Scarpellini, come un fiore reciso «Ma fidatevi, sboccerà ancora»

PRECISAZIONE: a seguito della pubblicazione sul nostro settimanale dell'articolo che segue, il manager e imprenditore Eduardo Marcelo Acevedo ci ha contattati per chiarire che «il sig. Lorenzo Scarpellini, che ha portato al fallimento la società Scalpellini asv srl, non è più il proprietario del Marchio SCARPELLINI. La scarpellini Asv srl è entrata in concordato e poi fallita. Il suo patrimonio è stato messo all’asta dove è stato acquistato il marchio, il dominio e altro, da un'altra Società, permettendoci di proseguire con l'attività del verde, tramite l’uso in affiliazione del marchio. dal 2016 la società nuova proprietà del Brand "Scarpellini" e del Logo "girandola" è Apex Consulting Business, che si occupa di espandere il Marchio sul territorio nazionale con l'obiettivo di creare posti di lavoro, tramite la creazione di una rete come si può leggere dal sito: www.scarpellini.it. Pertanto il marchio, con la NUOVA direzione dal 2016, continua con la sua lunga storia che è nata nel 1852».
«L’immagine più classica del contadino che viene alla mente, quando la si evoca, è quella dell’uomo intento alla cura dei campi, impegnato a mietere e raccogliere il fieno, ad accudire i propri animali nelle campagne. Ecco, mio papà Ilex si è sempre definito un contadino e a noi figli raccontava che la nostra era una famiglia contadina che però, nel corso degli anni, si era specializzata andando ad abbracciare un filone produttivo che riguardava più nello specifico il giardinaggio e la coltivazione dei fiori». Con queste parole Lorenzo Scarpellini, 53 anni, rievoca i valori in cui affondano le radici della sua famiglia; una storia imprenditoriale che nasce nel 1852 quando il capostipite, Carlo Scarpellini, inizia la propria attività come giardiniere curando un grande parco di una casa privata ad Alzano Lombardo.
Sono queste le origini della società conosciuta come Scarpellini Arte e Scienza del Verde srl, erede insieme alla Incaflor di Torre de’ Roveri, della storica azienda florovivaistica Antonio Scarpellini e Figli, che per moltissime persone è stata negli anni sinonimo di grazia e garbo nell’arredo di alcuni degli spazi e parchi pubblici, oltre che dei giardini privati più importanti nel panorama non soltanto bergamasco, ma anche internazionale. «La fondazione vera e propria dell’azienda avvenne nel 1904 quando mio bisnonno Antonio, figlio di Carlo, aprì la ditta con questa denominazione - prosegue Lorenzo Scarpellini -. In seguito, nel 2001, c’è stata la divisione in due rami dell’azienda di cui uno, Incaflor, specializzato nella commercializzazione dei prodotti florovivaistici come piante e bulbi; l’altro, la Scarpellini Asv srl di cui ero amministratore unico, che si occupava della coltivazione, progettazione, realizzazione e manutenzione del verde». Dopo una tradizione lunga oltre un secolo e mezzo e la presentazione nel 2014 del concordato preventivo, il Tribunale di Bergamo nel giugno scorso ha dichiarato l’istanza di fallimento della Scarpellini Asv srl. «Ho presentato il concordato a malincuore e con grande fatica, con la volontà di tutelare quanti avevano lavorato per noi. Purtroppo una concausa di situazioni legate alla crisi del mercato, alla difficoltà di riscuotere i pagamenti dovuti, alla diminuzione del numero di appalti pubblici e alla crisi del settore edile, al quale società come la nostra sono strettamente legate, ha fatto sì che diverse aziende florovivaistiche purtroppo chiudessero».




Ma questo patrimonio di saperi antichi e passione per il verde e la natura è pronto a sbocciare nuovamente. «Abbiamo voltato pagina e vogliamo ripartire, rimboccandoci le maniche. Così abbiamo costituito una nuova società, la Keleven srl, sempre focalizzata sulla cura e la manutenzione del verde, ma con una struttura più snella, al passo con i tempi e aperta a collaborazioni con professionisti del settore. Un innovativo progetto che, però, porta nel proprio Dna l’esperienza e il sapere maturato in sei generazioni di esperienza e professionalità. Il nostro è un mestiere complesso, che richiede formazione e aggiornamento continui, ma al tempo stesso piacevole perché si opera a stretto contatto con la natura e ricco di soddisfazioni: non c’è niente di più bello che vedere concretizzarsi un’idea, essere artefici della realizzazione di un proprio progetto, piccolo o grande che sia. Mio padre mi ha trasmesso l’amore per il verde e il bello, insieme a valori fondamentali. Un patrimonio intangibile che costituirà le fondamenta di questa nuova sfida imprenditoriale. Sono stato uno dei primi diplomati a Bergamo come perito agrario, quindi sono entrato nella società di famiglia e ho seguito un percorso di studi in scienze applicate del territorio. Mi auguro che anche i miei figli possano abbracciare quella che per me prima di tutto è una passione, affiancandomi un domani nel lavoro. Il nostro motto sarà “live your green life”: vogliamo essere sempre più “verdi”, anche attraverso l’utilizzo di attrezzature pensate per avere un impatto ambientale sempre minore».
Un progetto e una visione imprenditoriale che si è evoluta nel corso del tempo. «È stato lui il primo che ha cercato di dare una dimensione imprenditoriale all’attività iniziata da suo padre, coltivando fiori e piante e, nel contempo, offrendo anche un servizio di giardinaggio nelle aree verdi delle ville dell’epoca; si trattava di una piccola azienda di Alzano, con un vivaio di circa duemila metri quadrati e un paio di serre; negli anni poi con nonno Giuseppe e papà Ilex l’azienda è cresciuta: sono stati acquistati altri appezzamenti di terreno ad Alzano e create nuove sedi a Milano e Pistoia, dove tra l’altro siamo presenti ancora oggi con nostri uffici e vivai. Mio padre mi raccontava che da piccolo si recava fino a Selvino portando sacchi di terriccio e bulbi per sistemare i giardini delle seconde case di chi trascorreva le vacanze in quei luoghi, per la maggior parte turisti milanesi. Ma il suo orizzonte non era circoscritto alle nostre valli; papà era un visionario, si era laureato in Architettura del paesaggio a Losanna avviando, a cavallo degli anni ’50 e ’60, anche l’attività professionale di progettazione degli spazi verdi. Era un uomo a cui piaceva viaggiare e, grazie al lavoro, era entrato a far parte anche della Royal Horticultural Society di Londra. Per l’azienda questo periodo storico è stato un momento di svolta, durante il quale ha preso un forte impulso l’attività fuori dai confini nazionali. All’estero abbiamo bonificato la discarica di Atene, in Libia abbiamo realizzato il giardino di casa di Gheddafi, in Turchia il parco di Ankara e in Austria lavorato al parco di un centro per il tempo libero che è stato gestito dal Club Med. In Italia abbiamo partecipato a diversi lavori, realizzando l’area verde sia dell’Oriocenter sia degli outlet di Rodengo Saiano e a Foiano della Chiana (Arezzo), e ancora abbiamo partecipato alla bonifica dalla diossina dopo il disastro ambientale di Seveso, lavorando alla creazione di quello che oggi è conosciuto come il Parco naturale “Bosco delle querce”, asportando la vegetazione contaminata e piantando nuovi alberi sani. Ora il nostro impegno è di continuare nel solco della tradizione di famiglia, operando con la volontà, la passione e la professionalità che sono stati la cifra del nostro brand nella Bergamasca, in Italia e nel mondo».