Tutti assolti per il «sistema Sesto»

Le prime pagine dei giornali quando indagarono Filippo Penati

Le prime pagine dei giornali quando indagarono Filippo Penati
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L'ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati e altri dieci imputati sono stati assolti in primo grado dai giudici di Monza nel processo per il cosiddetto “sistema Sesto”. Le accuse erano, a vario titolo, corruzione e finanziamento illecito dei partiti. Applausi in aula al momento della lettura del dispositivo della sentenza. «Con questa sentenza si è messa fine ad un’ingiustizia durata quattro anni e mezzo» ha detto Penati. Il quotidiano online Il Post ha ricostruito l'inchiesta, durata quattro anni e mezzo, e ripubblicato le prime pagine dei giornali dell'epoca, che cavalcando la linea dell'antipolitica davano notizia con grande evidenza di un nuovo scandalo. Oltre alla decisione del tribunale, anche la decisione del Il Post di riproporre le prime pagine restituisce, per quanto possibile, l'onorabilità alle persone coinvolte.

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Di seguito l'articolo de Il Post.

Filippo Penati e altri 10 imputati, tra cui una società, sono stati assolti in primo grado perché “il fatto non sussiste” dal tribunale di Monza nel processo sul cosiddetto “sistema Sesto”, in cui agli imputati erano contestate – a vario titolo – le accuse di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Tra gli imputati assolti ci sono anche gli imprenditori Piero Di Caterina e Giuseppe Pavini, l’architetto Renato Sarno e Bruno Binasco del gruppo Gavio. Per Penati l’accusa aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusione. «Con questa sentenza si è messa fine ad un’ingiustizia durata quattro anni e mezzo», ha detto Penati. «Esce pulita la mia immagine di amministratore ed è stata restituita la mia onorabilità».

L’inchiesta iniziò nel luglio 2011 quando la Guardia di Finanza fece una serie di perquisizioni, tra cui quella nell’ufficio di Filippo Penati che a quel tempo era un importante dirigente del Partito Democratico e vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia. Il giorno dopo Penati si auto-sospese e cinque giorni dopo, il 25 luglio, lasciò ogni carica nel PD (da cui sarà poi sospeso) e si dimise dalla vicepresidenza del Consiglio.

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