Le 9 "catastrofi" previste per il 2017 (nel 2016 ci hanno azzeccato...)
La negatività che contraddistingue la politica e più genericamente la vita odierna, si traduce in un'unica domanda: cosa potrà accadere di peggio? Un quesito che angoscia tanti, insoddisfatti di ciò che vedono al di fuori della propria finestra. Sappiate allora che c'è qualcuno che ogni anno tenta di rispondere a questa domanda e che molte volte, purtroppo, ci azzecca. Stiamo parlando dell'annuale rassegna fatta da Bloomberg e intitolata The Pessimist's Guide to 2017 (la guida del pessimista 2017), che raccoglie le previsioni più catastrofiche per l'anno che sta per venire. Un insieme di eventi che, in parte, riguardano anche la politica italiana e che si spera non accadranno mai. Ma la possibilità che queste ipotesi si verifichino non è poi così impensabile tanto che, lo scorso anno, avevano previsto per il 2016 l'uscita del Regno Unito dall'Europa e l'elezione alla Casa Bianca di Donald Trump. Sappiamo bene com'è andata a finire. La lista per il 2017 vede come protagonista di diverse previsioni il neoeletto presidente degli Stati Uniti. Ecco le nove "catastrofi" che, forse, interesseranno l'anno che verrà.
La coalizione anti-Trump
Fin dal suo insediamento, il presidente Trump ha scatenato l'ira di molti comitati, sopratutto formati da giovani, che sono scesi in piazza disconoscendo l'imprenditore come loro rappresentante. L'ipotesi riguarda la formazione di un'enorme protesta anti-presidenziale formata in primis dagli oppositori democratici, seguita da studenti e gruppi come "Black Lives Metter" e "Occupy Wall Street". Questa formazione darà poi il via ad una reazione a catena che vedrà da parte di Trump l'imposizione di ordine pubblico e coprifuoco nelle grandi città, mentre la California (diventato lo stato oppositore per eccellenza) chiederà di uscire dagli Usa, dando vita alla "Calexit". Tutto questo con evidenti conseguenze finanziarie.
Come nella Seconda Guerra Mondiale...
A causa di una politica isolazionista portata avanti da Trump e una Russia che diventa sempre più aggressiva sul piano internazionale, Angela Merkel sarà chiamata a fare una scelta per il bene delle Germania e dell'Europa. Le due opzioni saranno: un'alleanza militare europea che fronteggi la Russia o, seguendo l'esempio trumpiano, un accordo con Putin sulle influenze dell'Est Europa. La scelta della cancelliera di optare per la seconda strada porterà Putin a ritirare hacker e aerei che prima interferivano con l'economia e le politica americana, chiedendo in cambio l'annessione alla Russia di Ucraina, Biellorussia e Siria. Così il premier, soddisfatto per aver riportato la Nazione allo splendore dell'Unione Sovietica, deciderà di decretare il suo ultimo mandato come presidente. Ovviamente, con il rublo ai massimi storici, la Russia tornerebbe ai vertici dell'economia mondiale.
Fra Usa e Cina è guerra economica
Tutto inizierebbe con un tweet di Trump delle 3.17 del mattino che recita #CrookedChina, e continuerebbe con l'introduzione di pesanti tasse sull'importazione in America. Neanche il tempo di raggiungere la capitale americana che la Cina avrebbe già attivato la controffensiva svalutando lo Yuan, cancellando gli ordini fatti all'industria aeronautica Boing e bloccando le vendite del colosso Apple. Ma sarà poi la stessa presidenza cinese che, l'anno seguente, intenta a rimpolpare il Comitato permanente del Partito Comunista, sarà lenta nel reagire all'offensiva statunitense facendo cadere lo Stato in una delle recessioni più dure dell'era moderna, che interesserà poi tutta l'Asia.
I regimi totalitari fan festa
Tutto inizierebbe dalla drastica decisione del presidente Trump di far uscire gli Stati Uniti dalla NATO. Una scelta che dovrebbe essere presa dopo mesi di presidenza passati a discutere riguardo interventi internazionali attivi dello Stato a stelle e strisce. L'auto-esclusione degli Usa lascerà spazio all'azione del Califfato islamico che controllerà il mercato della droga dal Medio Oriente, radicalizzandosi in Asia. Intanto, senza l'ombrello nucleare americano, si faranno avanti Giappone e Arabia Saudita nello sviluppo di un personale arsenale nucleare. Ma sarà la Corea del Nord a dare la maggior dimostrazione di forza minacciando con un missile nucleare la West Coast statunitense. Un pericolo che costringerà Trump a chiedere aiuto all' "odiato" governo cinese gettando così nel cestino l'intera offensiva asiatica.
In Europa spazio alle scelte radicali
Dopo l'inaspettata vittoria di Trump, unita al malcontento generale, si scatenerà in Europa una ventata di populismo che porterà a scelte estreme. La prima a risentirne sarà l'Olanda che, dopo l'elezione di Wilder, costruirà vere e proprie barriere architettoniche per evitare l'ingresso nel Paese degli immigrati. Ai francesi toccherà invece l'europarlamentare Marine Le Pen, che proporrà un referendum per uscire dall'Europa seguendo l'esempio britannico. Ma, secondo Bloomberg, anche l'Italia avrà le sue gatte da pelare, con un Movimento 5 Stelle vittorioso che proporrà di riportare la Lira come moneta nazionale. Il resto dell'Europa non rimarrà certo a guardare e dopo la sconfitta della Merkel e la May, estromessa da una linea dura post-Brexit che non lascia spazio al dialogo, verrà meno il trattato di Shengen. Così la Grecia cadrà di nuovo in bancarotta, senza però avere più alcun piano di salvataggio dall'Europa. Tutto questo scenario comporterà ovviamente un crollo dell'Euro, con relativa perdita di fiducia politica anche da parte di chi l'aveva sostenuto nella crisi del debito dal 2009 al 2012.
Complotti dal web
Una collaborazione portata avanti da Amazon, Google e Apple porterà alla luce un software di ascolto passivo utilizzato dal governo per intercettare telefonate da smartphone e alcuni dispositivi domestici. Intanto WikiLeaks intaccherà la credibilità della presidenza Trump con fughe di notizie imbarazzanti. Ad aggravare la situazione ci saranno poi una serie di hacker, con finanziamenti statali, che creeranno il panico spegnendo e manomettendo infrastrutture critiche come centrali elettriche, macchinari ospedalieri e pure le tanto chiacchierate Self-diving Cars. Anche se le potenze straniere non saranno in grado di rivendicarlo, si risalirà al coinvolgimento di Cina e Russia che porterà a una nuova guerra informatica fra le superpotenze mondiali.
Cuba riabbraccerà la Russia
L'idea isolazionista di Trump toccherà anche i rapporti con Cuba, facendo dietrofront rispetto al percorso fatto con la presidenza Obama. Il governo cubano, non trovando sostegno negli alleati Brasile e Venezuela che vivranno una situazione di forte crisi, sarà costretto a rispolverare vecchi alleati come Cina e Russia. In particolare, permetterà alla Russia di ricostituire la propria base dei servizi segreti sul suolo cubano, a due passi da Miami. Una vicinanza che, nonostante i buoni rapporti tra Putin e Trump, sarebbe molto pericolosa per gli americani. Si verrebbe così a ricreare il medesimo clima della crisi missilistica che interessò quei luoghi nel 1962.
La muraglia con il Messico
Tenendo fede alle promesse fatte in campagna elettorale, Trump costruirà il discusso muro che divide gli Stati Uniti dallo Stato messicano. Per farlo, attingerà dalle tasse aumentando la pressione fiscale. Costruendo questa barriera fisica, erigerà anche un muro diplomatico, recidendo i contratti di libero scambio che fino a quel momento resistevano fra i due Paesi, con la conseguente recessione vertiginosa del Messico. In uno Stato in cui la disperazione dilagherà, la gente farà appello al fiorente traffico di droga. Nelle elezioni messicane del 2018 verrà poi eletto l'estremista di sinistra Andrés Manuel López Obrador. Quest'ultimo rivedrà gli accordi sulle esportazioni petrolifere, che prima erano affidate a privati, nazionalizzandole.
Il caos in Arabia Saudita
Con il fallimento della politica di diversificazione dai carburanti fossili portata avanti nel secondo mandato del principe saudita Mohammed Bin Salman, l'Arabia Saudita entrerà in un periodo di tumulto. La guerra con lo Yemen prenderà le sembianze di quella vietnamita, sopratutto dal punto di vista economico, costringendo il governo ad aumentare le tasse e portando scontento nella popolazione. Si farà poi sempre più strada una guerra contro i vicini iraniani sostenuti dal movimento sciita. A seguito di un tentativo di colpo di mano contro il principe saudita e le dichiarazioni di Trump che si dissocia dagli affari del Medio Oriente, la guerra non potrà che scatenarsi.