L'andamento dell'epidemia e la speranza che il lockdown serva davvero a piegare la curva
A Bergamo l’evoluzione epidemiologica mostra «una situazione di sostanziale stabilità per vari indicatori, tra cui la media giornaliera dei positivi (230 persone) e la percentuale tra tamponi effettuati e positivi, pari all’11,5 per cento». I ricoveri seppur in crescita hanno «un aumento non preoccupante, l’assetto dei posti letto non desta preoccupazioni e l’andamento è regolare anche in tutti i pronto soccorso». Parole rassicuranti, espresse dal dottor Alberto Zucchi del Servizio Epidemiologico dell’Ats Bergamo, ma che comunque non devono avere come conseguenza quella di un calo dell’attenzione generale. Se è vero infatti che la provincia di Bergamo al momento è una delle meno colpite dai nuovi contagi, è altrettanto vero che di questo virus è meglio non fidarsi.
Nel frattempo, l’intera Lombardia è stata inserita nella zona rossa delle Regioni ad alto rischio epidemiologico. Una decisione certamente impopolare, ma dettata dai numeri del contagio. Oggi, sabato 7 novembre, in tutta Italia sono stati diagnosticati circa 40 mila nuove positività: in particolare, sono stati accertati 39.811 casi di Covid grazie all’analisi di 231.673 tamponi (per un rapporto percentuale tra positivi e tamponi analizzati pari al 17,2 per cento). All’inizio della settimana, lunedì 2 novembre, su tutto il territorio nazionale si erano registrati 22.253 contagi.
In Lombardia, invece, è stata ampiamente sfondata la soglia psicologica dei 10 mila casi al giorno: oggi le positività al Covid sono ben 11.489 che in rapporto a 46.099 tamponi analizzati fa un tasso del 24,9 per cento (ieri la percentuale era del 21,4 per cento). A Bergamo si è toccata quota 383 contagi, un dato più che raddoppiato rispetto ai 147 di lunedì scorso (2 novembre).
Per quanto riguarda l’aumento della pressione esercitata su ospedali e pronto soccorso lombardi, oggi si contano 5.813 pazienti ricoverati nei reparti ordinari (+250); lunedì erano 4.406 in totale. I nuovi ingressi odierni nelle terapie intensive sono invece 40, per un totale di 610 malati in rianimazione. Sabato scorso (31 ottobre) erano 392. Il lockdown fissato dall’ordinanza del Ministero della salute durerà almeno due settimane. La speranza è che in questo lasso di tempo i dati epidemiologici migliorino e si vengano a creare le condizioni per far sì che la Regione possa chiedere al Governo un allentamento delle misure restrittive, almeno per i territori che risultano meno colpiti come la Bergamasca.