Restiamo in casa!

Il prossimo passo? Il «controllo militare». Parola dell'assessore Gallera

In una intervista a Sky parole pesanti come macigni: «Speriamo che la gente lo capisca da sola»

Il prossimo passo? Il «controllo militare». Parola dell'assessore Gallera
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«Speriamo di non arrivare a un modello in cui la gente dovrà stare chiusa in casa con un controllo militare». Sono parole pesanti come macigni, ma che ancora di più ci devono far comprendere quanto sia grave l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo da due settimane.

Oggi (lunedì 9 marzo), l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera è intervenuto a Sky Tg24 sottolineando che, pur restando convinto che la gente saprà fare la differenza per contenere il numero di contagi da Coronavirus, il tema dell’azione individuale «è fondamentale e riguarda tutti. Se continuiamo con questo trend di crescita così vorticoso non ne usciremo in una o due settimane e non riusciremo più ad avere posti nelle terapie intensive per tutti. Ogni giorno parte una sfida per trovare nuovi posti, ma prima o poi finiscono».

In questi ultimi giorni il messaggio che le autorità stanno consegnando ai cittadini è cambiato radicalmente rispetto a quanto detto nei primi giorni dell’arrivo in Italia del Covid-19. Non si tratta di una banale influenza, bensì, come continuano a ripetere medici, infermieri e virologi, di «una guerra. State in casa». Le strutture sanitarie, nonostante gli sforzi, sono infatti prossime al collasso.

«Oggi temo il fatto che le persone giovani riusciamo a salvarle perché riescono a superare la crisi venendo intubate, ma se un domani non siamo più in grado di intubarle cosa succede? – si chiede Gallera -. È da oggi che dobbiamo adottare questo atteggiamento individuale consapevole». Forse è il caso che questa domanda iniziamo a porcela tutti quanti noi, per tutelare non soltanto la nostra salute ma anche quella di quanti abbiamo a cuore.

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