il questore Maurizio Auriemma, il vicario del questore Edgardo Giobbi e il medico principale della Polizia di Stato Palcido D’Agati hanno organizzato il primo di una serie di incontri rivolti agli studenti per diffondere una campagna di sensibilizzazione riguardo il fenomeno. L’obiettivo è di far comprendere la pericolosità di questo gioco e il rischio che si corre emulando questi gesti diffusi con video in rete, con il monito di non accettare di partecipare a tali sfide perché si rischia la vita, oltre che pesanti conseguenze giuridiche.

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