La "non conferenza" a Zingonia

La risposta de L'Eco a Gasperini «Nessun articolo contro di lui»

La risposta de L'Eco a Gasperini «Nessun articolo contro di lui»
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Caso Gasperini, capitolo secondo. Com'era prevedibile, ha causato molte reazioni quanto accaduto venerdì 14 aprile in quel di Zingonia. Il tecnico nerazzurro, che avrebbe dovuto parlare ai giornalisti per la rituale conferenza stampa pre-partita, s'è rifiutato di rispondere alle domande dei presenti poiché in sala c'era anche il giornalista de L'Eco di Bergamo e collaboratore della Gazzetta dello Sport, Matteo Spini. Gasperini, letteralmente furioso, s'è rivolto al giornalista dicendogli che, con lui lì presente, non avrebbe parlato, definendolo una persona «scorretta». Nell'imbarazzo generale, dunque, Gasperini è prima uscito dalla sala conferenze e ha poi definitivamente annullato l'incontro con la stampa quando ha appurato che Spini era rimasto in sala.

Il mondo dei social s'è diviso tra chi ha preso le difese dell'allenatore, pur non sapendo cosa ci fosse dietro all'arrabbiatura del tecnico, e chi invece (tra cui molti colleghi giornalisti) si è schierato con Spini, anche in questo caso senza sapere quale sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, o conoscendo soltanto la versione del collega. Nell'edizione del 15 aprile, però, è stato lo stesso direttore de L'Eco di Bergamo, Alberto Ceresoli, a impugnare la penna e scrivere un editoriale in cui racconta la sua versione dei fatti.

La sfuriata di Giampiero Gasperini nei confronti di Matteo Spini può essere letta in mille modi, soprattutto da chi sa poco o nulla di quello che ci sta realmente dietro. A noi, però, ne interessa uno soltanto, quello che ricostruisce con verità quanto è successo. E quanto è successo è esattamente niente. Tutto il castello di accuse è costruito solamente nella testa dell’allenatore nerazzurro e la dimostrazione di ciò sta nel fatto che Gasperini non ha alcuna «pezza giustificativa» da presentare a sostegno delle proprie tesi: non c’è alcun articolo di Matteo che l’allenatore possa esibire per sostenere quello che, tra lo stupore generale, ha urlato al nostro collaboratore in mezzo alla sala stampa nella tarda mattinata di ieri: «Lei ha una bella faccia di tolla a venire qua oggi, con quale coraggio viene qua (…) Lei è una persona scorretta» e via di queste amenità. Facciamo un passo indietro. Nella tarda serata del 18 marzo, Matteo raccoglie una confidenza da una fonte vicina ai giocatori sul clima interno allo spogliatoio nerazzurro di quei giorni (si era alla vigilia dell’incontro con il Pescara). La gira alla redazione sportiva spiegando che va comunque verificata. La redazione fa il suo lavoro, verifica la confidenza in questione con la società, ma non trovando riscontri oggettivi inequivocabili non ne fa nulla. Tradotto in soldoni, sul giornale non viene pubblicato niente. Questione chiusa. La stessa notizia viene verificata – non sappiamo come, perché su questo aspetto non è stato possibile saperne di più – anche da un altro giornale che, per avere lumi, si rivolge direttamente a Gasperini, via telefono. Nemmeno questo secondo giornale scrive nulla dell’indiscrezione, ma l’ira dell’allenatore contro Spini si scatena esattamente nel corso di questa telefonata, e da allora – sono passate quasi quattro settimane – non l’ha più lasciato tranquillo. A nulla sono valsi i tentativi di ricomporre la questione alla sua reale dimensione: da una parte un giornalista che fa il suo mestiere, cerca notizie e le verifica prima di pubblicarle, dall’altra una società e un allenatore che smentiscono l’indiscrezione così bene da non vederla pubblicata da nessuna parte. Tutto qua.

A parte l'errore nel riportare il nome dell'allenatore compiuto da Ceresoli (Gasperini si chiama Gian Piero e non Giampiero, tant'è che nella ripubblicazione online del pezzo l'errore è stato corretto), il direttore de L'Eco riporta la propria (e di Spini) versione dei fatti, in parte confermata anche dalle nostre fonti: ad aver fatto infuriare il tecnico nerazzurro non sarebbe stato un articolo del giornalista, quanto l'atteggiamento tenuto dallo stesso nel tempo, che probabilmente l'allenatore ha ritenuto scorretto. Nel nostro articolo, inoltre, avevamo anche sottolineato come questa "antipatia personale", dopo l'episodio della conferenza stampa, si sia trasformata, di fatto, in un problema diplomatico tra società nerazzurra e il quotidiano cittadino. Anche su questo punto, però, il direttore de L'Eco ha voluto fare una precisazione:

L’irrispettoso atteggiamento di Gasperini nei confronti dei giornalisti presenti in sala ieri mattina – convocati per una conferenza stampa annullata unilateralmente dall’allenatore (e non dalla società) – ha raggiunto tre risultati: fare di Spini una sorta di «martire della libertà di stampa», spingere qualche collega curioso a cercare qual era la «soffiata» riferita a Matteo e innervosire il clima all’interno del quartier generale dell’Atalanta. Di certo, però, non è riuscito a far litigare tra loro l’Atalanta e L’Eco di Bergamo, mai così impegnato a sostenere la corsa dei nerazzurri verso l’Europa. La nostra attenzione nei confronti della squadra non verrà certo meno per i capricci di qualcuno troppo distante dalla realtà.

In altre parole, tra Atalanta Bergamasca Calcio e L'Eco di Bergamo le cose vanno alla grande, mentre il problema sono i «capricci di qualcuno troppo distante dalla realtà», leggasi Gasperini. Tesi difficilmente sostenibile: Gasperini è l'allenatore dell'Atalanta, non uno qualsiasi. Ed è difficile immaginare che la società non si schieri al suo fianco, facendo quadrato attorno all'uomo che sta portando la squadra a un'incredibile qualificazione europea. A maggior ragione ora che si sta entrando nella fase più calda e delicata della stagione. Come del resto lo stesso giornale ha dimostrato di fare con il proprio giornalista. La certezza, purtroppo, è che si tratta di un muro contro muro che non porta vantaggi a nessuno. L'unica soluzione è che qualcuno faccia un passo indietro. E non è sempre un disonore.

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