«Le accuse dei medici sembrano un attacco politico»: Gallera risponde ai dottori lombardi
L'assessore regionale al Welfare ribatte alle dure accuse mosse dalla FROMCeO Lombardia, che in sette punti aveva riassunto gli errori commessi da Regione e Istituzioni
Più che una lettera, l'avevamo definito un durissimo atto di accusa nei confronti delle istituzioni, ree di aver commesso troppi errori e di non assumersene le responsabilità. C'era da aspettarsi, dunque, che Regione Lombardia avrebbe riposto alle critiche mosse dalla Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia, e lo ha fatto con un'altra lettera, questa volta a firma dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, non ha nascosto il proprio disappunto per le parole dei medici.
«Mi ha molto stupito, oltre che amareggiato, la nota che abbiamo ricevuto dalla Federazione degli Ordini dei Medici della Lombardia che assomiglia più a un atto politico che ad una reale rappresentazione dei fatti», ha premesso, infatti, Gallera. I medici, in particolare, avevano mosso sette durissime critiche, suddivise in punti, alle autorità regionali (ma non soltanto): dall'erronea raccolta e diffusione dei dati sul contagio (e sui decessi) alla mancata imposizione della zona rossa, passando per la pessima gestione del contagio nelle Rsa (ma ora la Regione ha aperto una Commissione per vederci chiaro) e la mancata esecuzione di tamponi al personale sanitario e a buona parte della popolazione. Potete leggere tutta la lettera QUI.
Riportiamo alcuni passaggi della lettera di Gallera, quelli più significativi e dove risponde alle accuse mosse dai medici.
La questione dei tamponi. «Per quanto riguarda l’esecuzione dei tamponi ai soli pazienti ricoverati, ricordo che nelle fasi iniziali dell’epidemia i tamponi sono stati eseguiti anche ai contatti stretti di casi asintomatici. Successivamente il Ministero della Salute, con circolare del 27 febbraio 2020, ha modificato le linee guida, raccomandando l’effettuazione del test ai soli sintomatici. In ogni caso, è stata sempre tenuta alta l’attenzione sull’isolamento dei soggetti interessati, sia sintomatici, sia contatti stretti di caso. Un’attenzione affidata al monitoraggio del Medico di Medicina Generale, il cui ruolo, fondamentale, abbiamo evidenziato con una nota della Direzione Generale Welfare, il 3 marzo».
La mancata zona rossa in Bergamasca. «In merito alla ‘incertezza nella chiusura di alcune aree a rischio, è noto il rigore costantemente professato dalla Regione Lombardia e, in primis, dal presidente Fontana che era stato più volte ingiustamente accusato di aver isolato l’Italia e di aver creato un clima di terrore. Proprio su nostra proposta, il ministro della Salute adottò, d’intesa con il nostro presidente, l’ordinanza del 23 febbraio 2020 che ha imposto la "zona rossa" in dieci comuni del basso lodigiano. E in data 3 marzo 2020, su nostra indicazione, il Comitato Tecnico ha proposto una zona rossa nei comuni di Alzano e Nembro, proposta che non è stata dal Governo accolta nella sua formulazione originaria. Tuttavia, in data 8 marzo, su forte ed esplicita insistenza della Regione Lombardia, il Governo ha imposto a tutte le persone fisiche di "evitare ogni spostamento" con apposito DPCM».
Il tema delle Rsa. «Abbiamo sempre prestato attenzione nei confronti dei soggetti anziani e fragili e delle strutture che li ospitano, fornendo precise indicazioni, sulle quali e’ stata svolta la vigilanza da parte delle Ats, come ad esempio il divieto di ingresso dei parenti (se non in caso di assoluta necessità e previa verifica delle condizioni di salute). Inoltre, sono state sempre prescritte idonee misure di isolamento dei pazienti covid positivi, con l’ovvia ed espressa possibilità, per i soggetti gestori, di adottare ogni provvedimento utile ad arginare il contagio, comunicandolo alla Ats di riferimento».
«Accuse gratuite». «Mi auguro che, d’ora in avanti, si possa davvero lavorare insieme e che le accuse gratuite lascino il passo a una collaborazione costruttiva e propositiva, che è quanto ci si attende da chi rappresenta migliaia di medici ai quali va, ancora una volta, il nostro "Grazie!"».