La rivoluzione web del Corriere E dopo 20 articoli si pagherà
Il Corriere della Sera è in procinto di mettere in atto numerosi e profondi cambiamenti rispetto alla propria vita editoriale e al rapporto con i lettori: i dettagli del piano, già annunciato da tempo, sono stati svelati dal sito Data Media Hub, che ha potuto vedere il piano digitale che in queste settimane è stato pensato dai vertici del principale quotidiano nazionale al fine di adeguare la testata alle esigenze e alle regole dettate dall'informazione moderna. È immediatamente chiaro, dunque, che l'intervento riguarderà in maniera preponderante la versione digitale del giornale, che ha un gran bisogno di entrare definitivamente nel terzo millennio, come d'altra parte quella di tutti i quotidiani italiani, ancora troppo legati a metodologie e impostazioni che oggi come oggi, è evidente, sul lungo periodo non ne consentirebbero più la sopravvivenza.
Le ragioni addotte. Il piano del Corriere si apre anzitutto con le ragioni che hanno portato la direzione a decidere di rinnovarsi. In primo luogo, la presa di coscienza che l'era digitale ha rivoluzionato la modalità d'accesso da parte dei lettori alle notizie: il quotidiano cartaceo sarà presto, se non è già, un romantico strumento vintage, soppiantato da internet, dalle app e dai social network. Al Corriere sottolineano, con stimabile onestà intellettuale, come molti siti di informazione e giornali, seppur nati da pochissimo tempo e senza naturalmente la tradizione e le possibilità qualitative di un concorrente del genere, attraggano molti più lettori: significa che qualcosa non funziona, e che è il momento di cambiare. La sfida, dunque, è predisporre i giusti supporti per permettere alla qualità di essere il discrimine rispetto a dove e come informarsi. Verranno dunque valorizzati al massimo Facebook. Twitter, la versione mobile, e tutto quanto concerne l'aspetto digitale. Ciò comporta, si capisce, che il primo elemento che verrà rivoluzionato sarà il sito internet.
L'avvento del “metered paywall”. Prima, fondamentale novità: verrà adottato il modello cosiddetto “metered paywall”, adottato ormai dalla maggior parte delle grandi testate giornalistiche internazionali: in pratica, saranno visualizzabili gratuitamente solo un certo numero di articoli al mese (20 nel caso del Corriere), dopodiché sarà necessario abbonarsi al sito per poter leggere liberamente qualsiasi tipo di contenuto e accedere all'archivio, ormai completamente digitalizzato. Gli italiani non sono certo un popolo avvezzo agli abbonamenti ai quotidiani online, e la mossa dunque ha una certa dose di azzardo; ma d'altra parte il futuro è questo, tutto starà nel far comprendere ai lettori che il risparmio sulla spesa per il cartaceo sarà notevole, e nel offrire dalle pagine informatiche contenuti di qualità tale da spingere i fruitori a sottoscrivere abbonamenti. Una sfida affascinante, assolutamente da vincere. Come viene espressamente sottolineato, «occorre ripensare profondamente, in una declinazione multimediale, le modalità di lavoro di ogni giornalista del Corriere e della redazione intera. […] Dalla capacità di cogliere questa sfida dipende il futuro del giornale. La nostra redazione ha la capacità, le competenze e la passione per vincerla».
La riorganizzazione del lavoro. Imprimere una svolta del genere al comparto digitale implica, per ovvi motivi, ripensare anche l'organizzazione del lavoro. Ecco perché verranno rimodulati turni e orari di azione, per consentire una costante e ininterrotta possibilità di aggiornamento e interazione con i lettori. La fascia oraria di lavoro, dunque, andrà dalle 5.30 del mattino fino all'1.30 della notte successiva, con la presenza di tanta parte della redazione assicurata dalle 7 fino alle 23. Come insegna l'esperienza dei quotidiani stranieri, al momento parecchio più moderni di quelli nostrani, verranno predisposti due macro turni di lavoro, con una sovrapposizione tale da rendere efficiente il passaggio di consegne nel corso della giornata. L'ufficio centrale diverrà il punto nevralgico e di coordinamento di tutte le varie piattaforme, pur con un ampliamento dell'indipendenza organizzativa e d'azione delle redazioni integrate, che avranno anche maggior risalto all'interno dell'homepage del sito. Queste ultime, inoltre, vedranno ampliato il proprio organico, che insieme alla sottolineata necessità di rimanere operativi pressoché 24 ore su 24 lascia intendere che, forse, dopo anni di tagli e licenziamenti si assisterà nuovamente (e finalmente) ad una stagione di assunzioni. Per quanto riguarda la nuova giornata-tipo del Corriere, dopo le prime ore del mattino, alle 8, avverrà la prima riunione di giornata, per stabile in maniera rapida e sommaria dirette, multimedia e contenuti principali, con un successivo aggiornamento intorno alle 11. Alle 18 nuovo appuntamento per definire la redazione e pubblicazione, per la mattina successiva, dei pezzi usciti quel giorno sul cartaceo, cosicché già 24 ore dopo tutto sia già disponibile online.
Come saranno trattate le news. Di fronte all’arrivo di notizie nuove, fatto salvo il caso di esclusive portate dalla redazione (per le quali è necessario un coordinamento con l’ufficio centrale), il procedimento sarà volto alla maggior efficacia possibile. Un primo lancio, molto breve ma già ottimizzato dal punto di vista del Seo e dello sharing social, potrà essere scritto dal desk online; sarà l’ufficio centrale a coordinare il passaggio di questo lancio alla redazione integrata competente, che si occuperà di curare un servizio più approfondito. Le stesse redazioni contribuiranno, lungo la giornata, a coordinarsi con l’ufficio centrale per segnalare notizie, proporre approfondimenti, aggiornare e curare i pezzi online, suggerendo al desk eventuali cambiamenti di titolazione conseguenti al mutamento delle notizie. Sui fatti in evoluzione, che richiedono una copertura più lunga dei turni, avverrà un passaggio di testimone sullo stesso pezzo e la possibilità di aggiungere alla firma originaria, previo consenso dei soggetti coinvolti, quella del collega che contribuisce all’aggiornamento della vicenda. Su questo passaggio, è opportuno notare come in alcuni grandi media internazionali i giornalisti si siano convinti della bontà del meccanismo, che migliora la qualità del prodotto allungando la vita di articoli che, altrimenti, sarebbero apparsi datati. Parrebbe davvero, finalmente, che l'informazione italiana si sia decisa a prendere una svolta a dir poco necessaria.