In attesa degli effetti del Jobs Act

Lavoro, Bergamo torna a sorridere Quasi 6500 contratti in più nel 2015

Lavoro, Bergamo torna a sorridere Quasi 6500 contratti in più nel 2015
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Finalmente buone notizie dal fronte occupazionale bergamasco. Gli avviamenti nel primo trimestre 2015 si sono rivelati in aumento del 7,7% rispetto al 2014. A pesare sono soprattutto i contratti a tempo indeterminato, favoriti dagli incentivi fiscali per le imprese introdotti dal governo a inizio anno. Prematuro invece parlare di effetto Jobs Act, che comunque dovrebbe farsi sentire nei prossimi mesi, a giudicare dalle premesse rivelate oggi dalla Provincia, in occasione della riunione del tavolo tecnico Modello Bergamo (cui partecipano sindacati, Camera di Commercio, Imprese&Territorio e Confindustria). I contratti indeterminati siglati nei primi tre mesi dell'anno sono 8.793, con un incremento del 23,2% rispetto all'anno precedente. Un bel balzo, cui però ha contribuito - ecco l'altra faccia della medaglia - il rallentamento delle assunzioni nell'ultima parte del 2014, proprio in attesa dell'introduzione degli incentivi governativi.

 

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Segnali positivi. Comunque la si guardi, la situazione tende però verso il miglioramento. Il saldo tra avviamenti e cessazioni di rapporti lavorativi registra infatti un incoraggiante +6.436: per tornare a livelli simili occorre riavvolgere il nastro fino al 2011, quando si arrivò a +6.682. L'anno scorso, per dire, ci si fermò a +5.069. Nel commentare i dati, il vicepresidente di Confindustria Matteo Zanetti ha sottolineato che «pur con le dovute cautele, sembra di assistere a un'inversione di tendenza. Considerando che gli effetti del Jobs Act sono ancora limitati, nei prossimi mesi potrebbe andare anche meglio. In generale, l'aumento degli indeterminati stabilizza l'occupazione e ne innalza la qualità». Analisi in buona parte condivisa dai sindacati, che comunque battono il tasto sull'importanza della formazione per sfornare manodopera all'altezza delle aspettative delle imprese. I segnali di ripresa sono confermati anche da un aumento del 17,8% rispetto a un anno fa dei contratti di somministrazione, tipico indicatore della salute economica congiunturale. Bisogna tuttavia tener presente che il grosso dei nuovi contratti resta a tempo determinato: sono stati ben 13.125, anche questi tuttavia in aumento dell'1,8%. Non ci sono “segni meno”, insomma, ed è già qualcosa di importante.

 

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Sorride anche l'edilizia. Persino un settore come l'edilizia, che negli ultimi anni ha sentito più di ogni altro la crisi, fa registrare un +13,5% degli avviamenti. Poca cosa, ma significativa rispetto ai dati drammatici degli ultimi tempi. Bene anche commercio e servizi (+5,1%) e industria (+11,4%). Lieve calo solo in agricoltura (-2,5%), ma sembra più un dato fisiologico. La crescita tocca trasversalmente tutte le qualifiche lavorative, dal low level all'high level. «Il mercato del lavoro si sta finalmente muovendo – annota Beppe Guerini di Imprese&Territorio – Aspettiamo le conferme del prossimo trimestre ma la dinamica è incoraggiante». L'aumento dei tempi indeterminati ha però un “effetto collaterale” che si scarica sull'apprendistato, in calo del 16,8%. Questione di incentivi, che premiano maggiormente la prima tipologia.

 

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Cabina di regia. Modello Bergamo si riunirà il prossimo 7 luglio per esaminare l'andamento del secondo trimestre e delineare le opportune strategie. L'idea è di coinvolgere anche l'Università. «Stiamo seguendo le indicazioni dell'Ocse, che ha raccomandato di guidare lo sviluppo territoriale da una cabina di regia istituzionale e rappresentativa». Nessun rischio, secondo Zanetti, che si creino doppioni o sovrapposizioni con la Camera di commercio. «Fa parte del Modello, ha intensificato la sua partecipazione. Nei suoi compiti istituzionali, è vero, c'è quello di regia. Ma si sentiva l'esigenza di un organismo che accogliesse anche la componente politica. In generale, vedo la volontà di collaborare per il bene del territorio».

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