L'altro conclave del mondo è quello della Berliner Philarmoniker

Si sono riuniti lunedì 11 maggio in qualche luogo di Berlino, anche se le indiscrezioni rivelano che dovrebbe essersi trovati nella Jesus-Chrisuts-Kirche (nel distretto residenziale di Dahlem), i 124 componenti della Berliner Philarmoniker, con lo scopo di eleggere il loro nuovo direttore, che prenderà il posto di sir Simon Rattle, britannico che lascerà la carica nel 2018. Nel corso di una seduta interminabile, durata circa 12 ore, in quello che è già stato ribattezzato come “il Conclave della Filarmonica”, i membri dell’orchestra globale migliore al mondo non sono riusciti a designare il nome prescelto, rinviando le votazioni all’anno prossimo.
Il portavoce della storica orchestra, fondata nel 1882, Peter Riegelbauer ha dichiarato che «la riunione è stata molto animata e costruttiva, ma non è stato possibile raggiungere una maggioranza chiara». Si vocifera che i musicisti siano indecisi se designare un direttore giovane e più vicino al moderno, oppure uno tradizionale e più propenso al repertorio classico. Tra i giovani la lista dei papabili favoriti si riduce a Andris Nelsons, baltico di 36 anni, direttore della Boston Symphony Orchestra, e a Gustavo Dudamel, venezuelano 34enne che al momento dirige la Los Angeles Philarmonic Orchestra; la rosa degli esperti invece comprende Daniel Barenboim, 72enne argentino, il lettone Mariss Jansons (72 anni), il 54enne tedesco Christian Thielemann, ed i nostri italiani Riccardo Muti (74 anni) e Riccardo Chailly (62 anni). Nella giornata di lunedì, il magazine inglese Gramophone aveva diffuso la voce della vittoria da parte di Nelsons, complimentandosi con il diretto interessato via Twitter; la notizia però è stata immediatamente smentita proprio dall’account ufficiala della Philarmoniker.
La storia. L’orchestra nacque nel 1882 dalla fusione di due piccole compagini di Berlino, ed ebbe come primo direttore Franz Wüller, docente di musicologia all’Università di Monaco di Baviera, che fece della Philarmoniker uno dei motivi di vanto della Germania imperiale dell’epoca che, in tal modo, poteva rivaleggiare anche a livello culturale e musicale con l’Inghilterra vittoriana. Dal 1922 al 1945 la direzione della Berliner Philarmoniker fu ricoperta da Wilhelm Furtwängler, che ebbe parecchi problemi con il partito nazista, del quale non si dichiarò mai sostenitore, in quanto Hitler voleva inserirsi nelle politiche interne all’orchestra. Furtwängler venne etichettato dal regime come “musicista degenerato” e sostituito dal rumeno Celibidache fino al 1952, anno in cui tornò alla guida dell’orchestra fino al 1954.
Il periodo di grande splendore dell’orchestra arrivò sotto la direzione di Herbert von Karajan, che guidò l’orchestra per 45 anni fino al 1989. L’austriaco, di carattere forte e autoritario, propose un cambiamento del repertorio musicale, degli orchestrali (optando per un ricambio generazionale) e degli strumenti a disposizione. Nel 1985, a causa dell’acquisizione da parte di Karajan di Sabine Myer come primo clarinetto, senza avere avuto l’appoggio dell’orchestra, il direttore venne costretto ad abdicare, ma i musicisti decisero di riassegnare la carica solamente alla morte di quest’ultimo (che viveva già un periodo critico di salute). Dal 1989 ad oggi alla guida della Berliner Philarmoniker si sono susseguiti l’italiano Claudio Abbado (1989-2002) e l’inglese Simon Rattle (2002-2018), che già dal 2017 dirigerà la London Symphony Orchestra.
L’elezione del direttore. Ora i musicisti berlinesi, che sono i soli al mondo ad eleggere democraticamente il loro “leader”, hanno un anno di tempo per riflettere su chi potrebbe essere la prossima guida dell’orchestra, il tutto nella massima segretezza ovviamente. Il voto infatti è totalmente segreto, proprio come il conclave papale. Nelle sedute non sono ammessi nelle cellulari o altri strumenti tecnologici. Inoltre, intorno a questa procedura “occulta”, veleggia continuamente il mistero, la stessa maggioranza tanto chiacchierata non è stata per nulla definita: non si sa se dev’essere semplice, assoluta o per 2/3, l’unica certezza è che dev’essere una maggioranza chiara. E anche sulle tornate necessarie manca chiarezza: lunedì era stato annunciato l’esito per le 14, rimandato poi alle 18.30, alle 19, alle 19.30 ed alle 20, prima del rinvio definitivo decretato dopo le 21.30. Per ulteriori aggiornamenti occorrerà ripassare fra un anno.