Ponte San Pietro

Lavori al ponte, e che ne sarà di quegli ottantacinque gatti?

Nel 2021 partirà il cantiere per la messa in sicurezza: potrebbe essere il preludio allo sfratto di questi animali. Ma l'associazione che li tutela dice no. Il sindaco: Zirafa: «Si lavora per trovare una soluzione»

Lavori al ponte, e che ne sarà di quegli ottantacinque gatti?
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di Laura Ceresoli

A Ponte San Pietro nel 2021 partiranno i lavori per la messa in sicurezza del viadotto sul fiume Brembo. Ma se da un lato la notizia ha rallegrato i cittadini, da tempo preoccupati per le cattive condizioni dei giunti del ponte, dall'altro c'è grande apprensione per la sorte degli 85 gatti della colonia felina gestita dalla tutor Rosy Togni in collaborazione con l'associazione milanese «Gatti non parole». Già, perché l'avvio del cantiere potrebbe essere il preludio allo sfratto di questi animali che, ormai da anni, vivono alla Tassera su un terreno di proprietà della Provincia di Bergamo e delle Ferrovie.

Ciò che è certo è che la presidente dell'associazione, Letizia Montanari, di spostare i suoi amici a quattro zampe in un altro luogo proprio non ne vuole sapere. Così è stata rilanciata una nuova petizione sul sito change.org (quasi a quota 14 mila firme) per dire «No al rischio deportazione»: «Il fatto che inizino i lavori non è incompatibile con la presenza dei gatti - spiega la Montanari -. Il cantiere è solo un pretesto per cercare ancora una volta di sbarazzarsi di questi poveri animaletti che non fanno male a nessuno. La colonia è purtroppo mal tollerata dagli scout di Ponte San Pietro che da anni si lamentano per il fatto che i gatti sconfinano sul loro terreno limitrofo. Dicono che la presenza di questi pacifici felini sarebbe incompatibile con lo svolgimento delle attività degli scout che hanno sollecitato, più e più volte, ispezioni da parte dell'Ats, nel tentativo di trovare un modo per cacciare i gatti. Pensi che persino il World Scout Boureau, venuto a conoscenza dell'accaduto, mi ha scritto per scusarsi a nome dell'Agesci di Ponte».

Da aprile 2018 l’associazione «Gatti non parole» ha deciso di offrire un appoggio alla tutor Rosy aprendo una sede operativa a Ponte San Pietro con l'impegno di trovare adozione per i mici abbandonati, incompatibili con la vita in colonia. Grazie a tale intervento, in un anno sono stati affidati numerosi gatti di tutte le età. «Ora abbiamo circa 85 gatti, tutti censiti e tutelati da Comune e Ats veterinaria - aggiunge Letizia -. Qui ci sono mici nostri che stiamo curando perché si sono ammalati a contatto dei poveri randagi con cui sono in promiscuità, attirati da persone che buttano cibo per strada. Ormai i gatti sono serenamente stanziati su questo territorio che è il loro punto di riferimento e non vanno spostati».

All'inizio dell'autunno i mici felici di Rosy hanno vissuto anche un momento di grande angoscia: «Abbiamo presentato regolare denuncia per un fatto increscioso - aggiunge la presidente -. Due adolescenti sconosciuti si sono introdotti nella colonia accanendosi a calci contro il cancelletto di una casetta. Fortunatamente Rosy è accorsa subito in loro soccorso facendo fuggire i teppisti. Nessun gatto ha subito danni. Solo un enorme spavento, ma siamo stati costretti a prendere tutte le misure necessarie per tutelare a norma di legge i gatti di colonia. Ciò che agghiaccia è la consapevolezza che i ragazzi si siano sentiti autorizzati a compiere questo atto di vandalismo probabilmente perché incoraggiati dall'esempio di adulti che dimostrano scarso o nullo rispetto nei confronti degli animali e in particolare dei gatti». (...)

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