nuova mobilità

La proposta dei capigruppo di maggioranza: «Rendere tutta Bergamo una "zona 30"»

L'obiettivo dell'ordine del giorno è di abbassare il limite di velocità a 30 chilometri orari su almeno l'80 per cento delle strade cittadine

La proposta dei capigruppo di maggioranza: «Rendere tutta Bergamo una "zona 30"»
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Bergamo sarà una città "slow": in futuro, su almeno l’80 per cento delle strade cittadine, gli automobilisti non potranno superare i 30 chilometri all’ora. Il progetto, chiamato appunto “Bergamo Zona 30”, è stato presentato dai capigruppo di maggioranza Simone Paganoni (Patto per Bergamo), Massimiliano Serra (PD), Roberto Cremaschi (APF) e Roberto Amaddeo (Lista Gori).  «Si tratta di un progetto rivoluzionario, che scardina completamente la concezione odierna della mobilità – sottolinea Simone Paganoni –. Oggi al vertice ci sono le automobili e lo scorrimento in città è pensato a 50 chilometri all’ora, salvo alcune zone in cui il limite è inferiore. Vogliamo ribaltare questa concezione, mettendo al centro i pedoni, la mobilità dolce e il trasporto pubblico locale».

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in giallo le attuali "zone 30"

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il progetto definitivo: evidenziate in azzurro la totalità delle "zone 30"

L’ordine del giorno chiede che il sindaco Giorgio Gori e la Giunta si impegnino a rendere Bergamo una delle prime città in Italia con un intero centro urbano sostenibile, portando a 30 chilometri orari il limite di velocità su tutte le strade cittadine, salvo quelle di attraversamento veloce (le circonvallazioni per intenderci) e quelle di ingresso o uscita dal capoluogo.

«Non si cambia la mobilità dall’oggi al domani. Sarà un processo progressivo, che partirà già da quest’anno, ma che richiederà diversi mesi per essere completato attraverso l’emanazione di ordinanze e la posa della segnaletica – prosegue Paganoni –. Soprattutto, le finalità dovranno essere comprese dai cittadini e, in tal senso, la politica giocherà un ruolo fondamentale. E’ un progetto concreto, sul quale stiamo lavorando da mesi in stretto contatto con l’assessore Stefano Zenoni e i tecnici comunali. A livello europeo diverse città si sono trasformate in un’unica “zona 30”: ad esempio Grenoble che per numero di abitanti (circa 160 mila) è simile a Bergamo».

«La moderazione della velocità a scala urbana è riconosciuta a livello europeo come una strategia efficace per ridurre l'incidentalità e per migliorare la sicurezza per pedoni e ciclisti e una scelta necessaria soprattutto nei contesti come Bergamo, dove l'esiguità della sezione stradale impedisce, a volte, la realizzazione di percorsi separati tra i diversi mezzi – evidenzia l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni -. L'obiettivo principale è perseguire le condizioni di pacifica convivenza tra i diversi messi di trasporto, dando priorità e prevalenza alla mobilità dolce, come inversione della logica che ha nel passato identificato le automobili come mezzi prevalenti».

I benefici, evidenziano i capigruppo, sono molteplici. Tra questi, maggiore sicurezza per ciclisti e pedoni, multifunzionalità delle strade, eco sostenibilità, minore inquinamento atmosferico e acustico e miglioramento dei flussi automobilistici. «Dobbiamo disincentivare l’utilizzo improprio delle automobili – spiega Roberto Cremaschi -. Oggi molti automobilisti attraversano i quartieri come scorciatoie per evitare il traffico. Se le strade diventeranno a scorrimento lento questo comportamento potrebbe essere disincentivato. Inoltre, le strade sono spazi pubblici che, soprattutto nella fase post-Covid, stanno assumendo un ruolo diverso rispetto al passato; non sono semplici arterie di scorrimento per i veicoli».

«Una delle critiche ci viene posta è che questo progetto influisce sulla velocità media in città – chiosa Paganoni –. Ciò non è vero: già oggi è inferiore ai 30 chilometri all’ora, tenuto conto degli stop e dei semafori. Il concetto non è diminuire la velocità media, ma i pericoli dovuti alle accelerazioni. Vogliamo salvaguardare pedoni e ciclisti, che diventeranno i principali attori della mobilità in città. Le statistiche dicono che portando il limite di velocità dai 50 a 30 chilometri orari, il rischio di incidenti stradali si riduce a un nono di quelli attuali».

«Ciò non significa che si interrompe il piano di realizzazione delle piste ciclabili, che resta una priorità dell’Amministrazione – commenta Massimiliano Serra -. È una grande opportunità per ripensare la città e le opere pubbliche che potranno prevedere, nel rispetto del codice della strada, soluzioni per garantire il rallentamento dei mezzi».

Tra i manufatti e i segnali proposti per diminuire la velocità vi sono l’ampliamento degli spazi architettonici pedonali e di socialità o l’installazione di dossi, rialzi agli incroci, cuscini berlinesi, passaggi pedonali rialzati, restringimenti di carreggiata, modifiche cromatiche della pavimentazione stradale, semafori lampeggianti.

«Dopo il Covid ci apprestiamo a vivere in una città diversa, che verrà vissuta con tempi diversi – conclude Roberto Amaddeo -. È fondamentale pensare ad una mobilità di precisione, che renda più fluida la vivibilità dei quartieri».

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