In Santa Caterina

La Residenza del Borgo diventa un hotel sociale: spazi a persone fragili per il loro reinserimento

Un progetto congiunto dei gestori della proprietà, Coooperativa Namasté e della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo, titolari dell'immobile

La Residenza del Borgo diventa un hotel sociale: spazi a persone fragili per il loro reinserimento
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È partito il progetto di Hotel Sociale alla Residenza del Borgo, lo stabile di via Borgo Santa Caterina 41. Si tratta di un progetto congiunto di Residenza del Borgo, Coooperativa Namasté e della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo.

La struttura, di proprietà degli Istituti Educativi e oggi in gestione alla Residenza del Borgo che dal 2018 ne ha fatto una struttura ricettiva alberghiera per turisti, italiani e stranieri in visita alla città, offrirà spazi residenziali a persone fragili che hanno bisogno di essere reinserite nella società e che hanno la necessità di essere aiutate e guidate nel mondo del lavoro.

Una stanza della Residenza del Borgo

Gli ospiti saranno infatti coinvolti in attività lavorative sia all’interno della Residenza, sia nel quartiere o nelle zone limitrofe: la volontà, esplicitata dagli enti che stanno lavorando a questo progetto in un comunicato diffuso in questi giorni, è infatti quella di integrare accoglienza e mondo del lavoro, sfruttando il potenziale di Borgo Santa Caterina (definito dai soci titolari della Residenza del Borgo il «quartiere della città che per collocazione e tradizione più interpreta l’idea di borgo quale terreno fertile per lo sviluppo di politiche sociali comunitarie»). Tutto questo per creare una sorta di circolo virtuoso in cui l'accoglienza, la risposta del progetto alle esigenze abitative delle persone che saranno ospitate in Residenza, e la conseguente reintegrazione di queste persone nel mondo del lavoro, alimentino a loro volta quest'ultimo, in particolare (ma non solo) per quel che riguarda il settore alberghiero, uno dei più colpiti dall'emergenza dell'ultimo anno.

Un circolo virtuoso perfettamente riassunto dal motto di questo progetto («il luogo della casa, la casa del lavoro»), e che vede per altro il coinvolgimento di una cooperativa storica del nostro territorio, che dal 2001 si prende cura di persone con disabilità, disagio psichico, anziani, minori e adolescenti, sviluppando progetti spesso specificamente improntati alla loro integrazione nel mondo lavorativo: «Una parte degli spazi destinati all’ospitalità - racconta Antonio Bertoncello, Direttore della Cooperativa Sociale Namasté - saranno infatti dedicati a soggetti fragili a cui verranno affiancate delle figure educative, che si occuperanno della formazione anche lavorativa degli ospiti».

Un modo per rispondere anche alle rinnovate esigenze del territorio a seguito dell'emergenza Covid, dopo che nelle prime fasi della pandemia i gestori della Residenza avevano offerto i loro spazi a prezzi calmierati al personale sanitario: «In questi ultimi mesi - spiega infatti Luigi Sorzi, Presidente della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo - il numero di persone fragili, bisognose, in cerca di un lavoro o di una sistemazione è drasticamente aumentato a causa degli effetti prodotti dall’emergenza da Covid-19. Tutto questo ha spinto i gestori della struttura di proprietà della Fondazione a trovare una soluzione innovativa per utilizzare gli spazi recentemente ristrutturati».

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