Le scuse di Vidal subito accettate Questa e altre bravate di Re Artù

Recita l’articolo 19 del regolamento della Nazionale di calcio del Cile che «i convocati della selezione cilena di calcio dovranno osservare in tutti i momenti, prima, durante e dopo ogni partita, una condotta in linea con l'immagine del Paese, attendendosi a comportamenti decorosi, buon costume e disciplina che questa comporta». La legge è uguale per tutti verrebbe a dire, ma si sa anche che in certi casi uno strappo alla regola si può fare. E tale scelte è ben accetta dal tuo stesso popolo se il colpevole è uno dei giocatori più forti e importanti della squadra e, probabilmente, quello che in questo momento è il più in forma di tutta la rappresentativa. Se poi, nel momento in questione, ti stai giocando la possibilità di poter trionfare per la prima volta nella storia del Paese nella competizione più importante del Sudamerica e, per giunta, sei tu stesso l’organizzatore della manifestazione, è presto spiegato come la vicenda nata intorno alla bravata notturna di Arturo Vidal abbia mobilitato tutto il Cile. Privare la selezione di Sampaoli del Guerriero bianconero, sarebbe stato come sottrarre ad un nazione intera il suo piccolo sogno.
Cosa ha combinato Vidal. Il principio è la sfida con il Messico valida per la seconda giornata dei gironi della Copa America 2015. Vidal è il mattatore del match che, nonostante la doppietta dello juventino, era terminato con un pareggio (3-3), generando grande rammarico nel centrocampista («l’impatto dopo un pareggio del genere è molto triste»). La sera dopo la partita Vidal sulla sua Ferrari si reca con la moglie al Monticello Grand Casinò, struttura vicino a Santiago del Cile con sale da gioco e luoghi di divertimento per le famiglie. Durante la serata, tra una partita e l’altra (documentata da fotografie), Vidal beve qualche drink di troppo e, risalito in macchina in ritardo rispetto al coprifuoco imposto dal CT Sampaoli, è sotto gli effetti dell’alcool. Nel corso del tragitto la Ferrari di Vidal si scontra con un’altra vettura e finisce fuori strada, causando danni gravi al veicolo, ma solo piccole lesioni al centrocampista della Roja e alla moglie. La polizia - nonostante frasi del giocatore del genere «se mi arresti fotti tutto il Cile» - rileva che il tasso alcolico di Vidal è superiore al dovuto (1,2 grammi per litro contro 0,8 previsto dalla legge) e, dopo gli accertamenti svolti in ospedale, accompagna il giocatore in Tribunale. Mentre il popolo si schiera pubblicamente a favore di Arturo, con appostamenti fuori dal Tribunale, e il rigorosissimo CT Jorge Sampaoli si riunisce con il presidente della Federcalcio cilena Sergio Jadue per decidere se allontanare o meno il giocatore dalla Copa America, Vidal pubblica su Twitter un video dove dichiara di non avere colpe per l’accaduto.
La sentenza e le scuse. L’udienza del Tribunale di Garanzia di San Bernando dura un giorno intero per decidere che pena assegnare a Vidal per “guida in stato di ebrezza”. La sentenza finale decide per il ritiro della patente e l’obbligo mensile di firma nel consolato cileno di Milano inflitto ad Arturo, ed inoltre viene aggiunto un supplemento di indagini di 120 giorni (rischiava dai 45 giorni ai 4 anni di carcere). Alla “carezza” della giustizia ordinaria si aggiunge anche quella calcistica, con il CT che, pare su richiesta dei senatori della Nazionale (moltissimi hanno infatti manifestato il loro sostegno a Vidal sui profili sociali privati), decide per la conferma del numero 8 nella Copa America: «Vidal ha commesso un errore, ma non così grave da meritare l’esclusione dalla competizione». A suggellare il tutto la conferenza stampa dello stesso Vidal che in lacrime fa retromarcia rispetto alla prima versione, chiedendo scusa a tutti e promettendo il massimo impegno per poter vincere la competizione. Popolo cileno in festa, media locali polemici per il diverso trattamento e ironia impazzita sui social: la “grazia” a Vidal lascia comunque discutere.
Le altre bravate di Re Artù. Fosse la prima, fosse la seconda, ma questa è già la terza con la Nazionale per il Guerriero bianconero. Nel novembre 2011 Vidal venne cacciato dal ritiro del Cile dal CT Claudio Borghi assieme ad altri quattro compagni, Valdivia, Jara, Carmona e Beausejour, ufficialmente per un ritardo di 45 minuti rispetto all’orario deciso al ritiro. In realtà i cinque erano stati, con permesso ufficiale, al battesimo del figlio di Valdivia, ma erano rientrati dopo i festeggiamenti in ritardo ed ubriachi, tanto che Borghi confidò che «erano in condizioni inaccettabili per degli atleti professionisti». La commissione disciplinare li squalificò per le successive dieci partite, poi ridotte a cinque, decurtandogli il 30 percento dei premi nelle partite di qualificazione. Sempre nel 2011 poi Vidal fu protagonista assieme all’interista Medel di una conversazione via Skype con la modella colombiana Monica Jimenez, all’epoca compagna di Medel. Il dialogo, che venne filmato e reso pubblica dalla donna, mostra i due giocatori, in ritiro con la Nazionale, visibilmente ubriachi mentre flirtano in maniera spinta con la ragazza. Dopo l’incidente dei giorni scorsi, i tifosi cileni si augurano che per Vidal non valga il detto che “il quarto vien da sé”.