La Svizzera sì che pensa in grande C'è chi vuol dare 2.230 euro a tutti

È uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle in Italia: quello che viene chiamato il reddito di cittadinanza. Ma se nel nostro Paese il sogno di Grillo e compari pare destinato a rimanere tale, c’è un paese che invece fa sul serio. È la Svizzera, che ha in programma per giugno un referendum su questo tema. Se dovesse vincere il sì gli elvetici potrebbero trovarsi nelle tasche ben 2.230 euro in più al mese, che andrebbero ad aggiungersi ai già corposi stipendi medi: il Pil pro capite, a parità di potere d’acquisto, è l’ottavo più alto al mondo.
Quanto verrebbe a costare? È la prima domanda che viene in mente di fronte a una proposta come questa. La Svizzera ha una popolazione di 8 milioni e 160 mila abitanti, ma bisogna tenere conto solo dei cittadini maggiorenni. Ai minori sarebbe comunque garantita una paghetta di 130 euro a settimana, davvero niente male. Fatti tutti i calcoli, si arriverebbe a una cifra complessiva di 187 miliardi di euro. Non proprio bruscolini. Ma stando a quanto dicono i sostenitori della proposta, la Svizzera potrebbe farcela: circa 137 miliardi arriverebbero dalle tasse, mentre i restanti 49 verrebbero prelevati dalla previdenza sociale. In effetti, se fosse garantito uno stipendio a tutti, le pensioni diventerebbero meno decisive per le persone anziane.
Chi l’ha proposto. Chi sono di preciso i sostenitori della proposta? Noi italiani ci aspetteremmo qualche partito populista, qualche furbo politico che vuole accattivarsi le simpatie dei votanti. Niente di più diverso: la proposta è arrivata da un gruppo di intellettuali, artisti e scrittori, tra i quali il pubblicista Daniel Straub, l’ex portavoce del governo federale Oswald Sigg e il rapper di Zurigo Franziska Schläpfer (conosciuto come “Big Zis”). Tra i sostenitori, scrittori come Adolf Muschg e Ruth Schweikert, il filosofo Hans Saner e l’esperta di comunicazioni Beatrice Tschanz. Se i politici, di destra come di sinistra, non l’hanno presa molto bene, il governo federale ha invece approvato il referendum, che è previsto per il 5 giugno.
E il lavoro? Un problema potrebbe essere quello del lavoro: la gente continuerebbe a lavorare nonostante lo stipendio garantito? A detta dei sostenitori sì. Hanno citato un sondaggio, riportato da The Local, nel quale la maggioranza (90 percento) delle oltre mille persone intervistate si è detta determinata a proseguire con il proprio lavoro anche nel caso in cui si approvi lo stipendio di cittadinanza. Per contro, un terzo delle persone crede anche che gli altri smetterebbero di lavorare e il 56 percento ritiene che questa riforma non vedrà mai la luce.