Sprovviste anche le farmacie

L'ansia degli anziani per i vaccini antinfluenzali che non ci sono ancora. Un ritardo assurdo

Dopo mesi a dire quanto sia importante la profilassi in un anno come questo, la campagna regionale è in clamoroso ritardo. I medici hanno dovuto spostare gli appuntamenti.

L'ansia degli anziani per i vaccini antinfluenzali che non ci sono ancora. Un ritardo assurdo
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di Andrea Rossetti
(vignetta in apertura di Luca Nosari)

«A causa di un’organizzazione decisamente carente da parte di Regione Lombardia, sono momentaneamente esaurite le scorte di vaccini che mi erano state messe a disposizione». Sono le prime righe di un cartello che un medico di base dell’Isola bergamasca ha affisso fuori dal suo ambulatorio per avvisare i pazienti circa lo slittamento delle prenotazioni per effettuare la profilassi. Le dosi di vaccino che gli sarebbero dovute pervenire a inizio novembre, infatti, arriveranno non prima della metà del mese, e le cento ricevute a ottobre sono già finite.

La paura degli anziani. La situazione ha del paradossale: dopo mesi passati a dire quanto sia importante vaccinarsi contro l’influenza, soprattutto quest’anno, la campagna regionale è in clamoroso ritardo. E la situazione sta creando non poco panico tra le persone, soprattutto quelle più anziane e, quindi, più a rischio. «Ho 86 anni, mi vaccino ogni anno - racconta Vanda -. L’ho sempre fatto perché me lo consigliava il mio dottore. Questa volta anche la televisione dice che devo farlo, perché sono vecchia e a rischio, a maggior ragione con questo brutto virus in giro. Ma il medico mi ha detto che il mio appuntamento, fissato per il 12 novembre, è spostato a non prima del 18. Anzi, mi ha detto che spera di potermi vaccinare dopo il 18, ma non lo sa ancora per certo. Cosa devo fare? Ho provato a comprare una dose in farmacia, ma non ne hanno. Ho chiesto a mio nipote, che vive in un’altra città, se me lo poteva comprare lui allora, ma mi ha detto che anche là non ce ne sono. Praticamente, faccio in tempo a morire».

Si è perso tutto ottobre. «La signora deve stare tranquilla», afferma Guido Marinoni, medico e presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo, a cui abbiamo riportato la testimonianza di Vanda. «Per ora non siamo ancora nel mezzo dell’influenza stagionale. Il picco credo che partirà da Natale, comunque per fine anno». Ma il problema esiste. «Certo che esiste. Che la campagna vaccinale sia in ritardo è evidente, e non è una buona cosa. Ora abbiamo anche scoperto che il lotto che sarebbe dovuto arrivare a breve è bloccato in dogana e arriverà in ritardo, con conseguente spostamento di tutti gli appuntamenti che erano già stati fissati dai singoli medici. Un bel problema, soprattutto per quei dottori che stanno usufruendo di spazi esterni al loro ambulatorio per procedere con la campagna: è anche una questione organizzativa».

Marinoni, pur dribblando ogni eccessiva critica a Regione, non nega che «si è perso tempo importante. Abbiamo praticamente buttato via tutto ottobre, e vista la situazione non va bene. Ora ci troviamo a dover vaccinare la maggior parte delle persone, il più in fretta possibile, in uno stato di lockdown».

«È una corsa a ostacoli». Meno accomodante con Regione e più vicina alla posizione fortemente critica del collega dell’Isola bergamasca è invece la dottoressa Paola Pedrini, medico a Trescore e segretario regionale della Fimmg: «Purtroppo è evidente che qualcosa non ha funzionato dalla parti di chi avrebbe dovuto organizzare il tutto. Le aziende farmaceutiche hanno aumentato la produzione di vaccini, quest’anno, del 45 per cento, ma se si fanno gare d’acquisto in ritardo, con prezzi al ribasso, senza alcun tipo di accordo preventivo, si finisce per raschiare il fondo del barile. Ed eccoci arrivati qui». Pedrini, poi, fa il punto della situazione: «A ottobre ogni medico bergamasco ha ricevuto cento dosi, suddivise in quattro diversi slot: prima trenta, poi venti, poi ancora trenta e infine altre venti. Una quantità veramente risicata. Sarebbe risicata in un anno normale, figurarsi in questo 2020. È un dato di fatto, siamo in difficoltà. Già si tratta di una campagna vaccinale complessa per ciò che stiamo vivendo, con questi ritardi e questa incertezza ci sembra di correre una corsa a ostacoli».

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