Gian Battista Locatelli

L'Atletica e la Polisportiva di Curno piangono Batti, che era più di un presidente

Una vita per lo sport del paese: velocista centometrista, allenatore, presidente in diverse occasioni. Tanti hanno voluto salutarlo. Il presidente attuale: «I suoi figli erano tutti i ragazzi che seguiva costantemente». Le pizzate, i tanti ghiaccioli offerti. Simone Foiadelli: «Ogni volta che siamo lì lì per mollare, ma inspiegabilmente tiriamo fuori la grinta, quello è il Batti»

L'Atletica e la Polisportiva di Curno piangono Batti, che era più di un presidente
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di Monica Sorti

L’Atletica Curno, insieme a tutta la Polisportiva, piange il suo amato presidente Gian Battista Locatelli, classe 1952, una vita trascorsa al servizio dello sport del paese. L’atletica è nata come sezione della Polisportiva nel 1971 e Battista, in quel periodo, partecipava come atleta e come allenatore. Era un velocista centometrista, che dava anche una mano ad allenare i bambini più piccoli. Dal 1974 ne è diventato il presidente e nel 1980 la sezione si è iscritta alla Fidal. Negli anni ’93-94 è stato assessore comunale con delega allo sport e dal ’95 al ’99 presidente della Polisportiva.

«Era il periodo in cui la Polisportiva attraversava il suo momento più duro, a causa di scelte politiche amministrative che avevano portato a una crisi - racconta l’attuale presidente Angelo Brembilla -. Battista ha avuto sulle spalle quel difficile momento e, fortunatamente, è riuscito a uscirne e a riportarla in alto». Quando la situazione è stata risolta, è terminato il suo mandato e Battista è rimasto presidente dell’Atletica. Nel 2018 è stato nuovamente presidente della Polisportiva per un anno. Poi, nel 2019, per problemi di salute ha chiesto di uscire, continuando a ricoprire l’incarico di vicepresidente.

«I suoi figli erano tutti i ragazzi e le ragazze che seguiva costantemente, da quando iniziavano l'attività sportiva a quando smettevano - racconta Angelo -. Era per loro padre, fratello e amico. Sempre presente agli allenamenti, sostituiva gli allenatori in caso di necessità e accompagnava i ragazzi alle manifestazioni. Il rapporto con gli atleti continuava anche quando cessavano l'attività sportiva. Molti venivano a trovarlo al centro sportivo e proverbiali erano le pizzate che organizzava ogni fine anno e a ogni fine stagione, alla quale erano invitati atleti e staff».

Battista ha avuto anche belle soddisfazioni, riuscendo a piazzare alcuni atleti a podio tricolore a livello giovanile e non solo. Ma la sua soddisfazione più grande era quella di permettere ai ragazzi di divertirsi, socializzare e creare le basi per una vita più bella grazie all'atletica. «Non ricordo di averlo mai visto adirato, era sempre positivo - continua Angelo -. Ci ha lasciato un uomo, un amico, una persona difficile da sostituire. Ma lo ha fatto dopo aver tracciato una strada, che cercheremo di percorrere, anche in Suo ricordo».

Il fratello Angelo Locatelli lo ricorda come un uomo buono e generoso, sempre disponibile con tutti. «Nel suo vocabolario non esisteva la parola “no”. Ci mancherà tantissimo».

«Per molti di noi lui era “Batti” - racconta il consigliere Andrea Curto -. Mi ha insegnato tantissime cose, sullo sport, ma anche sulla vita. Ricorderò sempre tutte le volte che lo riempivamo di domande di ogni tipo e lui ci rispondeva con quella bontà e ironia che l’hanno sempre caratterizzato. Crescendo, abbiamo smesso di allenarci su quella pista rossa, ma lo incontravamo spesso al bar del paese. Passavamo il tempo a raccontargli come proseguivano le nostre vite da adolescenti e lui ci offriva sempre il ghiacciolo! Faceva sempre il tifo per noi, spronandoci a fare grandi cose nelle nostre vite».

Anche Enrico Ravasio, dello Sci Club Curno, lo ricorda così: «Abbiamo conosciuto Battista quando era il presidente della Polisportiva, è la persona che mi ha introdotto nel mondo delle associazioni sportive. Ho un ottimo ricordo di lui, che mi ha aperto una finestra su questo tipo di volontariato. Aveva sempre una parola buona per tutti. Ottimista e positivo, ci ha dato tanto, non diceva mai di no ed era sempre pronto a dare una mano. Noi dello Sci Club piangiamo la sua scomparsa».

Il suo ex atleta Simone Foiadelli: «Ogni volta che facciamo uno sforzo e siamo lì lì per mollare, ma inspiegabilmente tiriamo fuori la grinta, quello è il Batti».

«Si dice sempre bene di chi se ne va all'improvviso - dice Guido Gentili, allenatore dell’Atletica -. Eppure dire che il Batti è stato generoso e di buon cuore è la verità autentica. Nell'ambito sportivo è stato un punto di riferimento per centinaia di ragazzi, alle elementari o alla soglia della maturità».

«Che dire, chi era Batti? - si chiede Davide Rota, un suo ex atleta -. Batti era il nostro Presidente, il nostro allenatore. Ma con gli anni è diventato il nostro mentore, il nostro amico. Ci ha cresciuto, ci ha insegnato, ci ha allenato e ci ha sfamato. Potrebbe far ridere questa cosa ma davvero, per un motivo o per un altro, lui ci chiamava sempre per portarci fuori a cena, dove scherzavamo e ridevamo».

Edoardo Rosiello, un altro dei suoi ex ragazzi, racconta: «È sempre stato un punto di riferimento per tutti noi giovani che ci avvicinavamo all'atletica. Non gli è mai importato di ottenere grandi risultati, ma si è sempre battuto per creare un senso di comunità tra i ragazzi. Ricordo con piacere tutte le pizzate a cui ho partecipato, ognuna delle quali è stata offerta da lui per noi ragazzi e per gli allenatori. È sempre stato gentile e pronto a stimolare la crescita sportiva e personale dei suoi ragazzi, aiutandoli e andando incontro alle loro necessità. Se dovessi descrivere con una sola frase ciò che è stato per noi, direi che è sempre stato pronto a darci il via alla partenza, tanto in pista quanto nella vita».

Anche il Bepi gli ha tributato un saluto: «Se ne è andato un grande amico e una grande persona, una persona speciale che ha dedicato tutta la sua vita al volontariato. Era il punto di riferimento di tanti ragazzi, aveva un sorriso e una buona parola per tutti i suoi piccoli atleti, sia per i migliori, sia per i meno dotati, che seguiva tutti i giorni negli allenamenti e nelle gare in tutta la Provincia e la Regione. Era rispettato da tutti e, anche quando i suoi piccoli atleti diventavano grandi, non mancavano di salutarlo come si saluta una persona che ti ha insegnato a vivere una vita sana. Ai suoi tanti amici andava ripetendo con simpatica ironia la battuta "sopporto io le vostre sofferenze fisiche per alleviarle ai miei amici". Questo era lo specchio della sua anima. Gian Battista se ne è andato rapidamente, divorato dal Coronavirus. Resterai per sempre nei cuori, i grandi uomini non si dimenticano mai».

Ulteriori approfondimenti e interviste nel numero di PrimaBergamo in edicola da venerdì 3 aprile.

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