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L'allarme dei parchi a tema: «Rischiamo di fallire. Serve il sostegno dello Stato»

L'allarme dei parchi a tema: «Rischiamo di fallire. Serve il sostegno dello Stato»
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Il contagio non sembra, almeno per ora, rallentare e, connessi al perdurare di questa emergenza sanitaria, sono sempre più crescenti le preoccupazioni legate alle conseguenze che l’epidemia avrà in ambito economico.

Svariati settori del mondo produttivo hanno dovuto spegnere temporaneamente il proprio motore. Tra questi, si sono dovuti fermare anche i parchi a tema. «È innegabile che questa crisi avrà un impatto deflagrante. Alle misure stringenti imposte dal Governo, che ci hanno coinvolto per primi già nel mese di febbraio, dovrà necessariamente far seguito un’adeguata compensazione, commisurata alla redditività accertata delle imprese nei periodi normali - sottolinea Giuseppe Ira, presidente dell’associazione Parchi permanenti italiani e del parco a tema Leolandia -. L'operatività dei parchi è bloccata e questo ha comportato la mancata assunzione dei lavoratori stagionali, che a breve saranno scoperti perché termineranno i sussidi alla disoccupazione. Il problema si allarga anche ai lavoratori a tempo pieno, perché per molte realtà il rischio default è sempre più concreto. Non ci sono entrate, ma ci sono costi continui legati a tante attività che non possono essere sospese come le manutenzioni, la messa in sicurezza degli impianti e il controllo dei sistemi di irrigazione. Inoltre, per i parchi faunistici, a cominciare dagli acquari, è fondamentale accudire e mantenere in vita gli animali».

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Nel 2019 il comparto dei parchi permanenti (che comprende parchi a tema, parchi faunistici e parchi acquatici) ha generato ricavi pari a 420 milioni di euro, per un totale di 20 milioni di visitatori provenienti dal territorio nazionale e 1 milione e mezzo di arrivi dall’estero. Inoltre, 1,1 milioni di persone ha pernottato in hotel. Complessivamente il volume d’affari dell’indotto dei settori della ristorazione, dei trasporti, del merchandising e dei soggiorni alberghieri il volume supera il miliardo di euro. Oltre a generare 25 mila occupati diretti (tra fissi e stagionali) si stimano almeno 60 mila posizioni lavorative legate all’indotto.

«Spinti dal trend di crescita degli ultimi anni, molti parchi hanno sostenuto investimenti importanti per il potenziamento dell’offerta 2020 – conclude Giuseppe Ira -. Adesso, anziché rientrare dei costi, dovranno investire ulteriormente per incrementare le misure a tutela della sicurezza sanitaria degli ospiti e per rilanciare il comparto attraverso campagne di comunicazione molto forti. Tutto ciò costa e il sistema bancario, da solo, difficilmente ci potrà sostenere. Nell’immediato servono finanziamenti a tassi agevolati e un concreto sostegno dello Stato, attraverso un accordo specifico tra Abi (Associazione bancaria italiana) e Ministero dell’Economia e delle Finanze».

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