Come funziona la censura Facebook I documenti svelati dal Guardian

I social network sono da tempo accusati di non attuare le dovute contromisure per contrastare la diffusione di contenuti pericolosi. Più volte gli utenti si sono chiesti quali fossero i criteri di censura, vedendo filmati terribili circolare senza ostacoli e immagini apparentemente innocue cancellate dopo pochi minuti. Facebook ha da poco annunciato l'assunzione di personale specializzato al controllo di materiale potenzialmente controverso e il Guardian ha rivelato i documenti segreti nei quali sono contenute le linee guida date ai nuovi moderatori.
Revenge porn. Il primo caso di contenuti da censurare riguardano i casi di revenge porn, ovvero la diffusione di fotografie e video dal contenuto privato che riguardi l'ex partner, al fine di umiliarlo e imbarazzarlo pubblicamente. Il caso di Tiziana Cantone ha recentemente aperto il dibattito in Italia su questi episodi, in particolare dopo che la ragazza, umiliata e senza possibilità di avere giustizia, aveva deciso di togliersi la vita. Le tre condizioni che servono per applicare la censura sono: la produzione dell'immagine in un contesto privato, la presenza di un soggetto nudo o in atteggiamenti sessuali e la mancanza del consenso, che sarebbe verificabile anche dal contenuto del testo del post, spesso aggressivo.
Violenza credibile. Lo staff di Facebook viene indirizzato anche su come riconoscere minacce credibili, e quindi passibili di censura, e quelle non credibili, con esempi piuttosto opinabili. Frasi come «Ti ucciderò» o «Se non la smetti di lamentarti ti dovrò tagliare la lingua» non sono considerate credibili perché "semplici" espressioni di disprezzo e frustrazione. «Bisogna dire - si legge nel documento - che il linguaggio violento è spesso non credibile fino a che non ci sia una base solida per pensare che non sia soltanto un'espressione di un'emozione ma la preparazione di un piano». Sono invece considerate minacce attendibili frasi come «Qualcuno spari a Trump» o «Accoltella e diventa il terrore dei Sionisti», perché il Presidente degli Stati Uniti e la comunità ebraica sono considerati soggetti ad alto rischio di attacchi.
Contenuti violenti. È accaduto più volte di recente che gli stessi autori di gesti violenti, come omicidi o suicidi, abbiano condiviso su Facebook le proprie azioni, a volte addirittura in diretta. Video di questo tipo però circolano spesso senza controllo, anche dopo mesi e migliaia di segnalazioni, il motivo è che secondo le linee guida del colosso guidato da Zuckerberg non tutti sono censurabili. In un capitolo che riguarda questo argomento, la guida spiega: «I video di morti violente sono disturbanti ma possono aiutare a creare consapevolezza. Crediamo che i minori debbano essere protetti e che gli adulti debbano avere una scelta. Noi segnaliamo come "disturbanti" i video di morti violente». I contenuti di questo tipo sono quindi nascosti ai minori ma non automaticamente cancellati dai social, perché potrebbero essere importanti per «creare consapevolezza su argomenti come i crimini di guerra, l'autolesionismo ed altri temi importanti».
Violenze sui minori. Qualche problema in più c'è nel contrasto a video e immagini che riguardano la violenza non sessuale sui bambini: «Non interveniamo sulle immagini di violenza sui minori. Segnaliamo come disturbanti i video di questo tipo. Rimuoviamo le immagini di violenza sui minori solo se condivise con sadismo e celebrazione». Gli amministrazioni dei social spiegano questa decisione con la possibilità di identificare quando possibile i bambini maltrattati.
Violenze sugli animali. Una maggiore limitazione c'è sui contenuti che mostrano maltrattamenti su animali: «Ammettiamo foto e video che documentino abusi sugli animali come denuncia ma è possibile che alcuni contenuti particolarmente disturbanti per il pubblico siano cancellati».
La risposta di Facebook. «Mantenere le persone su Facebook al sicuro è la nostra priorità», hanno scritto dai vertici della multinazionale. «Mark Zuckerberg ha recentemente annunciato che nel corso del prossimo anno saranno aggiunte 3000 persone, oltre ai 4500 che abbiamo oggi, per visionare milioni di segnalazioni ricevute ogni settimana e migliorare il processo rendendolo più rapido. Inoltre stiamo costruendo strumenti migliori per rendere la comunità sicura».